Capitolo 23 - La storia sconsacrata

03.05.2025


«Non pensare che io stia raccontando storie:

Alzati e prova il contrario!

Tutta la storia delle chiese

è una mescolanza di errori e coercizioni»

(Holger Kersten)


Bussai alla porta e attesi una risposta di Micaela. Lei aprì subito.

«Sei pronta per una giornata di studio?»

Micaela mi guardò diritta negli occhi. Nel suo sguardo c'era qualcosa di nuovo. La osservai per un istante. I capelli erano sciolti e le coprivano le spalle. Indossava una maglia di lana bianca e un paio di jeans.

«Sono pronta!» rispose lei con un sorriso diverso dal solito

«Finalmente ti vedo sorridere!»

Notai che nel suo sguardo c'era qualcosa di nuovo che non riuscivo a comprendere. Le presi la mano e ci dirigemmo verso la cucina. Mio padre ci aspettava con una tazza di latte e caffè fumante. Facemmo colazione in rispettoso silenzio, assaporando con piacere i biscotti di Suor Caterina appena sfornati. Al termine del pasto seguimmo mio padre.

«Prendete i giacchetti. Dobbiamo percorrere un corridoio molto freddo!»

Entrammo nello studio di mio padre. Sapevo cosa dovevo fare. Spostai la libreria e aprii la porta nascosta. Presi la stoppa attaccata al muro e accesi una candela. Feci strada nel cunicolo buio e freddo. Micaela mi seguì con estrema tranquillità. Mi voltai verso di lei per verificare che non cadesse e mi sorrise. Continuavo a percepire qualcosa di diverso nel suo sguardo, qualcosa che non avevo mai visto prima. Mio padre si girò verso di lei e salendo in cattedra come al solito, iniziò il suo sermone.

«Stiamo entrando nella Biblioteca Vaticana, la biblioteca della Santa Sede, il luogo più segreto che possa esistere sulla faccia della terra. Qui sono racchiusi i testi più antichi e più rari del mondo. L'istituzione ufficiale della biblioteca risale a papa Sisto IV con la bolla Ad decorem militantis Ecclesiae del 1475. La biblioteca attuale è disposta in quattro sale, una latina, una greca, la sala pontificia e quella detta segreta, perché esclusa dalla consultazione e dal prestito. Contiene più di 1.500.000 di libri antichi e moderni, incunaboli, codici manoscritti e carte di archivio. Il più antico manoscritto è una Bibbia, il Codex Vaticanus, che risale al IV secolo d.C. scritto in lingua greca su pergamena. Oggi, grazie all'informatica, molti di questi manoscritti sono stati digitalizzati e si possono consultare online. Tuttavia, molti dei documenti greci, latini, neotestamentari e paleocristiani che sono alla base della religione cristiana non ci sono pervenuti in originale. Molti di questi sono copie riscritte da amanuensi ecclesiastici e si trovano proprio qui, in queste mura.»

Mi girai indietro per scrutare il volto di Micaela. Era attenta a ogni mio movimento e ascoltava con estremo interesse le parole di mio padre.

«Tutto il patrimonio storico, culturale e religioso è stato passato al vaglio della Chiesa cattolica e apostolica, per essere adattato alle sue esigenze, che esse siano teologiche o catechistiche. I documenti canonici, che sono il fondamento della dottrina ecclesiastica, sono giunti a noi attraverso una lunga serie di manipolazioni, censure, manomissioni, omissioni, aggiunte ed interpolazioni. E su ognuno di questi documenti è stato apposto l'imprimatur ecclesiastico. Purtroppo questa Chiesa, nel corso dei secoli, ha distrutto tutto ciò che considerava eretico e bruciato testi e libri che minacciavano le fondamenta delle sue idee. Ma! E dico ma! Qui dentro sono racchiusi testi che non troverai in nessun altro luogo del pianeta. Voglio che tu comprenda bene queste mie parole, ragazza. La Chiesa cattolica ha manipolato tanti di quei testi da dover necessariamente riscrivere la storia.» disse mio padre

«Era come pensavo, quindi? Il Gesù con cui parliamo noi, Yeshua, non c'entra assolutamente nulla con il Gesù Cristo della Chiesa, vero?» chiese lei dopo un po'

«Il Gesù che conosciamo noi, Yeshua, è quello realmente esistito e che si mostra solo a coloro che sono in grado di comprendere il suo vero insegnamento. Purtroppo, dobbiamo dirti che il Gesù Cristo della Chiesa è una figura costruita a tavolino, sulla base di una serie di figure mitologiche dei tempi precedenti alla sua nascita.» rispose mio padre

«In verità, Yeshua, non ha mai detto di voler fondare una religione né una Chiesa che portasse il suo nome. Tanto meno ha mai detto di dover morire per riparare con il sangue il peccato di Adamo ed Eva, né per ristabilire un'alleanza fra il loro Dio e gli uomini.» aggiunsi io cercando di tranquillizzarla

«Questo lo so. L'ho sentito direttamente dalle sue labbra. La storia di Adamo ed Eva è una parafrasi, per spiegare la realizzazione dell'uomo verso la divinità, e soprattutto mi ha spiegato che nascere da una vergine vuol dire nascere per opera dello spirito santo, per mezzo di kundalini.» disse lei con sicurezza

Mio padre iniziò a guardarla con occhi diversi e abbozzò un lieve sorriso.

«Yeshua non ha mai istituito alcuna gerarchia ecclesiastica, ma soprattutto non ha creato nessun cristianesimo!» proseguì lui

«Quello che mi lascia perplessa è perché la Chiesa ha censurato e corretto i libri della storia. Che cosa si nasconde dietro la persecuzione operata dalla Chiesa e al suo intento di eliminare i testi che avrebbero consentito di conoscere il vero insegnamento di Yeshua e Miryae?» chiese Micaela

«Dimmi una cosa! Qual è il primo insegnamento che ci hanno dato Yeshua e Miryae?» chiese lui rispondendo alla domanda di Micaela

«La realizzazione della divinità!» rispose

«Riesci a dedurre il motivo delle censure e dei segreti da parte dei potenti, ora?» chiese nuovamente mio padre

«La Chiesa non vuole che l'uomo realizzi la propria divinità?» rispose Micaela con un po' di timore

«Esatto! Proprio così! Il potere vuole dominare, vuole prevaricare. Il potere ha interesse a che l'uomo sia sottomesso, sia considerato un peccatore. Se all'uomo, se a tutti gli uomini noi dicessimo che non sono peccatori, che sono degni di essere divini, il potere chi controllerà, chi dominerà, chi prevaricherà. Dimmi! Qual è il primo principio, il primo dogma della Chiesa Cattolica? Lo ricordi?»

