Capitolo 22 - Una sola religione

04.05.2025

"Io porto in me la calma: in me porto le forze che mi fortificano

che mi pervadono col loro splendente calore.

Che io possa sentire la potenza del mio volere!

Quando la ricerca continua mi fa diventare forte,

sentirò allora la calma riversarsi in tutto il mio essere

e troverò in me la fonte della forza:

la forza della calma interiore."

(Rudolf Steiner)


Erano quasi le otto di sera. Bussai alla porta della mia stanza. Micaela apparve dopo qualche istante. Sembrava più tranquilla e rilassata.

«Hai fame?» le chiesi

«Un po'!» rispose lei

Chiudemmo la porta e ci dirigemmo verso la cucina. Suor Caterina aveva preparato una zuppa calda e dei toast con prosciutto e formaggio. Mio padre ci attendeva seduto alla poltrona in pelle. Appena ci vide entrare si alzò dalla poltrona venendoci incontro.

«Come va?» chiese mio padre

«Più o meno!» rispose timidamente Micaela

«Più più? O più meno?» chiese di nuovo mio padre divertito

Micaela abbozzò un sorriso e io mi lasciai andare a una risata. Ci sedemmo a tavola e iniziammo a consumare insieme quel semplice pasto. Mio padre continuò a guardarci incuriosito. Avevo l'impressione ci stesse facendo una radiografia con gli occhi.

«Mattia mi ha detto che hai visto Yeshua!» disse d'un tratto mio padre rivolgendosi a Micaela. Lei mi guardò per un istante poi rispose.

«Sì, ho visto Yeshua e ... Miryae!»

Io rimasi con il cucchiaio a mezz'aria. La guardai sbigottito, consapevole del fatto che quelle sue parole erano l'indizio di qualcosa di straordinario e fantastico.

«Che mi prenda un colpo!» proruppe mio padre senza mezzi termini nel tentativo di inghiottire la cucchiaiata di zuppa che aveva nella bocca, evitando di strozzarsi.

Io non sapevo cosa dire. Rimasi immobile a guardarla con gli occhi spalancati. Sentivo il cuore battere fortissimo, come se qualcuno avesse acceso una miccia all'interno del mio corpo.

«Com'è? Dimmi com'è, ti prego!» chiese mio padre dopo aver ingurgitato un bicchiere d'acqua. Micaela ci guardò quasi divertita. Sembrava avesse capito che ora era lei ad avere la situazione in mano. Mandò giù un cucchiaio di zuppa, prese del tempo e rispose.

«È bella! È proprio bella. È molto semplice, ha un viso delicato, la pelle chiara, gli occhi verdi, le labbra carnose e i capelli rossi, del colore del fuoco.»

Mio padre rimase a bocca aperta.

«E … porta alla mano un anello identico al mio!» proseguì porgendo la sua mano a mio padre e facendole vedere l'anello

«Che mi prenda un colpo!» disse di nuovo mio padre mentre osservava l'anello. Lei guardò verso di me e mentre osservai il suo viso delicato, la pelle chiara, gli occhi verdi e i capelli rossi del colore del fuoco, sentii un tonfo al cuore. 

In quell'istante ebbi l'impressione che il tempo si fosse fermato.

Posai il cucchiaio sul tavolo senza dire nulla.

«Miryae è al pari di Yeshua. Lei è una Maestra e sto apprendendo dalla sua stessa voce molti insegnamenti. Mi ha spiegato che il principio femminile vive, al pari livello, accanto al principio maschile, che entrambi si compensano completamente. Mi ha detto che il maschile e il femminile, insieme e non da soli sono divini, che l'uomo e la donna devono trovare il loro giusto equilibrio per tornare a vivere in perfetta armonia, perché solo in questo modo possono realizzare l'intima unione cosmica.»

Micaela sembrava completamente diversa. Facevo fatica a riconoscere in lei quell'insicurezza e ingenuità che sempre l'aveva contraddistinta. Nei suoi occhi c'era una luce bellissima, mai vista prima.

Mio padre fece un sorriso grandissimo e esultò con una gioiosa risata.

