Capitolo 13 - Il potere della donna

15.05.2025


"Pachamama,

madre santa, madre amata,

madre venerata,

tu che ci dai il cibo quotidiano

e che ci accogli nella tua casa,

tu che ci proteggi nel tuo grembo,

tu che fai in modo che il nostro cammino sia sicuro,

infondimi pace e tranquillità.

Ispirami così che io possa trovare

la saggezza e la conoscenza."

(Inhariy – H. H. Mamani)


Mi alzai di buon mattino con l'intenzione di rassettare la casa e fare un po' di pulizie. Presi le carte di nonna Eugenìa e le misi nel cassettone. Riordinai le stanze, cambiai le lenzuola del letto, arieggiai la casa e mi preparai un pranzo veloce perché il treno partiva alle 14.00.

Mattia bussò alla porta.

«Sei pronta?» mi chiese lui

«Sì!» risposi io prendendo cappotto e sciarpa.

Notai subito che Don Mattia non indossava il clergyman. Mi afferrò per mano e ci avviammo per la stradina principale del paese. Rimanemmo in silenzio per tutto il tempo. Non c'era nulla da dire. Il nostro sguardo parlava per noi. Il viaggio fu veloce. In meno di un'ora eravamo alla stazione di Castelvecchio. La casa di Donna Marta era molto umile e piccola.

L'abitazione era circondata da un piccolo giardino, completamente ricoperto di neve. Donna Marta ci fece entrare in casa, passando per uno stretto ingresso. Ci togliemmo i cappotti ed entrammo in un'altra stanza, piena di candele accese. Si sentiva un forte odore di incenso bruciato che quasi dava fastidio alla gola.

Ci fece accomodare intorno a un tavolo e mise sulla stufa una pentolina con dell'acqua.

«Con questo freddo vi farà bene una tisana calda e fumante!» disse lei con semplicità.

L'anziana donna ci guardò con i suoi profondi occhi neri, ci scrutò per un istante e sorrise come se avesse capito che tra noi due c'era qualcosa di strano, una insolita attrazione.

«Chi è il tuo guru?» chiese lei rivolgendosi a me.

«Il mio guru?» dissi senza capire cosa mi stesse chiedendo.

«Il tuo maestro, ragazzina, colui che ti sta guidando nella tua ricerca spirituale!» insistette Donna Marta.

Io la guardai ignara di quelle parola. Non sapevo cosa rispondere. Avevo solamente una gran voglia di scappare via da quel luogo, troppo mistico per i miei gusti. Mattia mi strinse forte la mano e mi guardò cercando di tranquillizzarmi.

«Allora? Mi rispondi?» proseguì guardandomi intensamente negli occhi.

Don Mattia intervenne.

«Donna Marta, se mi permettete ve lo dico io. Ritengo che il suo Maestro sia colui che noi conosciamo con il nome di Yeshua. Sono molti giorni che Micaela ha dialoghi con lui ma, ancora si vergogna di dirlo apertamente.»

Donna Marta iniziò a guardarmi un po' più da vicino. 

«Alzati e girati! - mi disse con tono autoritario - Fa' un giro su te stessa, poi fermati davanti a me!»

Feci come mi aveva chiesto e rimasi ad aspettare. Guardai Don Mattia che con il capo mi fece un gesto di consenso.

«Siediti accanto a me! - disse Donna Marta prendendo una sedia. Ora chiudi gli occhi e metti le mani sulle cosce con i palmi rivolti verso l'alto!»

Obbedii con un po' di titubanza. Avevo la strana sensazione che quella donna mi stesse guardando dentro. Di colpo kundalini ebbe un sussulto. Fissai l'occhio cristico come mi aveva spiegato Yeshua e cercai di controllarne il movimento. Lasciai che kundalini si muovesse nel suo gioco a spirale e pian piano mi rasserenai.

«Apri gli occhi!» proseguì l'anziana donna

«Ho visto quel che hai fatto con la tua energia e ritengo che tu non abbia nulla da imparare da me!»

Mi sentivo quasi offesa. Don Mattia mi aveva portata in quel luogo con il desiderio di farmi conoscere qualcosa che lui riteneva sacro e quella donna mi stava praticamente cacciando dalla sua casa.

«Da me non hai nulla da imparare. La tua potenza ti aiuterà a comprendere il mondo e tutti i misteri della vita! Puoi tornartene a casa!» proseguì Donna Marta.

«Come? Perché siamo arrivati fin qui, allora?» chiesi infastidita.

«Non ho nulla da insegnarti! Te l'ho detto!» insistette lei

«Mi dispiace, Donna Marta, ma non riesco a credere alle vostre parole! - risposi delusa - Don Mattia mi ha convinta che da lei avrei imparato molte cose, invece mi state cacciando come fossi una mendicante. Voi non potete giudicare una persona solo da questo! Cosa avete capito di me, in così poco tempo. Mi avete giudicata solamente da un'apparenza!»

«Ho compreso abbastanza. Vattene!» disse lei con prepotenza.