«Il credo apostolico!» disse lei

«Esatto!

"Io credo in Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e terra terra, e in Gesù Cristo, suo unico figlio, Nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre Onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna."

Nel Credo è forse scritto che l'uomo è parificato a Dio? Che tu sei uguale a Miryae? Che io sono uguale a Yeshua? No! Nel Credo è scritto che esiste un Solo Dio Padre Onnipotente creatore del cielo e della terra e non una Dea Madre. Nel Credo è scritto che Gesù il Cristo è l'Unigenito Figlio di Dio, cioè che Dio ha un solo Figlio e non ne farà altri. Nel Credo c'è scritto che questo Figlio è venuto per lavare le colpe e i peccati dell'uomo. È forse questo che ci è stato insegnato da Yeshua e Miryae? Che un'altra persona deve pagare per i nostri peccati? No! Entrambi ci hanno spiegato che esiste una legge karmica a cui nessuno, proprio nessuno, può sottrarsi e ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni.»

Micaela rimase in silenzio, osservò i nostri volti e fece un sorriso stupendo.

«La Chiesa preserva nel segreto il vero insegnamento e non lo racconta al mondo! È giunta l'ora di raccontarlo a tutti!» disse lei all'improvviso.

Mio padre rimase imbambolato a guardarla.

«Ragazzo. La tua Micaela stamattina mi sembra particolarmente diversa! Nel suo sguardo vedo qualcosa di molto familiare, qualcosa che vedo negli occhi di tua madre dopo lunghe ore di meditazione!»

«L'essere umano ha il diritto di conoscere la verità di questo insegnamento, che deve essere alla portata di tutti e noi abbiamo il dovere di divulgarlo al mondo a costo della nostra stessa vita! La vera storia di Yeshua e Miryae è stata talmente manipolata da non saper più distinguere tra la verità e la leggenda. La verità è che sono vissuti un uomo e una donna che hanno portato al mondo il loro insegnamento attraverso la loro stessa vita.

La leggenda è che hanno inventato un Dio sceso in terra per salvare tutti gli uomini dal peccato, quando in verità l'insegnamento di Yeshua e Miryae, diceva semplicemente «Il Regno di Dio è qui su questa terra e per goderne a pieno devi pensare da solo a salvare te stesso.» proseguì lei

«La chiesa romana dei primi secoli del cristianesimo paolino controllò tutta la letteratura cristiana antica che circolava, manipolò a suo favore qualsiasi testo avesse tra le mani, dalla sacre scritture ai libri di storia. In poco tempo cancellò dai testi tutto ciò che non le faceva comodo a tal punto che oggi, non abbiamo più un testo originale ed originario di quei tempi. Ci rimane qualche frammento dello storico Flavio Giuseppe e di Filone di Alessandria, ma entrambi ignorano la figura di Gesù. La verità è che la storia di Gesù non è affatto menzionata dagli storici del tempo. Sappiamo che i vangeli sono la copia della copia di altre copie. Sappiamo che gli apostoli prendevano nota di quello che diceva il loro maestro ma a noi, non è giunto nulla di scritto di suo pugno. In sostanza non c'è prova scritta e certa della vera esistenza di questo Gesù Cristo, nato da Maria Vergine per mezzo dello Spirito Santo. La chiesa cattolica ha manipolato talmente bene i testi che non sappiamo più se un documento è autentico o falsificato. Quello che noi conosciamo lo apprendiamo direttamente da Yeshua.» dissi io

«E da Miryae!» affermò Micaela sorridendo

Nei suoi occhi c'era una scintilla che prima non avevo notato. All'udir quelle parole mi resi conto che Micaela aveva vissuto qualcosa che non riuscivo ancora a comprendere. Lei mi guardò con estrema dolcezza e mi sorrise di nuovo.

«La storia cristiana conosce un Gesù Figlio di Dio dai vangeli canonici. Noi sappiamo che Yeshua e Miryae hanno vissuto insieme per molti anni. Attraverso i loro insegnamenti abbiamo conosciuto argomenti che la chiesa non ha ancora divulgato ma che conosce molto bene.» proseguì a quel punto mio padre.

«Quella che ti raccontiamo ora, è una storia ufficiosa, ma che la Chiesa conosce molto bene!» dissi io

«Devi sapere che sono stati trovati alcuni manoscritti che avvalorano la tesi secondo cui Yeshua, è stato veramente crocifisso, ma non è morto sulla croce. Sembra sia vissuto molti anni ancora dopo la crocifissione, in Kashmir insieme a Miryae. In pratica, tutta la storia della crocifissione e della risurrezione di Yeshua dovrebbe essere riscritta, o meglio rivista.»

Mio padre tirò fuori dalla tasca della giacca una grossa chiave, la infilò nel buco della porta e tentò un giro. Gli misi in mano la torcia e girai la chiave con forza per tre volte. Entrammo nella grande sala scrutando con curiosità il volto di Micaela. Presi la sua mano e ci chiudemmo la porta alle spalle.

«Siamo dentro la Biblioteca Vaticana!» le dissi

Sembrava stupita e meravigliata. Le indicai il piccolissimo corridoio davanti a noi e lo percorremmo fino a dirigerci al centro di una grande sala.

«Dai testi che sono stati trovati, si pensa che Yeshua e Miryae abbiano vissuto gli ultimi anni della loro vita insieme.» dissi io mentre mio padre toglieva un quadro da una parete della stanza.

«La Chiesa Cattolica conserva cinque documenti in cui si afferma che Yeshua è vissuto in Oriente dopo la crocifissione, ma non li divulga perché sa che la sua religione è basata proprio sulla risurrezione del Figlio di Dio. Lo stesso Paolo di Tarso nella sua Lettera ai Corinzi lo affermò con queste parole:

"Se non c'è resurrezione dei morti, neanche il Cristo è risorto, ma se Cristo non è risorto, allora il nostro annuncio è vano e vana è la nostra fede noi siamo come i falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha resuscitato il Cristo, mentre non lo ha resuscitato, se è vero che i morti non resuscitano." proseguì mio padre aprendo la cassaforte nascosta dietro il quadro e tirando fuori una piccola pergamena. 

Micaela osservava con attenzione i movimenti di mio padre.

«Venite!» disse lui dirigendosi verso il tavolo al centro della stanza. Srotolò la pergamena sul tavolo. Era la mappa del Vaticano.

