Capitolo 15 - Essere Donna
"Che io possa divenire terra,
che io possa divenire cielo,
che io possa divenire la montagna,
che io possa divenire il mare,
che io possa crescere,
allargando e allungando il mio corpo,
fino a disperdermi nel Vuoto dell'Infinito"
(Preghiera sciamanica)
Quel giorno avevo deciso di
trascorrere l'intera giornata in casa. Avevo poca voglia di andarmene in giro e
sentivo la necessità di rimanere sola. Presi nuovamente il diario che mi aveva
donato Donna Marta e iniziai a scrivere.
«Se Dio è per noi sia Madre che Padre, che possiede insieme le qualità maschili e femminili, perché ha donato alla donna il potere del ciclo mestruale? Se l'uomo e la donna sono entrambi sullo stesso livello, perché la donna possiede il potere di partorire un figlio e l'uomo no?».

Mi sdraiai sul divano del soggiorno e chiusi gli occhi per qualche istante, ripensando a tutto ciò che Donna Marta mi aveva spiegato. Tutte quelle nozioni e informazioni iniziarono a girare vorticosamente nella mia testa. La mente sembrava un calderone di pensieri messi la per qualche strano motivo.
Cosa mi stava accadendo? Non riuscivo a comprendere nulla. Da quando ero andata a vivere in quella casa la mia vita aveva preso una piega completamente diversa. Avevo seguito il mio intuito e dove mi aveva portata?
Pian piano entrai in uno strano sonno leggero. Avevo l'impressione di vivere in un'altra dimensione. Riuscivo a percepire il mio respiro. Nello stesso tempo mi sembrava di vivere una strana dormiveglia e, come se vivessi in un altro mondo parallelo, avevo l'impressione di fluttuare nell'aria. D'un tratto una voce risuonò intorno a me.

«Io sono la Madre!
Io sono la più alta elevazione del sé!
Sono colei che dona la vita, nel suo flusso continuo e regolare.
La mia potenza è la tua potenza.
La tua potenza è la mia potenza.
Segui il sentiero che porta a me.
Impara ad amarmi, ad amare la madre che è in te,
davanti a te e intorno a te.
In me e in te c'è la Grande Madre,
il sentimento sublime della tua anima.
Io sono bella, tu sei bella.
Io sono la tua bellezza, tu sei la mia bellezza.
Io ho bisogno di te, tu hai bisogno di me.
Ho bisogno della Madre Mia
per giocare il gioco cosmico della vita mia.
Ho bisogno del potere della Madre Mia,
per danzare la danza cosmica della vita mia.
La mia energia è del mondo,
e del mondo io ho bisogno.
La mia luce è per il mondo e per il mondo io vivo.
Io sono immortale, io sono la sempre eterna.
Eppure ho bisogno di te per raggiungere
la mia più alta elevazione
ed ho bisogno di te
per manifestarmi completamente.»
Non sapevo chi stesse parlando ne da dove provenisse la voce. Ricordo soltanto che d'un tratto il rumore dei rintocchi sulla porta mi risvegliò da quello strano sogno. Quelle parole sembravano paradossali. Da dove provenivano? Forse dal mio più recondito inconscio? Mi alzai dal divano e andai ad aprire la porta.
Era Don Mattia, come al solito! La gente del paesino non aveva voglia di fare amicizia con me. Nonostante io fossi lì già da qualche tempo, venivo ancora considerata forestiera.
Don Mattia entrò in casa e chiuse velocemente la porta alle sue spalle.
«Regalino di mia madre!» disse Don Mattia porgendomi una pentola calda contenente una zuppa di verdure.
Accettai di buon grado il dono e lo posai sul tavolo della cucina.
«Allora! Come va?» mi chiese Don Mattia fissandomi con i suoi occhi neri capaci di penetrarmi l'anima.
«Bene!» risposi io ancora assonnata.
Fuori era buio. Guardai l'orologio. Erano le nove di sera. Don Mattia attese un mio gesto. Lo feci accomodare nel salone e ci sedemmo davanti al camino. Mi guardò negli occhi. Il mio corpo sfiorava il suo. Si avvicinò al mio viso. Le sue mani toccarono le mie. Ci guardammo per un istante, l'istante che bastò a farmi comprendere che ci stavamo avvicinando troppo.
«Ieri ho visto Yeshua!» mi disse lui dopo un po'
Ero contenta che me ne stesse parlando. C'erano state poche occasioni per parlare di lui. Ogni nostra discussione era incentrata sui soliti argomenti: fede, religione e meditazione.
