Capitolo 11 - Nostra Mater Terra
«Abbiamo bisogno della Dea perché essa spezza gli stereotipi del femminile,
liberando in tal modo le donne dai limiti impliciti in uno stereotipo dato.
Le donne posso essere al tempo stesso forti e belle, femminili e guide sapienti,
madri e partecipi di una cultura.
Se la Dea ci offrisse solo questo, sarebbe già abbastanza:
ma sembra che essa apporti molto di più.
La Dea completa l'immagine di Dio e apporta la totalità.»
(Rita M. Gross)
Quella mattina c'era un freddo pungente. Era nevicato per tutta la notte e di fronte alla porta di casa c'era quasi un metro di neve, fortunatamente raccolta dagli spazzaneve. Tuttavia le strade erano ghiacciate e pericolose. Dalla finestra dello studio si poteva vedere uno spettacolo unico nel suo genere. Erano anni che non nevicava così tanto. Il panorama sembrava avvolto da una surreale atmosfera. La neve scendeva ancora, fredda e soffice.

Micaela sembrava più tranquilla. La passeggiata in città e la visita alla casa di Max le aveva mostrato un nuovo mondo che doveva ancora esplorare. Molto probabilmente avrebbe cominciato ad abituarsi a quella nuova condizione con molta più facilità di quello che io potessi immaginare. Mi vestii in fretta. Corsi in cappella per la preghiera mattutina e subito dopo andai da lei. Bussai al portone di legno con forza. Dopo qualche istante Micaela era davanti a me. Indossava un pantalone e una maglia bianca e sulle spalle aveva uno scialle ricamato a mano di un tenue color panna. I suoi capelli rossi spiccavano sul bianco dell'abbigliamento.
«Brrr! Che freddo! Fuori c'è una montagna di neve.» le dissi entrando in casa.
«Non uscire per nessun motivo. Qualsiasi cosa ti serve te lo porto io! Intanto prendi questo. Te lo manda mia madre! C'è una zuppa calda per il pranzo ed una torta al cioccolato.» proseguii porgendole il pacchetto che mia madre aveva confezionato con estrema cura.
«Posso farti compagnia per un po'?» chiesi schiettamente togliendomi il cappotto e facendo cadere sulla moquette la neve che avevo sulle spalle.
«Certo! Vuole una tazza di thè? È ancora caldo. L'ho appena preparato!» mi chiese lei
«Volentieri!» risposi sedendomi sul divano e sfregandomi le mani nel tentativo di scaldarle. Micaela prese una tazza dalla credenza e mi versò del thè.
Mi porse la tazza e si sedette vicino a me. Sorseggiammo il thè e godemmo di quell'istante in completo silenzio.
«Allora! Cosa te n'è sembrato del mausoleo del prof. Theller?» chiesi io per iniziare una conversazione.
«Ne parlavo con sua madre l'altro ieri. È veramente un mausoleo! Sensazionale. Mi è parso di essere entrata in un altro mondo! È quasi paradossale pensare che un uomo da solo possa essere riuscito a creare un'opera così immensa. Tutte quelle statue! E quei dipinti! Non immaginavo potessero esistere tante rappresentazioni della Dea Madre.»
«Hai ragione! Devi sapere che ce ne sono molte altre ancora, che non siamo riusciti a vedere e che il prof. Theller tiene nell'altra sala!»
Micaela mi guardò ancora più stupita e sbalordita.
«In molti paesi del mondo gli uomini hanno venerato la Dea Madre, invocandone il suo potere spirituale. In Cina, viene adorata la dea Quan In che è rappresentata nell'atto di versare un fiotto di ambrosia sul drago. Nell'Africa equatoriale, c'è la dea N'GO, l'energia femminile spirituale, che viene descritta come risalente la colonna vertebrale.
Nel tempio della dea Matsu a Taiwan, il drago tiene la spirale sacra sulla mano.
In Persia la Grande Dea era venerata con il nome di Anahita, la Signora, e veniva considerata la Grande Potenza Immacolata.
Vedi? In tutte le religioni del mondo troverai una Grande Dea, una Dea Madre con un grande potere spirituale, adorata, venerata e rappresentata con una simbologia che riporta alla più grande potenza primordiale esistente, la forza kundalinica. Persino nell'Antico Testamento si parla della Dea Madre.» le spiegai io con calma
«Davvero?» chiese lei interrompendomi
«Sì! Nel libro dei Proverbi e in quello della Sapienza ci sono diversi accenni. Anche in altri testi ebraici c'è un occulto riferimento alla Dea Madre, che solamente grandi menti preparate sono in grado di individuare.» risposi
«E lei è in grado di dirmi quali sono questi riferimenti?»
«Certamente! Prendi la tua Bibbia per favore!»
Micaela si alzò, prese il volume della Bibbia posato sopra la mensola del camino, me lo porse tra le mani e si sedette di nuovo accanto a me.
Lo sfogliai per qualche istante, cercando il libro dei Proverbi e lessi alcuni passi:
«Dall'eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua:
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là,
quando tracciava un cerchio sull'abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della Terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia, ogni giorno:
giocavo davanti a lui, in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo."
Alzai lo sguardo verso di lei e le feci un largo sorriso.
«Ti piace?»
«È assolutamente perfetta!» esclamò lei.
«Mai avevo udito parole più belle: «Quando non esistevano gli abissi, io fui generata!»
Chiuse gli occhi per qualche istante come volesse assaporare meglio quelle dolci parole.
