Capitolo 12 - La forza del serpente
«Sopra il plesso nervoso situato alla base della colonna
vertebrale
splende l'energia psichica dormiente, fine come la fibra del fiore del loto.
Essa è colei che confonde il mondo.
Simile alla spirale di una conchiglia, si avvolge tre volte e mezzo intorno al Sé interiore
a guisa di lucido serpente,
ed il suo splendore è come l'intenso bagliore
di una giovane e possente folgore.
Il suo dolce sussurro somiglia al confuso ronzio di sciami d'api in amore.
Essa produce poesie e componimenti letterati ed è lei che conserva tutti gli esseri del mezzo
per mezzo dell'inspirazione e dell'espirazione, e splende nel calice del fiore di loto
come una catena di luci.»
(Shatchakra Nirupana, 11)
Mi svegliai di soprassalto. Il sogno mi aveva fatto raddrizzare i capelli.
Due serpenti s'intrecciavano tra di loro fino a divenire una sola spirale. Mi alzai dal letto, andai in bagno e mi feci una doccia nonostante il freddo. Mi vestii in fretta e bevvi una tazza di latte caldo. Indossai il cappotto, aprii la porta di casa e corsi giù per la discesa senza fare attenzione al ghiaccio, col rischio di fare una brutta caduta.
Entrai nella sala da pranzo della parrocchia con talmente tanta irruenza che la perpetua della canonica si spaventò. Don Gianmarco stava facendo colazione, abbondante come al solito e non ebbe il minimo cenno di scompostezza.
«Buongiorno, potete chiamarmi Don Mattia, per cortesia?» chiesi nervosamente
«Aspettami qui. Vado a cercarlo!» mi rispose lui con fare flemmatico e infastidito del fatto che aveva dovuto interrompere il pasto mattutino.
Dopo qualche minuto, sotto l'arcata della porta spuntò la testa di Don Mattia.
«Che succede, tesoro! Stamani sei caduta già dal letto? Sai che ore sono?»
Guardai l'orologio fissato al muro della stanza. Erano le sette e mezza della mattino. Il sole stava appena sorgendo. Fissai Don Mattia negli occhi.
«Devo parlarle con urgenza!»
Don Mattia rimase immobile per qualche istante. Sembrava come se un fulmine lo avesse colto all'improvviso. Poi mi guardò negli occhi e mi rispose.
«Vieni! Andiamo nel mio studio!»
Lo seguii per le scale, entrammo nello studio e ci chiudemmo la porta alle spalle.
«Dimmi cosa è successo?» chiese lui
«Ho fatto un sogno stranissimo, quasi raccapricciante! Ho sognato due piccoli serpenti della grandezza di trenta centimetri circa che si arrotolavano su loro stessi fino a divenire una sola spirale. Perché due serpenti? Fino ad oggi non abbiamo fatto altro che parlare di un serpente solo, e non di due! Che cosa vuol dire? Per me non ha un senso logico, ma sento che è collegato con tutto quello che mi sta accadendo.»
Don Mattia non rispose. Sembrava stesse cercando di dare un senso al mio sogno, forse una spiegazione logica.
«Il caduceo. Sai cos'è il caduceo?» mi chiese nuovamente.
«È un bastone con due serpenti attorcigliati intorno ad esso!» risposi
«Esatto. Devi sapere che il caduceo indica il potere di conciliare gli opposti. Il bene si unisce al male, il nero si unisce al bianco, il maschile si unisce al femminile, la malattia si unisce alla salute e così via.

Il simbolo del caduceo è utilizzato dai medici e rappresenta la forza del serpente e la sua capacità di guarire. Nella mitologia l'immagine del serpente rappresenta il rinnovamento e la trasformazione. Esso è considerato sacro e raffigura l'energia sessuale primordiale dalla quale scaturisce e si nutre la vita. È l'energia dinamica della donna, è il cosiddetto potere della dea.»
Don Mattia si mosse verso la sua libreria e prese un volume. Lo aprì e mi fece vedere un'immagine: «Molte dee erano rappresentate o accompagnate da un serpente tra le mani.
Inanna, Ishtar, Ecate, Demetra e Kali. L'immagine del divino femminile viene rappresentata nel suo aspetto luminoso quale Dea della Vita ed in quello nascosto e buio, quella Dea della Morte. La Dea della Vita viene vista come generatrice e sostenitrice. La Dea della Morte viene percepita come portatrice di distruzione e rinnovamento. È il ciclo di nascita, morte e rinascita.
Quando le donne governavano la società in cui vivevano, la sfera sacra e quella sessuale erano unite e concatenate tra loro. Molti vedevano le donne come creature magiche che erano in grado di influenzare e decidere la vita degli uomini, di compiere sacrifici umani, castrazioni ed opere aberranti. La nascita della vita da una parte e la morte dall'altra erano il ritmo naturale della Grande Dea Madre.