«Cosa le ha detto?» azzardai una domanda
«Tante cose. Faccio ancora fatica a mettere insieme quelle sue parole! È stato come ricevere un pugno allo stomaco. Non mi ha fatto male. È solo che … mi detto cose che non avrei mai immaginato sarebbero uscite dalla sua bocca.»
Attesi con pazienza che mi spiegasse cosa fosse accaduto. Il suo sguardo sembrò cambiare. Nei suoi occhi c'era una dolcezza infinita, quella dolcezza che avevo scorto molte volte negli occhi di Yeshua.
«La spiritualità è la porta! Vivendo una vita autenticamente spirituale, indipendentemente dalla confessione religiosa a cui si appartiene, e concentrando la propria attenzione sulla divinità e gli uomini, si raggiunge la realizzazione del Sé.
In qualunque cosa crediamo, in qualsiasi Dio si possa credere, qualunque religione o professione si voglia concepire, solamente attraverso la spiritualità si può comprendere chi siamo veramente. Yeshua mi ha chiesto di proseguire il nostro viaggio verso questa direzione.»
Nelle sue parole c'era qualcosa di irresistibile e impetuoso che mi faceva paura.
«Cosa intende dire? Cosa significa, proseguire il nostro viaggio?» gli chiesi
«Fino ad ora ci siamo concentrati sulla grandezza di Yeshua e della sua compagna e ci siamo dimenticati di noi. Abbiamo trascurato il fatto che noi siamo come loro! Per anni non ho fatto altro che pregare, meditare e studiare. Ho imparato le preghiere più belle che esistono al mondo. Ho trascorso ore e ore a meditare. Ho letto e studiato libri di ogni genere, di ogni cultura, di ogni confessione religiosa. Ho appreso innumerevoli nozioni e concetti da migliaia di libri, da pensatori, da poeti e filosofi, di ogni epoca e nazionalità. Ma questa non è spiritualità!
La spiritualità è donare la nostra saggezza, la pace e l'amore alle persone che vorranno ascoltarci. Il nostro ruolo deve essere quello di coinvolgere le persone nella ricerca del proprio sé, perché l'esperienza della divinità non è fuori di noi, ma nel profondo del nostro cuore, nella nostra stessa anima.»
Ero ancora assonnata e stordita. Le parole del sogno risuonavano ancora nella mia testa.
«Ho bisogno di te per raggiungere la mia più alta elevazione ed ho bisogno di te per manifestarmi completamente.» dissi io guardando Don Mattia
«Sono le parole di una poesia, le parole di qualcuno che … mentre dormivo, pregava!»
Don Mattia mi sorrise. Ci guardammo per un istante senza dire nulla.
«Penso che dovremmo fare un altro viaggio! Dopo Natale andiamo a Roma!» esclamò lui
«Cosa? Roma? E che andiamo a fare a Roma?» chiesi
«Tranquilla! Poi ti spiegherò tutto. Staremo via solo qualche giorno!» rispose alzandosi
Mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò. Lì per lì per diedi poco peso alle parole di Don Mattia. Avevo ancora bisogno di metabolizzare le parole udite nel sogno. Andai verso la libreria di nonna Eugenìa e mi sedetti a terra davanti a tutti quei libri. Guardai quella sfilza di libri davanti a me, tutti rigorosamente ordinati per argomento. D'un tratto lo sguardo mi andò su un volume dalla copertina rosso bordeuax. Il titolo era intrigante ed affascinante allo stesso tempo: "La dea rossa".
Lo presi dallo scaffale e tornai a sedermi sul divano. Sulla copertina era disegnato il corpo nudo di una donna incinta. Aprii il libro a caso e iniziai a leggere:
"Quello che la natura ti ha dato è un dono inestimabile! È il potere più grande e potente che possa esserci, il potere di donare la vita. Il tuo flusso è il più grande dei riti, il tuo rito sacro. Esso è un dono e non una vergogna, è una salvezza, non un peccato."
Le parole che stavo leggendo erano a dir poco straordinarie.
"Devi riconoscere questo momento, come un miracolo, perché attraverso di esso puoi comprendere il tuo limite e la tua forza.
Tu sei donna e devi continuare ad essere meravigliosamente potente e integra nella tua dignità.
Nel momento del tuo mutamento, del tuo flusso mestruale, devi imparare a riconoscerti come donna, perché sei perfetta così come sei.
Ogni donna può essere in grado di accedere al più grande sapere, attraverso se stessa e il suo viaggio nel suo grande utero, nel suo mondo.
Lasciati cullare dal sangue del tuo grembo, posa le tua mani calde sul ventre e riconosci in te stessa il più grande dei miracoli.