Mi alzai dalla sedia e feci il gesto di uscire dalla stanza. Don Mattia mi raggiunse senza dire alcuna parola, senza comprendere il motivo della reazione di Donna Marta ed aprì la porta.

«Certo! Me ne vado!» dissi ancora più infastidita.

All'improvviso notai che il suo corpo aveva uno strano bagliore. Guardai incuriosita le stupende luci intorno a se. Il contorno del suo corpo era di un colore simile al viola e al blu. Avevo l'impressione di vedere un altro corpo intorno al suo corpo fisico. Donna Marta, allora si diresse verso di me, mi guardò diritta negli occhi.

«Cos'hai visto?» chiese lei

Avevo paura di parlare. Se avessi detto che la sua forma corporea sembrava evanescente mi avrebbe presa per matta. Lentamente il bagliore intorno al suo corpo divenne più forte e i colori divennero quasi trasparenti. Rimasi impalata a guardare quello spettacolo di luci variopinte dal tenue colore lilla e spalancai la bocca come una bimba che aveva appena visto un arcobaleno per la prima volta. Allora il suo sguardo cambiò e gli occhi s'illuminarono di una luce straordinaria. Spalancò un sorriso stupendo e mi prese le mani.

«Perdonami, se sono stata un po' scorbutica, ma era l'unico modo che avevo per sapere fino a che punto sei in grado di arrivare. Intravedo, nei tuoi occhi, che riesci a vedere la mia vera natura. Dimmi, ti fa paura?»

Continuavo ad osservare quelle luci con un senso di timore e di curiosità nello stesso tempo. In quell'istante compresi che quella donna era diversa, aveva qualcosa di «particolare». E mi tornò alla mente la frase di Yeshua, "Quando sarai pronta ti rivelerò la mia vera natura!".

Il suo corpo sembrava trasparente, quasi a scomparire. 

«No! Non ho paura! Solamente mi chiedo come fate.»

Lo sguardo di Donna Marta cambiò improvvisamente. Il volto si fece sempre più dolce e mistico.

«Io posso insegnarti cose che nei libri non troverai scritti, misteri che solo una donna può insegnarti, ma per essere in grado di affrontare e comprendere questi misteri devi essere disposta a fare molti sacrifici! Te la senti!»

Sapevo perfettamente che quella mia decisione avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

«Sì, Donna Marta, sono disposta!» risposi senza pensarci troppo.

«Bene! Cominciamo sin da ora! Don Mattia, la ringrazio per avermela portata! Vi chiedo, cortesemente, di lasciarci sole per un po'!» disse Donna Marta

«Va bene, Donna Marta. Ma per le cinque del pomeriggio dobbiamo andar via altrimenti rischiamo di perdere il treno!»

L'anziana donna si aprì in un sorriso dolcissimo.

«Vengo a riprenderti tra circa due ore! Mi raccomando. Cerca di fare tesoro di tutto quello che ti dirà.» mi disse prima di lasciare la casa e intravedendo nei suoi occhi una lucentezza mai vista prima.

Donna Marta ora appariva al mio sguardo come una bambina che aveva ricevuto il dono più bello.

«Sapevo che sarebbe giunto questo giorno, lo sapevo. L'universo ha ascoltato le mie preghiere. Ora sono convinta che non tutto è perduto. Tu sei la giovane che sto aspettando da lunghi anni. Vieni! Vieni con me.» mi disse Donna Marta spostando la tenda che copriva una porta.

La stanza in cui entrammo era molto piccola ma ben pulita, ordinata e arredata in modo semplice. Al centro della stanza c'era un tappeto rosso poggiato a terra. Da un lato della stanza c'era una portafinestra che dava in un cortile interno. Su una parete vi era uno scaffale con alcuni libri ordinatamente poggiati. Su un'altra parete una cartina geografica mai vista prima, rappresentava i cieli, con il nostro pianeta, il sole, la luna e tutti gli altri pianeti. Donna Marta aprì la finestra per far uscire il forte odore di incenso che aveva invaso la stanza.

«Ti va di raccontarmi del tuo incontro con Yeshua?» mi chiese facendomi cenno di sedermi a terra sul tappeto.

Ci sedemmo entrambe. Lei nella sua lunga gonna variopinta sembrava un mazzo di fiori al centro della stanza. Feci un lungo sospiro e iniziai a raccontarle cosa mi era accaduto, sin nei minimi particolari.

L'anziana donna rimase in silenzio ad ascoltare ogni mia parola. In quel momento, mentre parlavo, avevo l'impressione, la bellissima sensazione che quella donna sapesse cosa stessi provando.

«Quanti anni hai?» mi chiese dopo qualche istante

«Ho trent'anni!» risposi prontamente

«Devi sapere che moltissimi anni fa, quando mi apparve per la prima volta Yeshua, provai la stessa identica emozione che hai provato tu. Per molti anni, il tuo maestro è stato il mio maestro e per molto tempo, mi ha insegnato quello che ora sta insegnando a te. La differenza tra me e te è che tu sei già una Miriam!»