«Questo è un vero e proprio inno alla Madre delle Madri! - proseguii io - La natura è da considerare sacra e deve essere percepita come il corpo fisico di una ipotetica Dea, che si manifesta nel mondo animale, vegetale e minerale. Ora ti faccio ascoltare un altro passo, dal libro della Sapienza!»
Sfogliai la Bibbia per trovare la parte che m'interessava e proseguii.
"In Lei c'è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell'uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, i più sottili."
Micaela mi guardò quasi stupita e si avvicinò a me per leggere bene.
Prese il libro dalle mie mani proseguendo da sola la lettura ad alta voce.
"La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra ogni cosa. E' un soffio della potenza di Dio, effusione purissima della gloria dell'onnipotente, per questo niente di impuro penetra in essa. E' riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio, un'immagine della sua eccellenza, benché unica, essa può tutto. Senza uscire da se stessa, essa rinnova ogni cosa."
Poi volse il suo sguardo verso di me e fece un largo sorriso.
«Questo è un vero e proprio inno alla Sapienza!»
«Sì, tesoro mio!» risposi
«Questo è un inno all'archetipo femminile e materno! Anche nella mistica ebraica ci sono innumerevoli riferimenti alla Sapienza ed all'archetipo femminile. La shekina, ad esempio, rappresenta l'aspetto materno del Divino, l'autentica divinità femminile, l'eterna vergine!»
«Padre, siete veramente un'enciclopedia vivente. Il prof. Theller non scherzava quando mi diceva di attingere a questo sapere, non è vero?» mi chiese lei ridendo di cuore.
Finalmente la vidi più serena e tranquilla. Evidentemente l'incontro con mia madre e con Max le aveva fatto bene. La osservai con discrezione. I suoi lunghi capelli rossi le coprivano il seno.
«Il culto della dea femminile è antichissimo, molto più antico di quello che la Chiesa possa immaginare. In realtà, la chiesa cattolica non ha fatto altro che seguire una tradizione, un culto nato migliaia di anni prima di lei e attribuendo alla Madonna un ruolo che prima era di Iside, di Astarte e delle antiche dee. In sostanza la Chiesa, non ha fatto nulla di nuovo, perché il mondo intero è pieno, colmo di donne che rappresentano il principio femminile originario, da cui tutto è generato. Il concetto di Sapienza e di Sofia, lo ritroviamo nel ruolo svolto da Miryae e dalle altre donne di ogni religione del mondo.»
Di colpo Micaela si fece seria, quasi triste.
«Comincio a pensare che il compito di ogni donna debba essere quello di vivere manifestando la propria divinità. Ma non tutte le donne lo sanno! Purtroppo c'è ancora molta ignoranza e ci sono molte culture e contesti sociali in cui la donna, non viene amata e rispettata. Al contrario, viene sfruttata, considerata al pari di un oggetto, utilizzata semplicemente per procreare. Io credo che, dovremmo provare a parlare con la gente, a spiegare queste verità. Mi rendo conto che è un compito difficile, perché occorre scardinare le basi di una cultura ormai insediata nella mente delle persone, ma se non lo facciamo, se non dichiariamo queste verità al mondo intero, il mondo stesso continuerà a prendersela con la donna. Le persone dovrebbero prendersi la briga di andare a leggere i testi sacri che la storia le ha lasciato, non tanto per la conoscenza che questi testi può dar loro, ma per il fatto che apprendendo queste verità ne possa fare una diretta esperienza e le possa mettere in pratica quotidianamente! È triste constatare che molte persone ignorano delle verità palesi e così evidenti.» mi disse lei con tanto ardore
«Hai ragione, tesoro mio. La verità è che la divinità femminile primordiale è presente in tutte le mitologie, non solo in quelle egizie o greche. Il culto della grande madre risale, addirittura, al periodo preistorico, all'era paleolitica. Sai! Sono state ritrovate migliaia di statuette risalenti ad un periodo antichissimo, che raffigurano una donna con il seno prosperoso ed il ventre gonfio, simbolicamente rappresentanti una gravidanza in essere. Con l'evoluzione dell'uomo e lo spostamento dei popoli, il culto antichissimo della Grande Madre è andato modificandosi ed ampliandosi. Per questo, questa la Grande Madre, pur continuando ad esistere in luoghi diversi con diversi culti e diversi nomi, è sempre la stessa. È sempre la donna primordiale, è sempre la dea generatrice della vita, connessa al culto del ciclo della morte e rinascita e connessa alla luna, che con le sue fasi, ne influenza l'esistenza.»
Micaela mi guardò in silenzio per un istante poi proseguì.
«Occorre rinnovare la forza della donna! Occorre proteggerla, amarla e rispettarla. Soprattutto occorre sentirsi degni ed onorati di essere nati dal grembo di una donna, perché in esso ci nutriamo e da esso abbiamo la vita. Ora so che cosa devo fare. Ora ho capito. Dedicherò ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della mia vita, a parlare al mondo, del diritto divino di essere donna, madre, moglie, figlia e sorella.»
Negli occhi di Micaela c'era una luce intensa, una luce che non avevo mai visto prima e che non riuscivo neppure ad immaginarne la potenza.
Rimasi con lei per qualche ora, a parlare della creazione, dell'universo, a
darle tutte le risposte possibili e immaginabili. Poi mi accomiatai con un
bacio sulla guancia e me ne tornai in canonica.