«Ora ti racconto una storia che ha dell'inverosimile. Nel 1887 un ricercatore sovietico, il prof. Notovitch entrò in Tibet e soggiornò nel monastero di Hemis. Durante il soggiorno nel monastero venne a sapere che esisteva un vangelo che parlava di un uomo dalla pelle chiara che proveniva dalla terra d'Israele. In un modo che non ci è chiaro, il prof. Notovich riuscì a visionare il vangelo. Notovich racconta che si trattava di papiri ben conservati in cui si parlava di un uomo chiamato Isa il bianco, che aveva vissuto in quei luoghi e che, dopo aver attraversato il Punjab, si sarebbe diretto a Puri dove sorgeva un grande centro monastico dedicato al dio Krishna.

Questi papiri ritrovati nel monastero di Hemis e gelosamente conservati ancora oggi dai monaci che lo abitano, confermano la tesi secondo cui Yeshua sia sopravvissuto alla crocifissione ed abbia vissuto i suoi ultimi anni di vita in India e nel Tibet. Una volta tornato in Occidente il prof. Notovich scrisse un libro intitolato «La vita sconosciuta di Gesù Cristo» e fece sapere all'autorità ecclesiastica del tempo la sua scoperta. La Chiesa, puoi ben immaginare, non mostrò un grande entusiasmo per il ritrovamento del prof. Notovich. Al contrario mostrò una grande diffidenza nei confronti di Notovich e nessuna casa editrice, ripeto, nessuna, fu disposta a pubblicare il suo lavoro.

Notovich fu costretto a pubblicare il libro a sue spese mettendosi contro il Vaticano il quale fece forti pressioni perché non venisse divulgata alcuna notizia. Gli venne offerta una cospicua somma di denaro. Il prof. Notovich non accettò il denaro e pubblicò il libro. Puoi immaginare cosa accadde! La Chiesa si difese in tutti i modi, contrastando l'opera di Notovich e pagando docenti universitari affinché lo dichiarassero fuori di senno ed affermassero che lo studio fosse solo un'invenzione.»

La Vita Sconosciuta di Gesù La Vita Sconosciuta di Gesù
Il testo originale del 1894, con il manoscritto tibetano che Notovitch rinvenne ad Hemis
Nicolas Notovitch

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«Questa è una delle tante storie. 

Nel 1890 il fondatore del movimento islamico Almadiya, Hazrat Mirza Ghulam Ahmad, dichiarò apertamente che l'islamismo crede che Gesù non fosse morto sulla croce, ma si salvò e trovò rifugio nel Kashmir. (1)

Nel 1899 uno studioso, il prof. Kalifa Noor al Din, di Jalapur fornì delle indicazioni precise su un soggiorno di Gesù in India. Molti altri ricercatori e studiosi affermarono questa tesi.

Nel 1922 lo Swami Abhedananda, il discepolo diretto di Ramakrishna Paramahansa, attraversò l'Himalaya a piedi raggiungendo il Tibet. Lì, nel monastero di Hemis, trovò un manoscritto che raccontava la storia degli anni perduti di Gesù. La stessa rivelazione venne data qualche anno prima, esattamente nel 1877, dall'archeologo e antropologo russo Nicolas Roerich. (2)

Nel 1953 il ricercatore Abdul Aziz Shora affermò di aver letto un vangelo posseduto nel monastero del Monte Athos, in cui era scritto che Gesù dopo la crocifissione visse in Oriente. Ce ne sono molte altre, tutte a dimostrare la presenza di Yeshua in India e nel Tibet.» intervenni io.

«Come mai non si sa quasi nulla di queste ricerche?» chiese Micaela

«Perché la Chiesa ha sempre tappato la bocca ai ricercatori che volessero approfondire l'argomento. In tutti questi anni non si è fatto altro che nascondere una verità che è ormai evidente.

Nel 1924 il Vaticano chiese alle autorità tibetane di vietare l'accesso al monastero di Hemis, ai turisti. I monaci acconsentirono alla richiesta per il timore che un loro diniego potesse mettere in pericolo la sicurezza del monastero. Da quel giorno nessuno è stato più in grado di vedere quei papiri. In questi papiri si parla di due viaggi di Yeshua, uno nel 13 d.C., quando aveva all'incirca sedici anni ed uno del 40 d.C, qualche anno dopo la crocifissione. Come puoi capire, l'esistenza di questi papiri fa tremare la Chiesa che si regge, come abbiamo detto, sulla resurrezione di Gesù.» rispose mio padre

«Non solo. Abbiamo delle fonti certe che raccontano dei viaggi di Miryae e del suo tentativo di raggiungere Yeshua nel Tibet.» dissi io

Micaela iniziò ad incuriosirsi.

«Parlatemi di questo libro di Notovich!» vi prego

«Il testo è particolarmente interessante. Quest'uomo racconta di un dialogo con un monaco, un dialogo che stuzzicherà ancor di più la tua curiosità. Vediamo un po' dove ho messo la copia del libro.»

Mio padre si diresse verso uno scaffale alla ricerca del libro e lo prese in mano. Lo aprì e lesse ad alta voce:

"Issa è un grande profeta, uno dei primi tra i ventidue Buddha, è più grande di ogni altro Dalai-Lama, perché costituisce una parte della spiritualità del Signore. È lui che vi ha istruiti, che nel giorno di Dio ha ricondotto le anime frivole, che vi ha reso degni dei doni del creatore, che infine ha permesso a ognuno di conoscere il bene e il male; il suo nome e i suoi atti sono stati registrati nelle nostre sante scritture, e leggendo della sua grande esistenza vissuta fra perdute genti, piangiamo sull'orribile peccato dei pagani che l'hanno assassinato dopo averlo torturato".

In queste parole il monaco tibetano sta letteralmente dicendo a Notovich che Yeshua, non solo era vissuto in Tibet, ma era stato riconosciuto come reincarnazione di Buddha.»

Micaela rabbrividì.

«Allora Miryae ha ragione! Allora è tutto vero! Allora non siamo pazzi. Non siamo per niente pazzi! Siamo assolutamente lucidi!» disse lei sembrando quasi euforica

«A cosa ti riferisci?» chiesi io

«Vi prego, datemi il libro per un istante?» chiese lei a mio padre

Lo sfogliò per un istante finché non trovò il passo che cercava. Trasalì per un istante.

