Capitolo 4 - In principio era la Dea

31.05.2025

"Io sono la Grande Madre, adorata da tutto il creato,

ed esisto da prima della sua coscienza.

Io sono la forza femminile primordiale, senza confini ed eterna."

(Canzone alla Dea)

Don Mattia sapeva molto bene che la confusione era tale da lasciarmi nello sconforto totale. Avevo trascorso una settimana chiusa in casa, a leggere con profondo interesse il libro che mi aveva prestato, ma ero convinta che iniziare a leggerlo, senza conoscere alcuni argomenti non fosse stata una buona idea.

Il testo era molto contorto e pieno di informazioni che soltanto una mente ben preparata sarebbe stata in grado di affrontare e comprendere gli argomenti esposti. Si parlava dell'Assoluto, del Parabrahma e della creazione della vita nell'universo. Tutto ruotava intorno al concetto di creazione.

Avevo la necessità di farmi spiegare almeno qualche argomento, così mi presentai nuovamente allo studio di Don Mattia con il volume sotto il braccio. Questa volta bussai alla porta prima di entrare.

«È permesso? - chiesi timidamente - Posso entrare?»

Don Mattia stava seduto alla sedia di fronte alla scrivania con un libro in mano. Il titolo era alquanto bizzarro: «Sovramundano».

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«Vieni! Entra pure! Vedo che hai portato il libro che ti avevo prestato!»

«Sì! La verità è che non ho compreso tutto il libro. Tra l'altro ho visto che quello che mi ha dato è soltanto il primo volume! Quanti sono i volumi di quest'opera?» chiesi incuriosita

«È vero! Ti ho dato solamente il primo volume de "La dottrina segreta". Ci sono altri quattro volumi che, se vuoi, sono a tua disposizione. I testi più importanti sono «La Dottrina Segreta» e «Iside Svelata». Ma ce ne sono molti altri. "La Chiave della teosofia" e "La voce del silenzio". Chiedimi qualsiasi cosa. Io sono qui per aiutarti a risolvere qualsiasi dubbio!» disse il sacerdote togliendosi gli occhiali e guardandomi con aria soddisfatta

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«In questo libro si parla della creazione della vita nell'universo. Mi pare di capire che la Blavatsky affermi con forza che tutte le religioni nascono dalle più antiche, prima di tutto dall'India e dagli antichi Veda. Lei dice che le più antiche religioni sono quelle indiane, mazdee ed egiziane e che tutte le altre non sono che un derivato di queste!» soggiunsi io cercando di far comprendere a Don Mattia che non ero completamente digiuna sull'argomento.

«Esattamente! In particolare questa donna mette in risalto l'aspetto femminile della creazione. Nel suo testo "Le stanze di Dzyan" la Blavatsky dice: "GLI OVULI DELLA MADRE RIEMPIVANO IL TUTTO!... IL SEME APPARIVA E RIAPPARIVA CONTINUAMENTE!"

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«Padre, sapete i versi a memoria?» chiesi sorpresa

«Solo alcune strofe!» rispose lui sorridente e divertito d'aver acceso la mia curiosità.

«Ciò che mi lascia perplessa è che si parla di una divinità femminile accanto a quella maschile. Addirittura ci sono dei passi in cui si afferma la potenza e la predominanza dell'aspetto femminile su quello maschile. Come è possibile?» gli chiesi di nuovo

Don Mattia chiuse gli occhi per qualche istante, come se stesse cercando le parole adatte per tentare di spiegare un concetto che non riuscivo ad afferrare.

«La verità è che col passare degli anni siamo caduti in un ingranaggio incontrollabile di testi che non si riescono a comprendere. Il testo della Bibbia, ad esempio, è solamente il risultato di un'elaborazione di un testo ancora più antico, conosciuto con il nome di Enuma Elish, il quale è il retaggio di una storia della creazione ancora più antica, conosciuta con il nome di Veda. Ogni testo racconta la creazione dell'universo!» rispose Don Mattia

«Ho stuzzicato la tua curiosità?» chiese lui guardandomi con un sorrisetto alquanto divertito. Poi si alzò, andò verso la libreria e prese un altro volume.

«Sai cosa sono le Upanishad?» mi chiese nuovamente aprendo il libro davanti ai miei occhi.

Risposi di no con la testa.

«Le Upanishad sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita intorno al IX-VIII sec a.C. Furono messe per scritto solamente nel 1656. Le quattordici Upanishad sono dei commentari ai Veda, l'antichissima filosofia indiana.»

«Ascolta cosa dice la Bahvricha Upanishad:

"ALL'INIZIO DELL'UNIVERSO

LA DEA ERA SOLA.

DA ESSA NACQUE IL DESIDERIO

E TUTTO CIÒ CHE HA ENERGIA.

DA ESSA ANCHE GLI ESSERE,

SIA CHE ABBIANO COME ORIGINE,

L'UOVO, L'ACQUA, IL SEME O IL GREMBO.

DA ESSA I VEGETALI, GLI ANIMALI,

ANCHE GLI UOMINI.