Donna Marta si fermò. Rimase immobile, senza parlare, guardandomi diritta negli occhi.

«Che cosa vuol dire, "sei già una Miriam"?» chiesi io

«Devi sapere che molti secoli fa, esisteva nel Tempio che ora si trova a File, un gruppo di donne che venivano chiamate le Sacerdotesse di Iside, le colombe bianche di Iside. Queste donne erano anche conosciute nel mondo esseno come le Miriam. Erano giovani donne che dedicavano la loro vita allo studio ed alla meditazione. Esse conoscevano tutte le tecniche per risvegliare e controllare il risveglio della kundalini. 

Miriam Anna e Miriam Miryae, appartenevano entrambe all'ordine delle Miriam. Il loro compito era di curare le persone ed insegnare loro come risvegliare la potente energia kundalinica.

Tutte le Miriam avevano una vasta conoscenza della medicina e della biologia. Erano grandi taumaturghe e curavano spesso le persone malate con unguenti ed oli preparati personalmente da loro.

Sia Miriam Anna che Miriam Miryae, la prima Maestra e l'altra Discepola, conoscevano molto bene le erbe e preparavano i medicinali.

Comincio a pensare che se Don Mattia ti ha portata qui da me, è perché ti ritiene in grado di comprendere delle verità che non tutti conoscono e che tu hai il dovere di divulgare e far conoscere al mondo intero.

Ora, per prima cosa, voglio farti comprendere che, in quanto donna, hai un potere unico e straordinario. Tuttavia, questo potere è latente e nascosto dentro di te. Ho visto con piacere che sei stata in grado di tenere a bada e controllare la tua kundalini, abbastanza bene. Ma non basta. C'è qualcosa che il mondo non conosce, che le donne, tutte le donne ignorano, una verità che se conosciuta riporterebbe dignità e forza a un insegnamento che è rimasto nascosto sotto la polvere per secoli e che oggi può essere svelato e reintegrato. Si tratta del potere della creazione, del potere dell'energia cosmica, di quella grande e potente arma che Miriam Anna e Miriam Miryae e tutte le Grandi Sacerdotesse di ogni tempo hanno sempre posseduto. Si tratta di un potere che ogni donna possiede ma che, purtroppo, è rimasto nascosto nei secoli perché privato della sua dignità

Donna Marta mi stava raccontando qualcosa che non mi era completamente nuovo.

«Mia nonna mi raccontava spesso di un «segreto» che avrebbe potuto cambiare il mondo. Lei mi diceva anche che questo potere poteva essere un'arma molto potente, e che se non lo si conosceva bene, poteva divenire anche molto pericolosodissi io

«Esattamente così. Noi donne, abbiamo un dono straordinario, ma che purtroppo non è mai stato considerato nel suo significato positivo. Conosci la storia del frutto dell'Albero della conoscenza del bene e del male? La storia di Adamo ed Eva?»

«Certamente! - risposi – Ne ho parlato a lungo anche con Yeshua. E sono arrivata alla triste conclusione che la Chiesa oggi, non è più in grado di nascondere la verità a nessuno, né tantomeno di riuscire ad interpretare nel modo corretto l'insegnamento di Eva e Adamo

Donna Marta divenne improvvisamente molto seria.

«Gli uomini di Chiesa di oggi non conoscono nulla di quello che fu l'originario insegnamento dato da Yeshua e Miryae, non riescono neppure ad immaginarlo. Tuttavia, Dio ha voluto che questo insegnamento non andasse perduto per sempre. Il semplice fatto che tu sia qui, di fronte a me, è la dimostrazione del fatto che c'è ancora una possibilità. Ciò che viene narrato nella Bibbia è assolutamente vero, ma è stato spesso interpretato in maniera scorretta. Ora ti racconto un'altra storia. Ascoltami attentamente!

«La piccola Eva era in preghiera nel suo giardino. Chiuse gli occhi e si trovò nel suo piccolo Eden.

Eva si sedette a terra, chiuse gli occhi e una scossa di vento le toccò la schiena. Nel suo occhio interiore ecco che apparve una luminosa scia a forma di serpente. Eva allora la toccò con la mano del pensiero e le chiese: "Chi sei?".

La scia a forma di serpente arrotolato, alzò il suo capo e la fissò negli occhi della mente e le rispose: "Io sono la Sapienza, la potenza e l'intelletto. Io sono la parte più elevata del tuo essere, sono la divinità della tua anima, sono il guardiano della tua vita".

Eva rimase a guardare quella forma evanescente e vide che iniziava ad allungarsi intorno al suo albero.

Il serpente continuò: "Io sono il guardiano di questo albero, che vive dentro di te e solo tu puoi prendere e assaporarne il frutto. Se prendi il frutto di quest'albero, diventerai una vera donna e acquisterai tutti i poteri che la donna porta in sé."

Allora Eva prese il frutto del suo albero e lo mangiò. All'improvviso il serpente fece un lungo balzo in avanti, la morte nella sua vulva ed entrò nel suo ventre.

Eva sentì un forte calore nel corpo, che saliva dal basso verso l'altro, toccandole il cuore, la gola e poi la testa.