«Miryae mi ha raccontato che quando lei e Yeshua erano molto piccoli furono mandati a studiare in Egitto e che dopo un periodo nelle scuole egizie, furono condotti in India, dove studiarono le leggi del grande Buddha e che lei fu considerata come la sua legittima compagna. Non solo! Mi ha raccontato che ovunque andassero, lei veniva onorata e rispettata e che Yeshua, diceva a tutti di rispettare la donna. Ecco. Lo dice proprio qui:

"Allora Issa dice: «Non è bene che un figlio respinga sua madre per occupare il primo posto che spetta a lei. Chiunque non rispetti sua madre, l'essere più sacro dopo Dio, è indegno del nome del figlio. Ascoltate dunque ciò che sto per dirvi: rispettate la donna perché è la madre dell'universo la donna perché è la madre dell'universo e tutta la verità della creazione divina giace in lei. È lei, la base di tutto ciò che vi è di buono e di bello, così come è anche il seme della vita e della morte. Da lei dipende tutta l'esistenza dell'uomo perché lei è il suo appoggio morale e naturale nelle sue opere. Lei vi partorisce in mezzo alle sofferenze, con il sudore della fronte sorveglia la vostra crescita, e fino alla morte le causate le più vive angosce. Beneditela e adoratela perché è il vostro unico amico, il vostro sostegno sulla terra. Rispettatela, difendetela; agendo così vi guadagnerete il suo amore e il suo cuore e sarete graditi a Dio: ecco perché molti errori vi saranno perdonati. Allo stesso modo, amate le vostre donne e rispettatele, perché esse saranno madri domani e più tardi nonne di un'intera nazione. Davanti alla donna, siate sottomessi; il suo amore rende l'uomo più nobile, addolcisce il cuore indurito, doma la bestia e ne fa un agnello. La donna è la madre, tesoro incalcolabile che Dio vi ha dato; esse sono il più bell'ordinamento dell'universo, e da esse nascerà tutto ciò che abiterà il mondo. Così come il Dio degli eserciti che, un tempo, separò la luce dalle tenebre e il continente dalle acque, la donna possiede il talento divino di separare nell'uomo le buone intenzioni dai cattivi pensieri. Ecco perché vi dico che dopo Dio, i vostri migliori pensieri vanno rivolti alle donne e alle spose, essendo per voi la donna il tempio divino in cui otterrete più facilmente la perfetta felicità.

Attingete a questo tempio per la vostra forza morale; lì dimenticherete le vostre tristezze e i vostri insuccessi, e ritroverete le forze perdute che vi saranno necessarie per aiutare il prossimo.

Non esponetela alle umiliazioni; perché così facendo vi umiliereste voi stessi e perdereste il senso dell'amore, senza il quale nulla esiste quaggiù. Proteggete la vostra donna affinché essa vi protegga, voi e tutta la vostra famiglia; tutto ciò che farete per vostra madre, per vostra moglie, per una vedova o un'altra donna in difficoltà, lo avrete fatto per il vostro Dio."

«Scommetto che c'è dell'altro. Scommetto che se cerchiamo bene, troveremo ancora!» proseguì lei euforicamente.

Mio padre esplose in una sonora risata.

«Hai ragione, figliola, si troverebbe molto altro ancora. Quello che mi preme dimostrarti, tesoro mio, è che Yeshua è realmente esistito ma non ha nulla a che vedere con il Gesù che è stato costruito dalla Chiesa apostolica!» disse lui

«Come ben sai il vero insegnamento di Yeshua e Miryae è distante anni luce dal cristianesimo paolino. Chi apprezza lo studio dei testi evangelici e quelli gnostici si domanda spesso come possa essere possibile che Yeshua abbia potuto insegnare dei concetti privi di illuminazione nei vangeli canonici e concetti che nascondono un insegnamento metafisico in quelli gnostici. E la risposta a questa domanda ce la da proprio la Chiesa. Distruggendo tutti i documenti in cui si parla di un Gesù gnostico e conoscitore della metafisica, si è tentato di distruggere il vero e proprio insegnamento originario e la sua vera esistenza.

Accettando solamente i vangeli canonici e la favoletta del Figlio di Dio nato da una Vergine si è messa persino in discussione la vera e propria esistenza di Yeshua e Miryae, che sono realmente esistiti ma in un contesto completamente diverso da quello raccontato dai Vangeli di Matteo, Luca e Marco!

Non solo. Ascoltami bene, ragazza, perché non solo ti dimostro che Yeshua è realmente esistito, ma che è anche stato crocifisso, che è scampato alla morte e che Miryae, sua legittima consorte, non sapeva assolutamente nulla di quello che Yeshua aveva architettato a sua completa insaputa.

Yeshua e Miryae tornano dall'India. La cultura ebraica imponeva il matrimonio perché il celibato era considerata una grave colpa. Ci sono molti indizi che parlano del matrimonio tra Yeshua e Miryae. Poi torniamo su questo. Man mano che la storia si dipana, man mano che andiamo avanti nella studio e nella ricerca, ti renderai conto che la figura di Yeshua non è poi così enigmatica come sembra. Al contrario. L'insegnamento della religione e le rivelazione di un grande Maestro sono più importanti di quello che può sostenere una istituzione come la Chiesa Cattolica in questo momento. L'insegnamento di Yeshua e Miryae è completamente l'opposto di quello che la Chiesa Cattolica ha continuato a portare avanti per duemila anni.

La Chiesa Cattolica questo lo sa molto bene. Il problema è che ora fa molta fatica a riconoscerlo, perché sa che le cose sono cambiate e che stanno ancora cambiando. Tutta la sua forza, tutto il suo potere è basato su alcuni dogmi che essa stessa ha istituito e che proprio essa fa fatica a scardinare. È proprio la Chiesa Cattolica infatti che si è resa conto di aver completamente soppiantato l'autentico insegnamento di Yeshua e Miryae con delle dottrine dogmatiche preparate a tavolino, che puntano molto alla esteriorità e non alla interiorità. Tu lo sai. La vera storia di Yeshua e Miryae non è quella raccontata dalla Chiesa. Tu sei stata in grado di affrontare questa verità e a modificare completamente l'idea che ti eri fatta di Yeshua e Miryae e del loro insegnamento, ma troppe persone, troppi falsi studiosi hanno elaborato e costruito un uomo e una donna che non sono esistiti come noi li leggiamo nei Vangeli, deformandone totalmente la loro figura, perché gli stessi vangeli sono stati completamente riscritti ad immagine e somiglianza della stessa Chiesa.

Molti uomini, cristiani o non, hanno cercato di trovare le radici del vero insegnamento di Yeshua e Miryae, ma molte di queste persone hanno perso la vita in modo inspiegabile e sono stati sottoposti a torture addirittura mortali. Coloro che venivano scoperti e accusati di essere seguaci di un cristianesimo in contrasto con quello stabilito dalla Chiesa Cattolica, erano considerati eretici ed erano costretti a riunirsi in segreto, per non essere perseguitati ed uccisi. Mattia e io facciamo parte di queste persone che come vedi, vive all'interno del Vaticano!»