In seguito all'avvento della cultura patriarcale, tutti i simboli sacri alle antiche religioni furono macchiati di connotazioni negative o trasformati a uso e consumo del nuovo impero. Così il significato del serpente, che in epoca precedente era considerato del tutto positivo, con l'avvento del patriarcato fu gradualmente abbinato alle forze del male e del peccato, sottintendendo che il peccato fosse collegato al sesso.» terminò lui
«Ma cosa c'entra tutto questo con il mio sogno? Io ho fatto un sogno che sembrava quasi reale! Sembrava come se quei serpenti fossero veramente davanti a me, come se mi volessero dire qualcosa. Non capisco!» chiesi
«Non sei l'unica! - riprese lui - La maggior parte delle donne sognano serpenti. Molte donne ne hanno paura e li considerano strani e per questo desiderano che scompaiano. Ma quando imparano che il serpente, demonizzato insieme alla Dea Oscura, è l'anti totem delle donne e della guarigione, cominciano a introdurre le sue qualità positive nella loro vita. Ora tu devi fare proprio questo. Credo sia una sorta di messaggio inconscio. Penso sia giunto il momento di presentarti una persona. Si tratta di una donna, un'anziana donna, molto amica di mia madre. Lei potrà rispondere a molte delle tue domande e ti aiuterà a chiarire i tanti dubbi che assillano la tua mente. Questa signora abita in un paesino distante quaranta chilometri da qui. Vado subito ad avvertirla che saremo da lei questo sabato. Prenderemo il treno dopo il pranzo, in modo da essere a casa sua per il primo pomeriggio. Va bene?» chiese Mattia
Feci un cenno di consenso con il capo. Il sogno aveva scosso radicalmente la mia visione della realtà. Non sapevo cosa pensare.
Don Mattia mi guardò con estrema dolcezza e mi accarezzò il viso delicatamente. Il suo sguardo si posò sul mio. Mi baciò lievemente sulla guancia e chiusi gli occhi.
All'improvviso, alla base della schiena, all'altezza del coccige, sentii di nuovo la scossa provata il giorno prima al tocco lieve delle mani di Don Mattia.
Non sapevo cosa mi stesse accadendo. Qualsiasi cosa fosse non sapevo come spiegarla. Avevo il timore di perdere il controllo. Le labbra carnose di Don Mattia sfioravano la mia guancia e quella spinta di energia alla base del coccige divenne sempre più evidente.
Improvvisamente l'energia fece un balzo verso l'alto e il mio ventre sussultò. Sentii forte e violenta una scossa vibrare su tutta la schiena.
Don Mattia si ritrasse e mi guardò meravigliato.
«È kundalini?» mi chiese
«Non so! - risposi io - È la prima volta che provo questa sensazione. È diversa da quelle provate fino ad oggi!»
Don Mattia mi sorrise dolcemente e mi accarezzò il viso.
«Non sai quanto darei per vivere solamente una volta la sensazione che stai provando ora!» affermò lui con impeto.
«Credo che qualsiasi essere umano possa provare questa sensazione!» dissi prendendo le mani di Don Mattia e fissandolo direttamente negli occhi.
Non ebbi il tempo di finire la frase che Don Mattia ebbe un sussulto. Ritirò le mani e mi guardò impaurito.
«Mio Dio! Cos'era?» chiese lui
In quell'istante mi resi conto che il semplice contatto fisico aveva provocato in lui una reazione che non comprendeva e che lo aveva turbato. Il semplice tocco di una mano, una carezza sul viso faceva scattare un meccanismo strano che non riuscivamo a comprendere. Don Mattia mi guardò stupito, ma io non ero in grado di dargli una risposta. Entrambi eravamo incuriositi ma al contempo impauriti.
Fece un lungo respiro e chiuse gli occhi cercando di calmarsi.
Io guardai le mie mani e il corpo. Mi sentivo come invasa da una scossa elettrica. Cercai di tranquillizzarmi chiudendo a mia volta gli occhi. Feci un lungo respiro e misi la mano sulla fronte. Toccando la fronte vidi al centro davanti ai miei occhi chiusi, una luce bianca che si muoveva in tondo, come fosse un piccolissimo serpente che girava su se stesso tentando di inseguire la sua coda senza riuscire a prenderla. Aprii gli occhi di colpo spaventata e sgomenta. Inghiotti la saliva con un gesto di terrore. Stava accadendo qualcosa che non riuscivo a comprendere. Stavo vivendo qualcosa che non conoscevo e che Don Mattia ignorava completamente.