In quello stesso istante il serpente si rizzò diritto e si mostrò a lei in tutta la sua potenza, le baciò il capo e le disse: "Ora, sei una donna e ne possiedi tutti i poteri, quelli della creazione e quelli della distruzione. Ora possiedi la conoscenza del mistero della nascita e della vita. Accetta questi doni e amali sempre incondizionatamente, altrimenti, saranno la tua rovina e ti distruggeranno."

La piccola Eva, sentiva un fuoco, un calore straordinariamente potente che bruciava dentro di se. Nel suo capo riecheggiava un suono forte e prorompente, che rimbombava in tutto il suo essere. sentiva un'energia immensa che voleva espandersi verso l'esterno. Si fece guidare da quell'energia e la seguì, nel suo percorso verso l'alto, finchè non la vide uscire con potenza.

Allora Eva gridò il suo primo orgasmo al mondo. L'energia del serpente sotto forma di spirale le aveva fatto conoscere la divinità dentro di sé.

Completamente appagata e nella piena realizzazione del suo sé, Eva si lasciò andare. Si sdraiò sull'erba del suo giardino e si addormentò. Al suo risveglio, con l'anima serena e rilassata, chiuse ancora per un istante gli occhi e vide che dentro di sé, nel suo ventre, giaceva addormentato il serpente arrotolato.»

La storia raccontata da Donna Marta era bellissima. 

«Dimmi. Cosa hai compreso?» mi chiese Donna Marta

«Esattamente ciò di cui mi ha parlato Yeshua qualche giorno fa! Il serpente non rappresenta il simbolo del male, ma è una semplice allegoria per spiegare la potenza e la forza della donna! Il serpente non deve essere dominato, ma semplicemente controllato

Donna Marta mi guardò compiaciuta.

«Brava! Ma c'è dell'altro. L'incontro di Eva con il serpente rappresenta allegoricamente anche l'inizio del ciclo mestruale, quindi la crescita fisica della bambina che diviene donna. Il serpente arrotolato rappresenta il silenzio della bimba cioè la fase verginale, il risveglio del serpente rappresenta la fase ovulatoria della donna, ossia l'apice dell'ovulazione. Il serpente diritto rappresenta l'amplesso della donna. Subito dopo il serpente ritorna nel suo cammino inverso, nel ventre della donna, e questa è la fase del ritiro, quella pre-mestruale; infine la fase ultima, che rappresenta la fase mestruale vera e propria, è il momento del riposo.

Il potere e l'energia che dapprima Eva ha sentito come vergine e come bambina, diviene poi maturo nella donna e diverrà infine sapienza, conoscenza ed intelletto, nella donna anziana.

Il gesto di Eva di raccogliere il frutto simboleggia il ciclo della vita, formato dalla morte e dalla rinascita, in un ciclo continuo e costante, che si esprime attraverso la natura, come ad esempio le quattro stagioni: primavera, estate, autunno e inverno.

Il frutto che Eva mangia consiste nell'accettazione della ciclicità della vita e fornisce la conoscenza del ritmo ciclico della vita, attraverso la donna ed il suo stesso corpo.

Le mestruazioni di Eva sono viste solamente come fonte di morte e senza un seguito ciclico, quindi senza rinascita ed il dono della mela si trasforma in una vera e propria maledizione.

In verità, la mela che Eva dona ad Adamo, rappresenta l'offerta della conoscenza e della consapevolezza dell'Albero della Vita attraverso il suo corpo e il suo spirito.

Il ciclo mestruale e il frutto del mestruo non possono essere colti da Adamo perché lui è un uomo e il frutto rappresenta la ciclicità naturale della donna. In sostanza il frutto può essere donato all'uomo, solamente dalla donna che lo ha colto, lo ha mangiato e lo ha assaporato.

Nella Sacra Bibbia, l'episodio di Eva ed Adamo che mangiano la mela, viene visto da un punto estremamente negativo, come una debolezza. In verità, il frutto comporta una completa accettazione del potere del serpente e dell'energia sessuale che è parte sia della donna che dell'uomo.»

All'udir quelle parole mi resi conto che Donna Marta aveva molto da raccontarmi e da insegnarmi. Non potevo far altro che ascoltare in rispettoso silenzio tutte le sue parole. Durante la catechesi mi era stato insegnato che Eva era stata creata dalla costola di Adamo, che era stata messa accanto a lui perché lui non fosse solo. Mi fu spiegato che Eva era stata ingenuamente ingannata dalle false promesse di un serpente infido e falso. Mangiando del frutto posto al centro, Eva aveva disobbedito all'ordine di Dio e spinto a fare altrettanto anche Adamo, causando la rottura di tutto ciò che «era buono». La prima donna, Eva, era la colpa della miseria dell'uomo e non si dava nessun tipo di responsabilità ad Adamo. Donna Marta mi stava dando una spiegazione dell'evento da un punto di vista completamente diverso.