Osservai Micaela. Nel suo volto non trasaliva la minima emozione. Sembrava come imbambolata. La vidi tirare un respiro di sollievo.

«Comincio a pensare che la Chiesa non sappia neppure dove sta la verità!» affermò d'un tratto.

Cosa la faceva così sicura di se? Non l'avevo mai vista così serena e tranquilla, nonostante tutto quello che mio padre le rivelava. Avevo l'impressione di vedere un'altra donna, una meravigliosa donna che stava trasformandosi davanti ai miei occhi. Lei mi sorrise, mi afferrò la mano e la strinse forte. In quell'attimo una forte energia mi scosse violentemente il corpo. Guardai il suo volto. Sorrideva come sapesse cosa stessi provando in quell'istante.

«Le informazioni sulla vita e sull'insegnamento di Yeshua sono così tante da essere state completamente stravolte. Il cristianesimo primitivo, l'insegnamento originario di Yeshua e Miryae non differiva per niente dalle filosofie orientali ed egizie alle quali erano legati, prima che fosse devastato dalla Chiesa dogmatica e dalle invenzioni di Paolo di Tarso. La Chiesa anzi, deve riconoscere l'idea che tutto ciò che hanno ritenuto di loro esclusiva appartenenza proviene in realtà da dottrine ancora più antiche dichiarate da essa stessa pagane. Con l'evolversi della Chiesa primitiva, molti Padri della Chiesa, tra cui Agostino d'Ippona e Girolamo, iniziarono a predicare una dottrina secondo cui Gesù era morto per redimere il mondo dal peccato di Adamo. La fonte di questo peccato era ovviamente Eva. Yeshua e Miryae, invece, insegnavano una dottrina gnostica, una dottrina che non è affatto diversa della filosofia indiana e tibetana, dalla religione egizia, dalle verità metafisiche dei mistici di ogni religione. Il cristianesimo di Yeshua e Miryae non è altro che la continuazione ed il congiungimento di una filosofia più antica che ritroviamo nelle più grandi religioni del mondo.» proseguì lei.

«È vero, tesoro mio!» disse mio padre

«La storia dei salvatori dell'umanità si somigliano e gli eventi relativi alla loro vita vengono spostati da un paese all'altro. Sono analoghi perché voglio semplicemente esprimere simbolicamente degli eventi naturali. Yeshua e Miryae conoscevano molto bene questa simbologia, tramandatagli dai loro stessi avi. Conoscevano la simbologia della morte del Sole per tre giorni e la sua risurrezione. Conoscevano la simbologia delle fasi lunari e della nascita e crescita della donna, durante queste fasi lunari. Il cristianesimo originario, così come espresso e tramandato da Yeshua e Miryae riprende non solo la simbologia egiziana, ma anche quella vedica di Krishna, quella persiana di Mithra e quella buddista.

Il cristianesimo di Yeshua e di Miryae raccoglie elementi dal buddismo, dal mitraismo e dal vedismo. La storia di Yeshua, infatti, ha molti punti in comune con quella di Osiride, di Krishna, di Buddha e di Mitra. La verità, ragazza, è che la Chiesa non è più in grado di comprendere e interpretare il reale insegnamento di questi due grandi Maestri della storia ed hanno finito per confondere tutto, per colpa della misoginia nei confronti della donna.

Non solo! Miryae è stata considerata sin dall'inizio e per un lungo periodo come una donna scomoda, tenuta segreta da una tradizione ecclesiastica che l'ha esiliata da ogni autorità e l'ha imprigionata teologicamente a causa del sesso femminile.

Persino Tertulliano nel III sec. d.C. affermò che a causa delle donne il Figlio di Dio aveva dovuto morire. Ma la storia cambierà, il tempo le darà vendetta, tesoro mio. Per duemila anni Miryae è vissuta nell'immaginario dei cristiani come la prostituta redenta da Gesù Cristo. La verità, alquanto scomoda per la chiesa cattolica, è che Miryae non è mai stata una prostituta. Al contrario! Nei vangeli che sono stati ritrovati negli ultimi anni ed in quelli segreti e nascosti si racconta di una Miryae bella, attraente ed indipendente, di una donna forte e docile allo stesso tempo, che Yeshua amava e baciava sulla bocca.

Miryae, al pari di Yeshua, era una leader, una donna che comandava e aveva un grande potere. Ma questo faceva paura, soprattutto dava fastidio a quegli uomini che vedevano in lei una minaccia. Per questo motivo fu pian piano eliminata e reclusa al ruolo di secondo piano nei vangeli canonici. Quanto i testi apocrifi vennero esclusi i cristiani stabilirono anche che le donne non potevano partecipare alla guida della Chiesa e così il ruolo predominante di Miryae fu completamente surclassato e poi eliminato.»

Micaela annuì.

«Ma non tutto è perduto! Se noi potessimo divulgare nuovamente l'insegnamento originario di Miryae e Yeshua, potremmo salvare qualcosa! È importante che la gente sappia la verità, conosca come stanno veramente le cose! Occorre che la gente sia messa a conoscenza!» disse lei

«Hai ragione. Non tutto è perduto! Il vangelo di Filippo, uno degli apocrifi arrivati fino ad oggi, considera Miryae come la Divina Sapienza, la Sophia, colei che manifesta lo Spirito Divino. Tuttavia, occorre fare una grande attenzione, tesoro mio. Fino ad oggi abbiamo fatto poco o nulla, perché il potere della Chiesa è molto forte ed influente!» intervenni io

«Tuttavia, noi siamo stati molto furbi, talmente furbi da vivere nella tana del lupo senza che il lupo se ne accorgesse ribatté mio padre

«E abbiamo nascosto proprio sotto i loro occhi la verità che tanto temono, senza riuscire a vederla. Pensi che i prelati che vivono in questo luogo siano in grado di comprendere quello che stiamo dicendo? No, figlia mia. Non sanno neppure di cosa stiamo parlando. A loro interessa soltanto fare dissertazioni su argomenti di teologia, cristologia e letteratura cristiana antica. Quando Yeshua diceva "Non fare agli altri ciò che non vorresti che gli altri facessero a te", stava insegnando il principio del dharma indiano o dhamma buddista.