«Ragazzina, sai che il principio maschile e femminile, sono alla base di tutte le più antiche filosofie orientali e che questo insegnamento non esiste nella dottrina cattolica?» chiese lui pensando di mettere alla prova la preparazione di Micaela

«Ne sono consapevole. Comprendo molto bene la differenza tra le religioni occidentali e quelle orientali. Miryae e Yeshua, però, mi hanno spiegato che il loro insegnamento è basato sulle tradizioni egizie e indiane.»

«Bene! Molto bene!» riprese lui

«Miryae e Yeshua ti hanno spiegato cos'è la ghiandola pineale?» chiese mio padre curioso.

Lei annuì e noi ci lasciammo andare a un sospiro di sollievo.

«Bene! Molto bene!» proseguì

Mio padre mi guardò più rilassato.

«Beh? Cos'è quella faccia da ebete!» mi disse

Non avevo ancora la forza di parlare. Dalla descrizione fatta da Micaela riuscii a capire che, Miryae e Micaela si somigliavano in modo a dir poco eccezionale. Stesso colore degli occhi, della pelle e dei capelli. E l'anello. Quell'anello a forma di serpente. Mio padre sembrava divertito. Io facevo fatica a mettere insieme quel puzzle. Era un caso? O tutto questo era stato premeditato, organizzato nei minimi dettagli. Avevo di fronte una donna dalla bellezza unica e rara. Ero tremendamente attratto da lei e dal suo corpo. Non riuscivo più a nasconderlo e avevo l'impressione che anche Micaela riuscisse a percepire questa mia sensazione.

«Allora? Che ti succede? Ti si è scossa la pineale?» proseguì mio padre prendendomi in giro Micaela fece una leggera risatina e tutta la tensione accumulata se ne andò in pochi istanti. Riprendemmo a mangiare ma mio padre non riuscivo proprio a stare zitto.

«Nei prossimi giorni, ti farò vedere qualcosa che ha dello straordinario. Voglio che tu comprenda che con noi sei al sicuro e che non ti accadrà mai nulla di male. Mi rendo conto che per te, possa essere difficile comprendere certe cose. Io sono il padre naturale di Mattia e questo lo sai. Ma voglio che tu sappia che noi, siamo sacerdoti diversi, molto diversi. Ci sono molte persone come noi, molti sacerdoti e suore, qui dentro e fuori da queste mura. Non le riconoscerai dall'abito che indossano ma da quello che diranno e da come si comporteranno. Sono tutte persone che hanno avuto almeno un incontro con Yeshua e Miryae.»

«Per quale motivo siete diversi?» ci chiese Micaela

«Qui, in questa stanza, c'è un crocifisso appeso al muro. Voi indossate un abito talare, celebrate la Messa, condividete il pane e il vino, come corpo e sangue di Cristo.»

«La nostra diversità, non sta in quello che facciamo ma in quello in cui crediamo.» risposi io

«Il nostro incontro con Yeshua trasforma completamente il nostro credo, perché Yeshua ci insegna che la storia della crocifissione è solo un simbolo, che rappresenta la nostra ascensione verso l'alto, verso la nostra divinità! Purtroppo, ci sono cose che è difficile distruggere e demolire, come la misoginia verso le donne e la convinzione che Yeshua, o meglio Gesù, sia l'Unico e Unigenito Figlio di Dio, del Padre e non anche della Madre.»

«Questo lo so! Ma non credete sia giunto il momento di demolire veramente quest'assurda convinzione. Yeshua mi ha spiegato che la simbologia della crocifissione, non è altro che la rappresentazione della morte del dio sole, mi ha raccontato la storia di Krishna, identica alla sua, quella di Osiride, quella di Mitra. Non solo! Yeshua mi ha spiegato persino che questa rappresentazione, questa elaborazione mistica della nascita e morte del sole, vive accanto al culto lunare. E Miryae, mi ha fatto capire che il suo compito era proprio quello di rappresentare il principio femminile accanto a quello maschile.» disse lei

«È vero. È così, tesoro mio! Ma non siamo mai riusciti a rivelare questa verità, perché purtroppo dietro questa verità c'è un'altra menzogna, un interesse politico, economico, religioso. C'è un interesse, capisci? C'è l'interesse dei potenti, che continuano e vogliono continuare ad avere il potere sulla gente. Per questo è molto difficile demolirlo rispose mio padre