«Ti sto parlando del ciclo che la donna vive nella sua esistenza, dalla nascita fino al termine dei suoi giorni, in ogni incarnazione, ciclo che viene influenzato quotidianamente dalle fasi lunari. Ancora oggi ci sono molte donne che calcolano il proprio ciclo mestruale osservando le fasi lunari. Tuttavia, il concetto di mestruazione e ciclo mestruale, viene visto e considerato come una tabù e non si riesce più a comprendere il significato spirituale dell'incontro di Eva con il proprio Sé. Nei tempi antichi le fasi muliebri erano celebrate con dei veri e propri riti considerati sacri, con delle feste molto particolari e lunghi momenti di meditazione. La giovane che entrava a far parte del mondo delle donna con il primo mestruo onorava il proprio ciclo come un vero e proprio momento di magia, di intimità e scoperta del segreto della vita. In poche parole, la giovane donna apprendeva l'insegnamento più importante, cioè che attraverso il dono del flusso mestruale, nasceva la vita. Oggi questo concetto ci sfugge, nascosto dietro la paura di comunicare con il proprio corpo. Al contrario, noi donne sappiamo che il ciclo mestruale è qualcosa che fa parte di noi e che influisce in modo determinante sulla nostra esistenza e sulla vita quotidiana. E poiché esso è legato al corpo e al ciclo del sangue, voglio che ora ti concentri sul tuo corpo. Devi entrare in sintonia con esso, devi ascoltarlo, seguirne ogni suo movimento ed essere in grado di capire ciò che sta tentando di comunicarti. Sappi che ogni volta che una parte del tuo corpo prova dolore, significa che in quel punto del corpo c'è qualcosa che non va. Un dolore al piede, alla schiena o allo stomaco, può essere la conseguenza di una postura errata o di un alimento ingerito che non fa bene al tuo corpo.»

Donna Marta si alzò da terra e si diresse verso la scrivania, prese un libro con una copertina verde e tornò verso di me.

«Prendi questa agenda e annota ogni giorno quello che provi e senti nel tuo corpo. Annota tutto quello che ti succede. Segna la data della tua ultima mestruazione. Segna il giorno in cui hai iniziato ad ovulare e quello in cui termina l'ovulazione. Cerca di annotare tutto e osserva il periodo lunare. Controlla il calendario e verifica la fase lunare in cui hai l'ovulazione. All'inizio questo strano esercizio ti apparirà stupido ma, a lungo andare ti renderai conto, che ti sarà di grande aiuto. La tua mestruazione ti aiuterà a farti capire che tutte noi siamo governate dalla Luna. La Luna è il simbolo dell'archetipo femminile e attraverso l'osservazione delle sue fasi comprenderai molto del tuo corpo e del tuo essere. Tieni presente che la luna influisce molto sul tuo ciclo mestruale. Esso è molto importante per una donna. Ogni mestruazione viene definita una piccola morte e ogni fase di ovulazione viene definita come una rinascita. Nel suo ciclo di morte e rinascita la donna deve saper comprendere la sua forza ed il suo potere. La donna che diventa consapevole del suo ciclo mestruale impara a interagire con tutto ciò che è concreto e tangibile e tutto ciò che è invisibile, riesce a vedere laddove per l'uomo è solo buio e nebbia, impara a comunicare con la parte spirituale della vita. Ora ti chiedo di ragionare anche su questo aspetto. Cerca di pensare al tuo corpo nella sua integrità, senza tagli né lacerazioni. Ora immagina il taglio della lama di un coltello. Cosa accade se un coltello ti lacera la pelle?» mi chiese Donna Marta

«Il corpo inizia a sanguinare!» risposi

«Proprio così. Il nostro corpo umano, quando vive la fase del sangue mestruale, è come un corpo ferito, perde sangue fino alla completa fuoriuscita. Devi sapere che nei tempi antichi quando era necessario fare delle offerte sull'altare si usava adoperare il sangue mestruale, perché si riteneva che avesse delle forti vibrazioni. Un altro aspetto molto importante nell'offerta del sangue mestruale era che in questo modo si evitava un inutile sacrificio umano, e si attribuiva al rito una potenza maggiore. Si pensava, infatti, che il sangue mestruale fosse più potente del sangue di qualsiasi essere vivente ucciso. Purtroppo, mia cara, non è stato sempre qualcosa di positivo. La verità è che l'uomo ha paura di tutto ciò che non riesce a comprendere e il ciclo mestruale della donna, rientra nell'ambito delle materie che non comprende, nel mondo del mistero e della magia. Proprio per questo motivo si diceva che la donna nei giorni del ciclo divenisse una strega. Attraverso il ciclo la donna accedeva a uno stato di coscienza diverso grazie al quale profetizzava, riceveva visioni e sogni, percepiva immagini simboliche, che poi trasformava in riti sacri. In molti ambiti religiosi alla donna mestruata veniva vietato l'accesso ai luoghi sacri, perché in quelle condizioni, che esulano dalla normalità, era considerata impura. La donna veniva poi riammessa nel luogo sacro solamente al termine delle mestruazioni o dopo un determinato periodo ed a seguito di un rito di purificazione. In verità, durante il ciclo mestruale la donna si purifica dalle impurità presenti nel corpo e assorbe una nuova energia, pulita e magnetica. Esistevano molte tribù che consideravano il flusso mestruale quale momento liberatorio del corpo della donna. La mestruazione non veniva considerata dal punto di vista negativo, come fosse una maledizione. Al contrario, si pensava che la donna, durante il mestruo ricevesse il dono della rinascita. In molte culture il sangue ed il ciclo della donna era collegato al simbolo del serpente e al ciclo della rigenerazione. Il serpente nel ciclo di perdita della sua pelle e della sua rigenerazione rappresentava, più di ogni altro essere, il ciclo di morte e rinascita che fa parte della vita di ogni persona.»