Spesso Yeshua parlava attraverso delle metafore proprio per nascondere o evidenziare i concetti di metafisica che sono al di là della religione e della spiritualità. Quando gli si chiedeva perché parlava attraverso parabole, lui rispondeva:

«A voi è dato di intendere il mistero del regno di Dio, ma a coloro che sono fuori, tutte queste cose si propongono per parabole. Io ho ancora molte cose da dirvi ma voi non le potete ancora comprendere. Non date quindi ciò che è santo ai venti e non gettate le vostre perle ai porci!»

«A cosa si riferisce?» chiese Micaela

«Mi riferisco al fatto che non tutti sono in grado di comprendere gli insegnamenti esoterici di Yeshua e che questi sono nascosti nelle parabole. Mi riferisco al fatto che lo stesso insegnamento esoterico di Miryae è nascosto proprio qui, al centro del Vaticano!» rispose mio padre

Micaela cambiò sguardo.

«Ancora non riesco a capire!» disse lei

Mio padre prese la cartina che rappresentava la mappa geografica dello Stato Città del Vaticano e la poggiò al centro del tavolo. Poi prese un libro con la foto dell'occhio di Ra e la poggiò accanto alla cartina aperta.

«Osserva attentamente questa cartina e ora guarda questo disegno!» disse mio padre

Micaela guardò la cartina poi il disegno sul libro, poi guardò nuovamente la mappa e ancora il disegno sul libro. Guardò un attimo mio padre. Poi si girò verso di me ed emise un gemito.

«Mio Dio!» esclamò

Mio padre annuì con il capo e fece un lieve sorriso mentre Micaela faceva fatica a parlare. Deglutì e rimase a guardarci esterrefatta.

«Questo è l'occhio di Horus! Questo è! Questo vuol dire che …»

Micaela deglutì di nuovo.

«Nel baricentro del Vaticano, proprio sotto i nostri occhi, c'è il simbolo per eccellenza della religione egizia, l'occhio di Horus, comunemente conosciuto anche con il nome di occhio di Ra. Questo punto, questa piccola piazzola all'interno dei Giardini Vaticani, rappresenta l'occhio di Horus, il simbolo del sole, della creazione della luce e della rinascita. Nella sua totalità l'occhio rappresenta i cinque sensi dell'essere umano, vista, tatto, gusto, udito e olfatto, quei sensi che permettono di accedere all'energia dell'universo.» spiegò mio padre

«Questo vuol dire che sei dentro il vero insegnamento di Yeshua e Miryae!» le dissi io

«Che mi prenda un colpo! - esclamò lei - Questo vuol dire che l'insegnamento di Yeshua e Miryae non è perduto?» 

«Proprio così!» risposi

«Questo è solo l'inizio. Ti faremo leggere testi e vedere luoghi che ti faranno capire tante, tantissime cose!» prosegui mio padre

Micaela sembrava elettrizzata. Il suo volto divenne raggiante.

«È qui dentro? È tutto qui dentro?» chiese lei

«Sì, mia cara. È proprio davanti ai tuoi occhi, è proprio sotto il tuo naso, proprio nei posti in cui mai cercheresti, all'interno del regno della Chiesa Cattolica!» risposi io

«Bene! Rimettiamo tutto a posto e prendiamo i cappotti. Passiamo per le mura interne. Andiamo a fare una passeggiata alla luce del sole. Voglio farti vedere una cosa che ti lascerà a bocca aperta.» proseguì lui

Rimettemmo ogni cosa al proprio posto e ci avviammo per il cortile interno. Sapevo esattamente dove mio padre voleva portare Micaela. Speravo soltanto che quelle rivelazioni non la mettessero troppo in crisi. Mentre attraversavamo il viale che portava al cortile, mio padre tornò nuovamente in cattedra.

«Costantino uno degli imperatori più importanti della storia romana, è conosciuto per aver creato un impero mastodontico e aver spostato la capitale a Costantinopoli, l'attuale Bisanzio. Quello che la gente non sa o che non vuol vedere è che sia Costantino che gli altri imperatori dopo di lui, dirottarono completamente il cristianesimo originario, stravolgendone la filosofia e creandone una religione di Stato, gerarchica e imperialistica. Eliminarono pian piano la religione mitraica e la sostituirono con un cristianesimo personalizzato e rivisitato. Nel fare questo, Costantino non solo cancellò il ruolo della donna come sacerdotessa e profetessa accanto all'uomo, ma eliminò lo spirito della déa, il femminino sacro e l'unione del dualismo maschile-femminile proprio di molti culti religiosi e che, era stato sapientemente rappresentato anche da Yeshua e Miryae. Oltre a ciò, l'insegnamento di Yeshua e Miryae era di realizzare la propria divinità dentro se stessi, attraverso il risveglio della kundalini e il suo raggiungimento alla ghiandola pineale.»

Micaela seguiva il discorso di mio padre con molta attenzione. Aveva studiato a lungo negli ultimi giorni e sapeva esattamente di cosa stavamo parlando.

«Ora, qui, in questo luogo sacro e santo, posso affermare con certezza, tesoro mio, che la prima eresia cristiana non è stata la negazione della verità della risurrezione di Yeshua, ma la negazione della sua sposa. Non solo! Posso affermare con certezza e con spirito critico che Yeshua e Miryae hanno voluto rappresentare il ruolo dell'uomo incarnato, del seme e della donna madre, il flusso da cui nasce la vita. E posso continuare ad affermare con estrema certezza che la soppressione del rito femminile da parte della chiesa cattolica non è altro che la soppressione del diritto femminile. Ciò che di più sacro è stato insegnato da Yeshua e Miryae è nascosto in questi luoghi proseguì mio padre guardando con la coda dell'occhio il viso di Micaela cercando di scorgere in lei un minimo di curiosità per quelle sue parole.

Ci addentrammo in un cortile interno. Mio padre tirò fuori dalla tasca un paio di chiavi e infilò una vecchia chiave mezza arrugginita nel buco.

Girò tre mandate e la porta si aprì. Entrammo nel grande Giardino Quadrato. Con passo svelto ci avviammo verso il cortile della Pigna. Arrivammo davanti alla pigna con una tale velocità che non demmo a Micaela il tempo di guardarsi attorno. Alta quasi quattro metri, la grossa pigna era di fronte a noi, in tutta la sua imponenza. Senza dire una sola parola ci fermammo al centro del cortile. Micaela rimase a guardare la pigna per qualche istante. D'un tratto iniziò a camminare allontanandosi da noi, poi si girò indietro e guardò verso la nostra direzione. Continuò a guardare verso di noi poi la vidi tornare indietro.