«C'è una cosa che non capisco! Yeshua e Miryae mi hanno insegnato a conoscere lo yoga e la meditazione, mi hanno spiegato cos'è kundalini, cos'è la ghiandola pineale. La chiesa cattolica non parla mai di questo. Non parla di kundalini, dei chakra e del risveglio. L'insegnamento della chiesa è basato semplicemente sulla morte e risurrezione di Gesù. Perché?» ci chiese Micaela

«Se prendi il Vangelo troverai scritto che Gesù parlava per parabole e che a molte persone parlava in modo diverso, a seconda della capacità che avevano di comprendere i concetti insegnati. Questo vuol dire che Yeshua, insegnava alcuni principi considerati esoterici, solamente a coloro che fossero in grado di comprenderli veramente.» risposi io

«Mi stai dicendo che l'insegnamento originale di Yeshua e Miryae era un insegnamento esoterico?» chiese nuovamente Micaela

«Non solo! Il loro insegnamento era diretto a tutti, ma non tutti lo comprendevano. Alcuni lo dichiararono impuro, illegittimo. Devi pensare che vivevano in un contesto ebreo, in cui i loro ruoli erano ben definiti, quindi puoi capire che con le loro parole e i loro insegnamenti si mettevano spesso contro il potere politico e sacerdotale del tempo.» rispose mio padre

«Ho capito! Yeshua e Miryae erano dei veri e propri rivoluzionari del tempo. Per molto tempo hanno insegnato una verità universale, semplice e completa, poi la storia della chiesa ha modificato completamente quella verità.» disse lei

«La chiesa ha modificato molte cose, persino il concetto stesso di religione! La religione, da che è vivo il mondo, è sempre esistita. La realtà, purtroppo, è che nei secoli è cambiato il suo significato. Questo è accaduto perché nessuno è più in grado di credere, di avere fede e soprattutto non è in grado di tollerare e rispettare la religione di altri. Colui che afferma pietosamente di essere nel giusto perché la sua è l'unica religione degna di essere tale dinanzi a Dio e che le altre sono delle falsità, non si accorge nel grande errore che fa a se stesso.

Un cristiano ritiene buffo e assurdo che in India possa vivere un dio dalla testa di elefante, così come un induista ritiene alquanto bizzarro che un cristiano si cibi del corpo e del sangue di un altro uomo. La verità è che le credenze di un ebreo posso sembrare alquanto strane da un buddhista e per questo motivo ci si sente diversi pur non essendolo. Possiamo leggere la Torah e il Vecchio Testamento per comprendere l'ebraismo, il Nuovo Testamento per comprendere il cristianesimo, il Corano per comprendere l'islamismo o la Bhagavad Gita per comprendere l'induismo. Possiamo ascoltare tutto ciò che ci dicono i capi religiosi, i rabbini, i sacerdoti, gli himam, i guru e rishi indiani, i lama buddhisti, ma se non abbiamo la tolleranza e il rispetto per la religione non riusciremo mai a creare qualcosa di buono.» affermai io cercando di entrare nel discorso

«Esatto! Ma devi anche ricordare che le religioni sono molte di più di quelle che hai elencato. Ce ne sono talmente tante che non si riescono neppure a contare. E non solo! Di ogni religione esistono innumerevoli varianti, a cominciare dal cristianesimo. Parlo dei cattolici, degli anglicani, dei metodisti, degli ortodossi, dei battisti, degli evangelici e così via. L'elenco potrebbe continuare a lungo per la maggior parte delle grandi religioni monoteiste.» proseguì mio padre

«Una cosa non capisco! Perché in una religione devono crearsi delle divisioni interne?» chiese d'un tratto Micaela

«Questo avviene perché in ogni religione che si rispetti può accadere che un qualche fedele in disaccordo con qualcosa, come ad esempio, il modo in cui debba essere insegnato un precetto o una dottrina oppure sulla persona che debba prendere le decisioni in merito ad un determinato argomento, si distacchi da essa.» le risposi io

«Non solo. A volte il distacco dalla religione principale avviene per rivalità o per un gioco di potere, tipico delle persone religiose che intendono far carriera.» concluse mio padre

«Mi viene da pensare che la religione sia solo un altro mezzo per mettere gli uomini l'uno contro l'altro. Per fortuna che esiste il buon senso! Una volta se un cristiano tentava di convertirsi ad altra religione, veniva esiliato, imprigionato o ucciso.