Donna Marta chiuse gli occhi e rimase immobile per qualche istante.

Attesi in rispettoso silenzio. Quando riaprì gli occhi mi sorrise con estrema dolcezza. I suoi occhi apparivano più larghi e raggianti. Sembrava stesse vivendo un momento di mistica gioia.

«Vuole dirmi che il simbolo per eccellenza della bellezza femminile, il sangue mestruale, divenne un segno di impurità?» chiesi io

«Purtroppo sì! Questo è accaduto, perché nei corso dei secoli si è perso il significato mistico del sangue mestruale. Nell'antichità si comprendeva una verità che oggi è inaccessibile alla maggior parte delle donne, ma che tu avrai il compito di mantenere viva e divulgare. Quando la donna perdeva il sangue del mestruo, si diceva potesse accedere a un potere e una visione divina superiore. Attraverso il flusso la donna porta con sé il mistero della vita nel proprio corpo. Attraverso il suo grembo fertile, dona la vita a un altro essere umano, lo nutre della sua stessa linfa e lo cresce, finché non sarà in grado di vivere in modo autonomo. In molte religioni, il mistero della vita nel grembo della madre è spesso rappresentato come un vaso magico, come un calice, come il Santo Graal

Donna Marta si interruppe. Sapeva di aver acceso una piccola miccia e attendeva soltanto che io reagissi a quella sua affermazione.

«Conosco molto bene la storia del Santo Graal! Si narra che Giuseppe di Arimatea avesse raccolto il sangue di Gesù nella coppa dove lui aveva bevuto il giorno dell'ultima cena. Si racconta anche che colui che beve da quella coppa ha in dono la vita eterna. Ritengo siano soltanto leggende prive di fondamento, stupide e fuorvianti.» affermai io ricordandomi della preparazione datami da nonna Eugenìa

«Cosa sai del Santo Graal?» mi chiese Donna Marta incuriosita dalle mie parole.

Alla domanda di Donna Marta, mi tornò alla mente la storia che nonna Eugenìa mi aveva raccontato quando ero ancora una bambina e il ciondolo che tenevo segretamente nascosto.

«Solitamente si immagina il Santo Graal come il calice contenente il vino che Cristo offrì ai suoi discepoli durante l'Ultima Cena pronunciando le parole "Questo è il mio sangue". Quest'azione ha assunto nella storia del cristianesimo un significato rituale molto importante, perché si ritiene che il gesto del Cristo sia stato un sacrificio vero e proprio. In verità, il Santo Graal rappresenta l'utero della donna! Il Graal rappresenta il potere divino femminile, mediante il quale l'uomo raggiunge e realizza la sua divinità. Il calice ha una forma circolare, è un recipiente, un vaso ricolmo di sangue. Ma questo vaso rappresenta l'immagine metaforica dell'utero femminile. Allora il Santo Graal assume un ulteriore e possibile significato rispetto a quello tradizionalmente attribuitogli. La donna, col suo utero è il Santo Graal. Ella contiene il più grande dei misteri della vita, simboleggia il potere divino dell'essere umano, la potenza rigeneratrice e trasformatrice.» dissi io senza pensarci troppo.

Donna Marta sussultò per un attimo e poi esplose in una risata. Sembrava divertita e per nulla stupita di quello che avevo detto.

«Conosci la storia dell'Albero nel Grembo?» mi chiese all'improvviso.

Alla sua richiesta ebbi un attimo di tremito. Raccontai brevemente la storia che mi aveva raccontato nonna Eugenìa quando ero una bambina, sull'Albero della Donna nel ventre e della forza della donna.

«L'albero sviluppa le sue radici verso la Terra, si espande e si dilata nel ventre della Terra, della Madre Terra e il suo germoglio verso l'alto, innalzandosi e protendendosi verso il cielo e sviluppandosi in ogni direzione. L'albero è il simbolo della sacralità della donna. Esso, come la donna, è femminile perché è portatore di frutti, è protettivo perché tra i suoi rami accoglie gli uccelli. Il frutto che cade dall'albero contiene il nuovo seme che germoglierà e darà nuova vita a un nuovo albero. La Terra, allora, accoglierà il seme caduto nel suo grembo così che dal frutto caduto, che rappresenta la morte, nascerà un nuovo albero. L'albero offre la vita nella sua morte.»