«È meglio che ora vada via!» dissi alzandomi di scatto dalla sedia.
«Aspetta!» proseguì lui con voce rauca.
Avevo il terrore che lui cercasse di toccarmi di nuovo, non sapendo cosa sarebbe potuto accadere. Mi avvicinai alla porta e girai lo sguardo verso di lui. Per la prima volta vedevo Don Mattia con occhi diversi. Era bello, veramente bello, con i suoi occhi neri e i capelli corvini, lisci e lunghi fin sulle spalle e le mani lunghe e affusolate, di una delicatezza attraente. Quel tremito alla base della schiena apparve di nuovo. Mi scuoteva dall'interno, mi parlava, mi diceva che era lì, dentro di me, che non se ne voleva andare.
"Cos'è veramente kundalini? E perché nessuno la conosce per quella che veramente è?" mi chiesi mentre Don Mattia continuava a scrutarmi mendicando una conoscenza che neppure io ero in grado di esprimere.
«Ho bisogno di stare un po' sola!» dissi uscendo dalla stanza
Mi diressi in fretta verso la cappellina. Aprii la porta e me la chiusi alle spalle. Fuori nevicava ancora e la cappella era il posto ideale per rimanere in silenzio a pregare. M'inginocchiai davanti al piccolo altare di legno. Chiusi gli occhi e rimasi a mani giunte per non so quanto tempo.
«È la donna che guida l'uomo alla propria divinità e alla contemplazione del proprio Spirito.» disse una voce nel silenzio della cappella.
Aprii gli occhi. Ero sola. Chi stava parlando?
«È la donna che, esprimendo il suo potere di Madre e Dea, consente all'uomo di realizzare la più alta elevazione spirituale!» proseguì quella voce.
Voltai lo sguardo verso la porta. In piedi, davanti a me, con le braccia incrociate all'altezza del petto, c'era la figura di una donna vestita di bianco. Sorrideva di un sorriso misticamente leggiadro. La guardai attonita e nello stesso tempo, incuriosita.
«Ricorda! Il serpente è la rappresentazione inconscia della kundalini, è l'immagine del potere della Madre. Tu stai vivendo l'esperienza del risveglio consapevole della kundalini e non devi averne paura! Presto, molto presto, comprenderai appieno le potenzialità di questa potente energia, che governa l'universo. Di essa ti nutrirai e con essa giocherai, e i misteri della divinità ti saranno rivelati!»
La bellezza di quella donna era straordinaria. Il volto era limpido, radioso e perfetto. I capelli lunghi del colore del rame le coprivano quasi il petto.
Sorrideva e mi guardava con una dolcezza incomparabile.
«Chi sei?» chiesi io intimorita
«Io Sono tua Madre, tua Sorella e tua Figlia! - rispose - Non aver paura dei tuoi sentimenti! So cosa stai provando! Sappi che noi donne siamo tutte Dee e che dentro di noi è nascosto un potere immenso. Non nascondere i tuoi sentimenti e le tue emozioni, non averne mai paura. È proprio la tua emozione più grande che ti permetterà di continuare a vivere!»
Detto ciò, la donna scomparve e rimasi nuovamente sola. Mi alzai dall'inginocchiatoio e ripensai alle sue parole. Era vero! Stavo provando qualcosa di nuovo. Ero tremendamente attratta da Don Mattia, dal suo corpo, dalla sua pelle, dal suo profumo, da tutto il suo essere. Aprii la porta della cappellina e mi diressi nuovamente nella stanza di Don Mattia. Lui era ancora seduto dove l'avevo lasciato qualche minuto prima. Appena mi vide fece un lieve sorriso. Mi avvicinai e mi sedetti nuovamente davanti a lui. Ci guardammo negli occhi.
Feci un respiro lunghissimo e gli presi le mani consapevole che quella profonda energia sarebbe apparsa di nuovo, da un momento all'altro. Don Mattia ebbe un sussulto, ma non mi lasciò le mani. Mi resi conto che quel contatto era determinante. Chiusi gli occhi e fissai la luce che appariva al mio sguardo interiore. La luce iniziò a muoversi in tondo fino a formare una spirale che si muoveva continuamente.
Don Mattia ebbe un secondo sussulto, ma non lasciò le mie mani. All'improvviso sentii una profonda sensazione di vento che si muoveva dentro di me. Aprii gli occhi. Don Mattia stava piangendo. La sua bellezza mi conquistò completamente. Avvicinai la mia testa al suo petto e mi appoggiai a lui. Solo allora mi lasciò le mani e mi abbracciò dolcemente. Per la prima volta i nostri corpi si toccarono. Iniziammo a piangere mentre quel fremito di energia ci invadeva completamente.