«Questa pigna è il simbolo più grande che accomuna tutte le religioni del mondo.» proruppe lei

«Ora mi è chiaro tutto! La pigna non è soltanto il simbolo della ghiandola pineale. Ci sono dei riferimenti a questo simbolo in diverse religioni. Il Buddha, ad esempio, è raffigurato con il capo a forma di pigna. La ghiandola pineale e la sua simbologia è più semplice di quello che si possa pensare ed immaginare. Non solo! L'albero della vita e il serpente, rappresentano il nostro codice, il DNA.

Mi viene alla mente lo scettro del dio Osiride. Sullo scettro era posta una pigna e ai lati di essa c'erano due serpenti incrociati su loro stessi. I due serpenti rappresentano le due spirali del DNA. Lo scettro rappresenta l'albero della vita, la colonna vertebrale. Miryae mi ha parlato proprio di questo.» proseguì Micaela

D'un tratto si sedette a terra, di fronte alla grande pigna. Mio padre si mise accanto a lei in silenzio. Mi sentivo quasi di troppo. Poi mi resi conto che se non volevo sentirmi l'unico stupido, dovevo sedermi anche io.

«Il sarcofago aperto rappresenta la fine della morte fisica e la transizione a una vita spirituale e i due ibis ai lati sono la simbologia dell'eternità, del dio Thot, il dio creatore del mondo. Anche il dio Osiride veniva raffigurato con una protuberanza sul cranio, una sporgenza che simboleggiava la presenza del terzo occhio.» affermò mio padre

«Hai mai osservato attentamente la grande croce che sostiene il papa durante le celebrazioni?» le chiese lui

«No!» rispose Micaela

«Se la guardi bene, sotto la croce c'è una pigna!»

Micaela ci guardò esterrefatta. D'un tratto iniziò a piangere. Rimanemmo tutti e tre seduti a terra. Mio padre alzò gli occhi al cielo mentre io feci un lungo sospiro.

«La ghiandola pineale è la porta!» disse lei

«Ecco cosa ci stanno dicendo Yeshua e Miryae. Le persone che siedono nell'oscurità vedono una grande luce. È una frase letta in un vangelo. Quando noi chiudiamo gli occhi la luce esterna si spegne, ma la ghiandola pineale si risveglia. Per questo motivo la ghiandola è legata alla meditazione e al sonno della notte, perché questa si attiva quando c'è buio. Infatti, quando pratico la meditazione, vedo luci meravigliose di diverso colore. Ora capisco perché si chiama terzo occhio, perché è come se si accendesse un interruttore e si attivasse un meccanismo interno. È questa la verità! È tutta qui! Tutto quello che dovevamo sapere è qui, davanti a noi.»

Mio padre mi guardò per un istante.

«Glielo diciamo?» mi chiese

Io annuii.

«C'è dell'altro, tesoro mio. C'è ancora una cosa che non sai e che devi assolutamente vedere! Devi capire che il cristianesimo non è altro che una parodia di culti più antichi, del culto solare e del culto dei morti, ma devi anche comprendere che dietro il cristianesimo così come è stato insegnato ai fedeli c'è una spiritualità molto più elevata.» proseguii io prendendo la mano di Micaela.

«Vieni! Vogliamo farti vedere qualcosa che ti lascerà veramente a bocca aperta!»

Ci alzammo da terra e ci dirigemmo nuovamente verso il chiostro interno. Chiudemmo la porta a chiave e proseguimmo per un corridoio laterale. Scendemmo le scale interne e ci trovammo sotto la basilica. La curiosità di Micaela era alle stelle.

«Dove siamo?» ci chiese

«Questa è la necropoli. Risale al II sec. d.C. e racchiude le tombe dei primi cristiani venuti a Roma dalla Palestina e dalla Grecia, compresa quella di San Pietro. Su questa necropoli sono state poi costruiti i vari strati della Basilica. La storia, figlia mia, racconta che Pietro subito dopo la morte del Cristo, e subito dopo averlo rinnegato, iniziò la sua predicazione. La storia che tutti conoscono è che Pietro, fu crocifisso a testa in giù a Roma. Gli Atti degli Apostoli chiudono il loro racconto sull'attività di Pietro nella comunità primitiva di Gerusalemme con un velato accenno al fatto che egli "s'incamminò verso un altro luogo". La tradizione racconta che Pietro soggiornò a Roma. Non abbiamo fonti certe della sua presenza a Roma e del suo martirio, ma sappiamo della sua partecipazione al concilio degli apostoli a Gerusalemme, intorno al 50 d.C.» le rispose mio padre.

Presi per mano Micaela e la guidai verso un corridoio ancora più piccolo.

«Guarda qui!» le dissi indicandole una scrittura cuneiforme. Lei fissò gli occhi sul muro e rimase a guardare i geroglifici egizi. Poi mi guardò con gli occhi lucidi.

«Un altro simbolo egizio!» affermò lei

«Esattamente!» ribatté mio padre che ci raggiunse dopo aver osservato alcuni particolari di un'altra parete.

«Vieni! Qui c'è un simbolo ancora più bello! Ricordi la simbologia di Ra e del dio sole? Ecco! Questa è la raffigurazione del Cristo, quale dio sole! Un altro simbolo egizio cristianizzato!»

Ci avvicinammo per vedere meglio il dipinto sulla parete. Micaela non sembrava più scossa. Percorremmo il piccolo corridoio e salimmo altre scale. Uscimmo fuori dalle grotte e dalla necropoli e ci ritrovammo davanti al baldacchino del Bernini, al centro della Basilica. Osservavo lo sguardo di Micaela per cercare di carpirne le emozioni. 

«A questo punto non mi stupisco più di nulla!»

«Hai mai visto come è fatta una piramide all'interno?» le chiese d'un tratto mio padre.

«No!» rispose Micaela

«Ora ti spiego! Ricordi che davanti alla pigna nel giardino c'era un sarcofago aperto?»

«Sì!»

«Bene! Quel sarcofago aperto lo puoi trovare anche nella piramide di Giza, precisamente nella Stanza del Re! Venite!» ci disse mio padre incamminandosi verso l'ala destra della basilica

«Queste mura ti parlano continuamente! Ricordatelo sempre.» proseguì lui con enfasi.

«Sei pronto?» mi disse guardandomi diritto negli occhi 

«Sì!» risposi io senza mezzi termini

Mio padre spostò una piccola statua incastrata sul muro e si aprì davanti a noi la Stanza del Re. Entrammo nella stanza. Micaela rimase immobile. Attesi in silenzio che prendesse fiato. Guardò verso di noi senza parlare, quando d'un tratto la vidi cadere all'indietro. La sorressi per le spalle e la lasciai sedere a terra. La strinsi forte a me e attesi che fosse lei a farmi domande.