Donna Marta spalancò le braccia ed esclamò.

«L'universo sia lodato! L'universo sia glorificato! L'universo sia ringraziato! Tu sei una Luce nella mia vita. Tu sei la speranza che non tutto è perduto

Donna Marta sembrava fuori di sé dalla gioia. I suoi occhi brillavano di una luce intensa. Le sue mani si agitavano come volessero ringraziare tutto il creato.

«Devi comprendere che Miryae, rappresentava la Figura Primordiale Femminile. Lei era il Santo Graal, il Calice Sacro, il recipiente che dona sapienza, intelletto, salute e nutrimento, la rappresentazione simbolica per eccellenza della Dea!» proseguì Donna Marta nella sua spiegazione.

«Questa grande donna, fino alla fine della sua vita, ha vissuto consapevolmente il compito e il ruolo che le era stato assegnato. Era una donna in grado di comprendere la sua forza interiore divina. Per mezzo di questa sua consapevolezza era in grado di interagire con tutto ciò che era visibile e invisibile. Era considerata una grande guaritrice e una grande sacerdotessa. Devi sapere che esistono alcuni vangeli che descrivono dei riti e delle cerimonie che ricordano le pratiche tantriche indiane, e consideravano il sangue mestruale come un vero e proprio sacramento. Ma andiamo per ordine. Non voglio crearti delle confusioni.

Miriam Miryae era una Sacerdotessa, come lo era Miriam Anna. Purtroppo di questa verità, oggi non si ha più alcuna base certa, perché la chiesa del quinto secolo dopo Cristo, ha dichiarato e condannato Miryae quale semplice meretrice e prostituta. Così facendo ha crocifisso non solo Gesù Cristo, ma anche la sua compagna. Inoltre ha distrutto molti testi sacri, che avvalorano questa verità. Oggi esistono solo copie di copie di antichi manoscritti che raccontano cosa è realmente accaduto nella terra della Palestina e dell'Egitto circa 2000 anni fa e nel frattempo, ha scritto libri e stabilito dogmi che vanno contro l'intero insegnamento di Yeshua e Miryae. Con il passare del tempo e l'avanzare della pressione della Chiesa e della società maschile le donne sono state accusate ingiustamente di essere delle streghe solamente perché erano in grado di guarire.

Nel Medioevo la Chiesa Cattolica, tramite due monaci domenicani Henrich Kramer e Johann Sprenger, scrisse e diede diffusione al libro più abbietto del mondo: il Malleus Maleficarum, «Il maglio delle Streghe». Questo volume, pubblicato nel 1486, accusava la donna di atti di lussuria e di fornicazione di ogni genere e dichiarava, senza mezzi termini, che la donna capace di guarire era per definizione una «strega» e che doveva essere bruciata viva.

Veniva indicata come strega la donna che curava le persone con le erbe, la levatrice, le donna anziana che veniva considerata saggia e che dispensava consigli a coloro che la interpellavano, sul tempo della semina, del raccolto ed altro ancora.

Veniva indicata come strega la donna che prediceva il futuro e che ostacolava l'opera dei preti, che avrebbero dovuto svolgere questo ruolo indiscriminatamente ed esclusivamente. Come non bastasse la donna veniva considerata una criminale, eretica, infedele, lussuriosa, peccaminosa, sconcia, vendicativa che avvelenava la gente, controllava la fecondazione, causava impotenza agli uomini, li evirava, li conduceva alla dannazione, provocava aborti, stringeva patti con il diavolo e si accoppiava con lui. Per questo motivo venne condannata a essere una strega, torturata e poi messa al rogo. Le accuse erano spesso infamanti ed avvenivano solo per trasformarle in streghe da perseguitare. La Chiesa, inoltre, confiscava tutte le proprietà delle donne che uccideva, si arricchiva di conseguenza sulle spalle delle loro famiglie e le privava di ogni bene. Le pratiche di guarigione ed i poteri delle donne furono equiparati ai poteri del male e lentamente ci privarono di tutta la nostra dignità. Con il Malleus Maleficarum non solo la donna divenne uno strumento del demonio, ma venne affermato che la pratica sessuale con una entità non corporea rappresentasse un fatto gravissimo. In questo diktat si stabilisce la più grande bestemmia e contraddizione della storia cristiana. Non accettando un atto sessuale con una entità non corporea perché opera del demonio, si contraddice anche il concepimento di Gesù da parte della Vergine Maria ad opera dello Spirito Santo. Miryae oltre ad essere accusata di essere una prostituta proprio per allontanare la figura della donna da un Gesù celibe e casto, Unigenito Figlio di Dio, fu accusata di essere una strega e posseduta dai demoni.

In verità, Miryae era una profonda conoscitrice delle erbe e delle loro proprietà curative e sapeva preparare oli e balsami. I balsami e gli oli adoperati sulla pelle e sui capelli di Gesù, furono preparati direttamente da lei e non comprati come falsamente si legge sui vangeli. Non solo! Miryae conosceva molte piante allucinogene, in grado di aiutare le persone a lasciare il corpo fisico.»