Oggi, per fortuna, la libertà religiosa è diventata un diritto fondamentale di ogni singolo essere umano. La chiesa uccideva e condannava a morte gli apostati.

Le Nazioni Unite, d'altro canto, hanno compreso l'importanza dei diritti umani e li tutela ritenendoli tutti uguali di fronte alla legge, a prescindere dalla confessione religiosa. La verità è che nessuno sa con certezza quale sia la religione giusta e quale Dio sia migliore rispetto a un altro. È per questo che credo sia inutile continuare con queste inutili distinzioni disse Micaela sorridendo maliziosamente

«Questo non significa che non dobbiamo rispettare le altre confessioni religiose e le loro divinità!» le risposi puntando il dito verso l'alto

«No! Non ho detto questo. Ma non mi sembra neppure giusto rispettare una persona che in nome della sua religione uccide altre persone o perseguita chi non è d'accordo con la sua opinione. Anzi, il rispetto di ogni religione è la prima regola verso un principio di uguaglianza religiosa.»

La cena era volta al termine. Continuammo a parlare dell'argomento mentre sparecchiavamo la tavola e mettendo piatti e bicchieri nella lavastoviglie. Per la prima volta provai una strana sensazione familiare. Tornarono alla mente i ricordi dell'infanzia, le carezze di mia madre e le parole affettuose di mio padre. La risata prorompente di mio padre mi riportò alla realtà.

«Una sola cosa accomuna le grandi religioni presenti sul pianeta. Tutte ritengono che Dio sia un essere onnisciente, onnipotente e misericordiosamente buono! Non fa una grinza! No?» proseguì mio padre

«Poi ci sono le religioni atee o quelle politeiste. Tutte degne di rispetto!» dissi io

«E poi c'è la più grande verità, quella che ci è stata tramandata da Yeshua e Miryae!» esclamò con forza mio padre

Micaela e io rimanemmo in silenzio. Sapevo che quelle parole erano l'inizio di un suo solito sermone. Presi tre bicchierini e li posai sul tavolo della cucina. Poi aprii la dispensa e tirai fuori la bottiglietta di vetro con l'amaro di erbe distillato da mia madre.

Sapevo che mio padre teneva sempre una piccola riserva di liquore e sapevo dove trovarlo. Versai un po' di liquore in ogni bicchiere e assaporammo con piacere il gustoso amaro casalingo. Mio padre fece un lungo respiro e si accomodò sulla poltrona in pelle tenendo in mano il bicchierino di liquore.

«È facile credere in Dio, ma non è altrettanto facile dimostrarne l'esistenza. Il problema è che l'uomo non riesce a tenere uniti i concetti di scienza e religione. Troppo spesso ha considerato la scienza agli antipodi della religione e non è stata in grado di spiegare molti fenomeni. I miracoli, ad esempio. Si fa fatica a prenderli sul serio dal punto di vista religioso figuriamoci da quello scientifico. E poi ci sono le visioni. Uomini come Francesco d'Assisi e Padre Pio da Pietrelcina hanno visto e parlato con Yeshua, ma prima di essere santificati, hanno subito l'accusa di pazzia. In verità, la maggior parte delle persone che vedono Yeshua e Miryae sono accusate di essere fuori di senno, perché la visione è cosa non ancora dimostrabile scientificamente!» disse mio padre

«Padre! Le chiedo scusa se la interrompo, ma volevo farle presente che Yeshua mi ha spiegato il concetto di metafisica e che oltre questa definizione appare il vero concetto di Dio!» affermò Micaela timidamente

«È vero. La metafisica è il punto di congiunzione tra la scienza e la religione e questo è l'insegnamento di Yeshua e Miryae rispose lui alzando il bicchierino in alto in segno di brindisi

«E questa è la vera e propria religione, la religione ultima! L'opera di Yeshua e Miryae è stata assolutamente straordinaria e fuori da ogni tipo di comprensione umana. Entrambi avevano compreso l'importanza della preghiera e della meditazione, applicando ad essa una serie di tecniche specifiche per il risveglio della propria energia interiore. Una volta applicate queste tecniche ed appurato che tendevano a realizzare una sensazione di potenza infinita, iniziarono a insegnarle a chiunque glielo chiedesse. È così che è iniziato il loro operato, insegnando quella che oggi conosciamo con il termine di metafisica o di fisica quantistica.»