Tu sei il calice sacro, la grande dea, che da sempre giace nella grotta divina, che conosce il mondo attraverso il sacro utero.
Tu sei la dimora della divinità, il sostegno dell'uomo.
Sei la grotta al di là del tempo e dei confini, calda e umida, dove l'anima selvaggia dell'uomo trova riposo e conforto.
Sei il luogo amorevole dove cercare riparo, che accoglie le acque del mondo, il mare in movimento.
Tu sei il riflesso del grande utero cosmico, dell'universo intero.
Tu sei donna, madre e amante, la grande amante di Dio, tu sei la Dea Rossa!"
Un brivido corse lungo la schiena. Piansi! Piansi di una gioia mai provata prima. Quelle parole scossero tutta la mia intimità.
In quell'istante compresi che qualcuno mi stava guidando verso un risveglio interiore, verso la mia stessa coscienza. Chiusi gli occhi. Ripensai a tutte le esperienze vissute negli ultimi giorni, agli incontri con la signora Maria e con donna Marta e ai loro insegnamenti.
E compresi! Compresi cosa mi stava accadendo. Compresi cosa stavo vivendo e cosa dovevo continuare a vivere. Avrei trovato le risposte solamente dentro di me, poiché ero io stessa l'unica fonte, la mia unica certezza. Avevo intrapreso un viaggio interiore già tracciato, ma che non conoscevo affatto. Tutte le donne, prima di me, avevano scelto di intraprendere quello stesso viaggio.
Ogni donna, ogni madre, ogni compagna conosceva i ritmi della vita femminile, della terra e della natura. Tutto è un ciclo, il ciclo della vita, della nascita e della morte, che viene percorso attraverso delle tappe che indicano un cammino ben definito. La voce che era risuonata nel corpo, nella mente e nell'anima, mi stava dicendo che la mia potenza era dentro di me.
Non avevo più bisogno di parlare, di esprimere nulla, dovevo solo essere, essere donna. In quell'attimo tornò alla mente una bellissima frase che mi diceva spesso nonna Eugenìa: "Essere donna, significa essere dono".
Sapevo che quelle parole rappresentavano molto di più che una semplice sottomissione, ma un vero e proprio gesto d'amore incondizionato.
Essere donna, significa donare se stessa, essere un punto di riferimento, una punto di luce nel buio delle tenebre. Essere donna vuol dire curare, difendere, condividere, creare e donare. Essere donna significa partorire, credere, perseverare, aspettare, amare incondizionatamente.
L'amore della donna è unico, grande e incomparabile. La sua potente energia è senza collera, senza ira, senza violenza e senza grida, ma colma di gentilezza, libertà, rispetto e dignità.
Mi resi conto che fino ad allora non avevo voluto vedere oltre il mio ego. Ero stata ingiusta verso me stessa e avevo volutamente nascosto tutto il mio essere. Mi sentivo in colpa, chiusa in una morsa che mi opprimeva il cuore. Solo in quell'istante compresi chi volevo essere. Dovevo e volevo essere donna, nella sua totalità e integrità.
Essere donna, fino in fondo, vivere l'essenza della donna nel mio corpo, nel cuore e nell'anima. Ora dovevo ripulire le ferite, riprendere in mano la mia vita, rimettermi in piedi e camminare a testa alta. Dovevo e volevo essere responsabile di me stessa e della mia vita. Dovevo ricostruire il mio carattere e la mia anima, essere più forte di ogni dolore e non permettere a nessuno di disturbare quella pace interiore che tanto avevo agognato.
Rimasi in silenzio, in uno strano e rispettoso ascolto dei miei pensieri più nascosti e segreti.
D'un tratto, la voce che mi aveva parlato qualche ora prima proseguì il suo insolito monologo.
"Incarna il tuo principio femminile, perché tu sei la fecondità e la fertilità. Tu sei la terra, la natura e la vita, la divinità del cambiamento e la forza, la divinità del cambiamento e la forza, sei la dea dell'amore, della bellezza e della sensualità.
La tua più grande responsabilità è quella di condurre gli uomini verso il divino, attraverso la spiritualizzazione della loro stessa vita.
Il tuo potere è enorme e immenso perché abbraccia ogni confine del mondo.
Ogni essere vivente nasce dal principio femminile, dunque, ogni uomo nasce da una donna.
Ora, devi essere amorevole, forte, sensuale.
Ora devi amare e permettere che l'essere umano, raggiunga il più alto stato sublimale di estasi e unione con il principio primordiale divino.
Apriti alla tua più grande spiritualità, sii
energia trasformatrice, consentendo all'uomo di elevarsi alla più pura
coscienza."