Oltre la tristezza, la gioia e la felicità

27.08.2024

La tristezza è il sentimento più bello dopo quello dell'amore, perché mi aiuta a interiorizzare il mio stato d'animo, a comprenderlo meglio e a farmi sentire più unita con il mio Sé interiore, mi aiuta a scendere in profondità, a scavare nella parte più segreta del mio cuore e mettermi in connessione con la parte più intima della mia anima. Spesso, nei momenti di tristezza, mi metto nella condizione di meditare e subito dopo percepisco uno stato di benessere e sollievo. Grazie alla meditazione riesco a raggiungere una serenità di cuore che poi si trasforma in gioia e felicità, in una sorta di appagamento mentale.

Ho compreso che la gioia non è un sentimento, e non è neppure l'opposto della disperazione.

La parola gioia deriva dal latino gaudo, che significa godere e appartiene alla stessa famiglia di "gioiello", cosa preziosa, da tenere in grande considerazione.

La parola felicità, deriva dal latino felix, ha la sua radice nel verbo feo, che vuol dire produco e viene legato al concetto di fertilità, che è un'espressione della vita.

La gioia non può essere rubata, né acquistata al supermercato come parte della tua spesa, né si può ottenerla supplicando. La gioia è spesso il risultato di un insieme complesso di fattori, tra cui la gratitudine, la connessione con gli altri, la realizzazione personale e la pace interiore. È qualcosa che può emergere dall'essere in sintonia con se stessi, con gli altri e con il mondo che ci circonda.