Micaela annuì dimostrando in questo modo di aver compreso il concetto.

«Yeshua e Miryae hanno fatto qualcosa che ha veramente dello straordinario. Una volta studiate tutte le dottrine religiose e appurato che tra di loro esistevano molti elementi in comune, iniziarono a praticare e studiare questi elementi. Quando compresero che tutto era collegato da un sottile comune denominatore applicarono concretamente le loro scoperte. Videro che dalla pratica di queste tecniche potevano realizzare innumerevoli benefici, così decisero di insegnare al mondo le loro scoperte. Yeshua e Miryae capirono che esiste una sola realtà e un solo Dio. Era il diverso modo di interpretare la realtà che cambiava, perché sostanzialmente il numero di modi di interpretare la realtà è pressoché infinito proseguì mio padre

«Ed era il diverso modo di intendere dio e la divinità che cambiava, proprio perché sono infinitamente diversi i modi di interpretare Dio!» aggiunsi io

«Ciò che materialmente compresero fu la comune considerazione ad opera di tutte le religioni, del concetto di energia. Quella che gli indu chiamavano prana, altri chiamavano qi, altri chiamavano ka, altri chiamavano spirito. Il concetto, tuttavia, era lo stesso. Era l'energia vitale dell'universo. E compresero che nel corpo umano era racchiusa questa energia allo stato latente e che poteva essere risvegliata mediante l'attivazione della ghiandola pineale. Fa attenzione a queste parole: prana, kundalini, serpente e occhio! Questi sono concetti che ritroverai in tutte le religioni del mondo e dico tutte! In un modo o nell'altro queste parole sono presenti in tutte le raffigurazioni ed in tutte le costruzioni religiose del pianeta. Questo è il comune denominatore!» disse mio padre guardando Micaela

«Sì! Miryae mi ha parlato di questo! Mi ha già spiegato alcuni concetti.» rispose lei

«Mettendo in pratica le tecnica della meditazione insieme con alcuni specifici esercizi di yoga, impararono in breve tempo a innalzare kundalini e ad attivare la ghiandola pineale. In questo modo compresero che oltre il mondo materiale esisteva un'esistenza infinita, ciò che Yeshua definì "i mondi del Padre Mio", gli infiniti campi dell'universo.» proseguì mio padre

«Continuando a praticare queste tecniche di risveglio della propria energia, compresero che questa energia era collegata con l'energia universale, con l'energia di tutto il creato. Yeshua e Miryae dimostrarono di conoscere molto bene i principi della metafisica! Applicando le tecniche di respirazione e ritenzione del respiro nel modo giusto, compresero che il corpo fisico poteva essere caricato come una batteria e che quella carica era l'energia vitale che manteneva in vita il loro corpo. Compresero che attraverso la corretta attivazione di quell'energia si potevano realizzare cose straordinarie, dalla guarigione di un male fisico, comunemente conosciuto con il termine di miracolo alla realizzazione di quelli che gli antichi rishi indiani, conoscono il nome di siddhi, poteri. Analizzarono questi poteri, ne compreso la loro forza ed impararono a dominarli. In breve tempo capirono che tutte le religioni del mondo parlavano della stessa realtà. Anche se usavano parole diverse, il concetto era lo stesso, l'idea era la stessa: esisteva una sola, unica e grande energia che muove la vita e che quella grande energia vitale era la coscienza divina, era dio stesso.» conclusi io Micaela sembrava attratta dalle parole di mio padre come un magnete.

Era talmente stanca, tuttavia, che la vedemmo accasciarsi sulla sedia sbadigliando.

«Andate a riposare, ora! Ci vediamo domattina presto. Voglio far vedere a Micaela un po' di cose!» ci disse lui sorridendoci.