«Questa è una piramide?» mi chiese dopo un po'

«Sì, tesoro mio! Questa è una piramide!» le risposi tenendola abbracciata a me

«Cosa ci fa una piramide egizia dentro la Basilica di San Pietro?» mi chiese nuovamente lei

«Quando a scuola studiavamo la storia dell'Egitto, delle piramidi e dei faraoni, pensavamo che quella storia fosse ormai perduta e che non avremmo mai più avuto a che fare con quella splendida cultura, di cui avevamo poche informazioni.

La verità, tuttavia, è molto diversa. La verità è che il cristianesimo deve la maggior parte delle sue tradizioni alla cultura ed alle tradizioni egizie. La verità è che la nostra civiltà non riconosce che la conoscenza più sacra viene proprio dagli egizi e, prima di loro, dagli antichi popoli persiani, mesopotamici ed indoeuropei.

Il terzo occhio, rappresentato nella mitologia egizia come l'occhio di Horus, simboleggia la guarigione spirituale. Questo simbolo giunto sino a noi come l'occhio che tutto vede, è un mistero rimasto nascosto per secoli. Eppure c'è una continuità storica tra il simbolismo egizio e la tradizione cristiana, un legame sottilissimo, come un cordone ombelicale invisibile.

Yeshua e Miryae ci hanno insegnato a credere in noi stessi e nella nostra divinità, perché sapevano che la divinità è insita in noi. Ci hanno accompagnato nel nostro percorso personale e spirituale, dandoci consigli e spiegandoci come risvegliare questa divinità nascosta. E nel fare questo ci hanno ricordato che alla base del loro insegnamento ci sono proprio le tradizioni delle culture più antiche del nostro pianeta. La piramide è uno dei simboli più antichi. In essa è nascosto un potere straordinario.» le risposi io

Lei si girò verso di me come volesse dirmi qualcosa. Poi prese a piangere. La presi per mano e ci avvicinammo al centro della sala.

«Sediamoci qui!» le dissi

Qualche istante dopo il flusso di energia iniziò a muoversi nelle pareti della stanza. Sapevo esattamente cosa stava accadendo. Micaela mi guardò spaventata.

«Stai tranquilla! Non aver timore.» le dissi stringendole la mano

Il flusso di energia aumentò e la scarica salì dal centro della stanza verso l'alto invadendoci completamente. Micaela ansimò per un istante e si lasciò andare.

«Mio Dio! Cosa sta succedendo?» mi chiese

Un secondo flusso d'energia partì verso l'alto e ci scosse violentemente.

«Questa è energia allo stato puro, tesoro mio!» le risposi non nascondendo un senso di piacere

«Mio Dio! Questa è la sensazione più bella che possa esistere!» riprese lei

L'energia ci invase completamente e godemmo per qualche istante di quella potente forza. Micaela mi guardò e si lasciò andare completamente. Si appoggiò a me e chiuse gli occhi rimanendo in quello stato per qualche minuto. Lasciai che assimilasse con calma l'esperienza vissuta. Sapevo che quegli istanti erano determinanti e avevo tutto il tempo per spiegarle cosa stava accadendo. Le accarezzai la testa e lei si lasciò andare definitivamente tra le mie braccia. La sensazione di piacere stava aumentando. L'energia della piramide stava riattivando il ciclo dei chakra e eravamo entrambi in estasi. Lei aprì gli occhi per un breve istante come per cercare il mio sguardo e chiedermi cosa stesse succedendo. Le posai la mano sul grembo.

«Rimani in silenzio. Non parlare.» le dissi a bassa voce

Il terzo flusso di energia non esitò ad arrivare. Tutti i chakra erano attivati e la ghiandola pineale iniziò ad attivarsi. La sensazione di gioia e beatitudine aumentò a dismisura. I nostri corpi iniziarono a vibrare a una intensità enorme e fuori da ogni capacità di comprensione umana.

Micaela iniziò a piangere dal piacere. La vibrazione toccò tutti i muscoli del mio corpo fino ad arrivare alle ossa. Ero una vibrazione nella vibrazione. Micaela non resistette più e ansimò dal piacere. Era il tocco finale, l'estasi sublime. La guardai mentre si lasciava andare completamente tra le mie braccia. Lasciai andare ogni mia difesa e mi sdraiai a terra. Restammo in quello stato per non so quanto tempo.

«Mattia? Mattia?» chiamò mio padre cercando di farmi tornare alla normale percezione del corpo fisico

Tentai di aprire gli occhi. Micaela era ancora abbracciata a me, con la testa sul mio petto. Il ritmo del suo respiro era regolare e lentissimo. Le accarezzai i capelli e cercai di capire se potevo farla tornare alla percezione fisica.

«Su! Forza! È più di un'ora che siete qui! È ora di alzarsi riprese mio padre

Cercai di farmi forza e mi tirai su cercando di sostenere Micaela.

Mio padre mi prese una mano e mi aiutò ad assumere la posizione seduta. 

«È andata?» mi chiese lui

«È andata!» risposi

«Micaela?» la chiamò mio padre

«Tesoro?» le dissi toccandole le mani

La chiamammo per un po' fino a quando non vedemmo un leggero movimento delle dita. Le accarezzai i capelli e le diedi un bacio sulla fronte. A fatica tentò di muoversi e girò la testa su un lato. Aprì lentamente gli occhi e mi guardò.

«Ciao!» le dissi sorridendole

«Come ti senti?» le chiese mio padre

Lei accennò un movimento con la bocca senza riuscire a parlare.

«Diamoci una mossa! Dobbiamo andare ora! È meglio non rimanere troppo a lungo qui sotto!» mi disse mio padre aiutandomi a sollevare Micaela

Mi feci forza e la presi in braccio. Uscimmo dalla stanza chiudendo la porta a chiave e tornammo nella canonica. Appoggiai Micaela sulla poltrona in pelle e mi stiracchiai la schiena. Lei mi guardava senza riuscire a dire nulla. Sapevo che non appena si sarebbe ripresa mi avrebbe fatto una raffica di domande e credevo di essere pronto a dare una risposta plausibile.

1. cfr. L'Europeo: settimanale politico d'attualità, vol. 38 pag. 192,  193

2. cfr. "Gesù è stato in India e nel Tibet?" di Francesco Lamendola  

          "Gli Antichi Maestri sono ancora vivi" di Giorgio Cerquetti, pag. 217 e ss., ed. Laris