Donna Marta aveva iniziato a parlare senza fermarsi neppure un istante. Mentre mi raccontava tutti quei particolari, mi chiesi da quanto tempo aspettava quel momento. Molto probabilmente aveva represso dentro di se tutto quel suo sapere. Ora aveva la possibilità di parlare con qualcuno che fosse in grado di capirla e continuò convinta il suo monologo.

«Per cinquemila anni, i massacri e le denigrazioni sono state perpetrate contro la donna, colpevole soltanto di amare e di generare la vita. Le antiche immagini di donne che partoriscono, sono state rimpiazzate da un medico maschio che «fa partorire» la donna.

Il taglio cesareo è divenuto una procedura normale per il parto. La donna di oggi non ha una più un legame diretto con la Dea, con l'energia primordiale femminile, con la sacra kundalini. Ciò che è stato insegnato da Miriam Anna e il suo sposo prima e da Miriam Miryae e il suo sposo poi, è andato completamente perso, cancellato dalla storia. Questo ha provocato un distacco, un profondo divario tra quello che Yeshua e Miriam Miryae fecero, dissero ed insegnarono e quello che oggi il cristianesimo è divenuto. Per colpa di questa grave perdita oggi viviamo una evidente caduta della donna, che non è più considerata allo stesso livello dell'uomo. Tutto ciò che era considerato sacro per la donna, divenne un tabù, un limite oltre il quale non bisognava andare. La donna mestruata non poteva avvicinarsi all'uomo e veniva scansata. Ciò che di più sacro la donna possedeva venne considerato sporco e infertile, non sapendo che la fertilità della donna passava proprio dal ciclo mestruale. Spesso una donna che non riusciva ad avere figli veniva considerata infertile e condannata, ignorando che il problema della infertilità potesse essere un problema dell'uomo.

Una tempo la prima perdita di sangue della donna, il cosiddetto menarca, veniva considerato una iniziazione, una sorta di passaggio e veniva celebrato un vero e proprio rito, perché si comprendeva che il sangue significava un cambiamento della fertilità della donna. Ella poteva essere come la Grande Madre Terra, attraverso di lei si sarebbe generata la vita.

La Grande Madre è la Signora del Tempo, la Signora della crescita. Le fasi della vita della donna, il menarca, la mestruazione, la gravidanza, il parto, la menopausa e la morte, rappresentano l'idea della trasformazione e della modificazione della vita karmica della donna stessa. Dentro di sé la donna muore una volta al mese ed il suo utero si comporta come il serpente che perde la sua pelle. Come il serpente cambia pelle e si rinnova rinvigorendo la sua forza, la donna rinnova la mucosa e si purifica fisicamente.»

Donna Marta fece un respiro lento e si calmò. Il lungo silenzio che seguì sembrava quasi surreale. Non osavo interrompere quella sensazione di calma che si era andata creando. Sembrava che la piccola stanza stesse ruotando intorno a noi. Chiusi gli occhi e ascoltai il rumore di quel silenzio. Ripensai a tutto ciò che avevo studiato nel corso degli anni, sul ruolo della donna nella società e nella religione, e mi resi conto che non avevo capito proprio niente, assolutamente niente.

Aprii gli occhi al primo movimento di Donna Marta che si stava alzando da terra. La vidi muoversi verso la cucina. Mi alzai da terra anch'io e tentai di sgranchire le gambe che nel frattempo erano divenute rigide come pezzi di legno. Dopo qualche minuto arrivò Don Mattia che entrò cautamente nella stanza.

«E' ora di andare!» disse lui interrompendo il silenzio

«Se non ci sbrighiamo, rischiamo di perdere il treno!»

Donna Marta ci sorrise annuendo con la testa. Nel frattempo ci spostammo nell'ingresso della casa dove avevamo lasciato i nostri cappotti. Don Mattia prese la sua borsa, io infilai il cappotto e ci dirigemmo verso la porta.

«Desidero che tu metta in pratica quello che ti ho detto: ascolta il tuo corpo. Nel cuore, nel corpo e nell'anima della donna è presente il potere più grande del mondo, che è il potere di generare. Ogni donna possiede questo sacro potere che è racchiuso, nel suo corpo, nel sangue, nelle sue vene, in tutto il suo essere. Affinché il tuo corpo possa riconquistare la propria sacralità, la Dea deve riapparire dentro di te. Soltanto attraverso la coscienza della Dea puoi percepire la sua sostanza nella dimensione sacra! Torna a trovarmi, ti aspetto! Sono convinta che in te ci sono grandissime potenzialità!»

Salutai Donna Marta con un tenero abbraccio, poi si rivolse a Don Mattia.

«Ragazzo! Ho capito cosa ti sta accadendo! Non averne timore e chiedi aiuto a Yeshua! Lui ti aiuterà! Ricordati sempre che, non esiste peccato!»

«Sì, Donna Marta! Non lo dimenticherò!»

Donna Marta si chiuse la porta alle spalle. Don Mattia mi prese la mano e camminammo in silenzio, verso la stazione.