LEI È L'ENERGIA SUPREMA."

Un silenzio surreale avvolse la stanza.

Il pensiero fisso che avevo nella mente non riusciva a darmi tregua. 

«Dio era una Déa?» chiesi io interrompendo il silenzio.

«La verità è che il Grande Spirito Creatore non ha sesso. Tuttavia, si pensa che nel momento in cui esso generi la vita, abbia una matrice femminile. Lo stesso Spirito Santo viene definito energia femminile e non maschile come erroneamente si pensa.

In un antico testo indiano della filosofia Veda, il Rig Veda, si parla di Adi Shakti e di Sada Shiva, nel suo aspetto femminile e maschile, dando importanza ad entrambi allo stesso modo. Adi Shakti viene definita l'energia primordiale femminile, la Grande Dea, la Madre Universale. Sada Shiva è invece l'energia primordiale maschile, il Dio Padre, il Creatore.» rispose Don Mattia

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«Ma nella Bibbia non si parla di creazione da parte di una divinità femminile!» ribattei

«Hai ragione! Nel libro della Genesi si racconta di un Verbo, di un Dio maschio che creò il cielo e la terra, ma ti assicuro che nella Bibbia si parla non solo del principio maschile ma anche di quello femminile. E questa differenziazione la trovi praticamente ovunque! Tesoro mio, ti chiedo di fare un piccolo sforzo. Devi comprendere che le Scritture, i testi biblici e quelli di ogni confessione religiosa sono stati scritti, non per essere letti ma per riflettere sull'origine dell'universo in se stesso. Vi sono dei testi sacri che oltre ad essere dei resoconti storici di fatti avvenuti migliaia di anni fa, sono delle vere e proprie fonti di ragionamento sulla esistenza e validità della scienza e della religione. Vorrei che tu comprendessi che le Sacre Scritture debbono essere lette in due diversi modi. Attraverso un simbolismo da cercare nel testo o interpretando alla lettera quello che è scritto senza cercare un messaggio nascosto. Ricorda. Non è affatto semplice leggere le Scritture. Occorre usare delle chiavi interpretative giuste. E noi facciamo proprio questo.»

In quel momento mi resi conto che il mio impegno avrebbe dovuto essere totale. Don Mattia era straordinario. Stava cercando di farmi comprendere una verità che non avevo mai preso in considerazione. Tanti anni di catechesi stavano per essere gettati nel cestino. Sapevo che il lavoro che avrei dovuto fare da quel momento in poi sarebbe stato veramente difficile. Tutte le costruzioni filosofiche cristiane, tutto ciò che fino a quel giorno avevo dato per scontato, tutto ciò che avevo studiato e preso per vero, stava per essere messo in dubbio e distrutto a picconate.

«Perché? Perché sta facendo tutto questo per me?» chiesi

Quel sacerdote così speciale, così diverso dagli altri e dalla massa di gente che avevo conosciuto nella mia vita, cambiò d'un tratto l'espressione del suo viso. Mi guardò con una dolcezza mai vista prima e per un istante, ebbi l'impressione di vedere l'uomo che si nascondeva dietro l'abito sacerdotale.

«La verità è che io non sono affatto diverso da te. Il ragazzo delle tue visioni, quello con cui parli, è lo stesso uomo che io vedo e col quale parlo anch'io da molti anni. Quando sei entrata nella mia stanza, qualche giorno fa e mi hai detto "Ho visto Gesù!", ho ricordato i tempi in cui ebbi la tua stessa esperienza. Anch'io, come te, vedo Yeshua e parlo con lui. E non sono l'unico, te l'assicuro! Ci sono migliaia di persone che vedono Yeshua e parlano con lui, ma che hanno il timore di dirlo, semplicemente per la paura di essere presi per pazzi. La paura, tesoro mio, è un sentimento legittimo perché è un'emozione che muove il cuore, che lo fa vivere. Ma la paura può anche bloccare le persone. La paura di chiedere, di sapere, di guardare in faccia le persone, persino la paura di sbagliare, può bloccare il tuo cuore, la tua stessa vita. Sono trascorsi quasi vent'anni da quando ho visto Yeshua per la prima volta. Ero un bambino e fortunatamente avevo avuto vicino la mia famiglia. Quindi, capisco cosa stai provando perché io ho provato, prima di te, le tue stesse sensazioni, le tue stesse paure ed i tuoi stessi dubbi. Sta tranquilla, però. Io ti aiuterò a fare luce e chiarezza in questo momento particolare della tua vita.»

Quelle sue parole mi toccarono il cuore. Un brivido di freddo salì lungo la schiena. Chiusi gli occhi e feci un lungo sospiro.

«Spiegatemi una cosa. Perché questo doveva accadere proprio a me?» chiesi interrompendo l'attimo di silenzio che si era creato.

Don Mattia fece un largo sorriso e mi guardò con una dolcezza infinita.

«Credo sia giunto il momento che l'uomo conosca delle verità rimaste troppo a lungo celate. Per tanti anni, per lunghi secoli l'uomo ha creduto di comprendere una verità che non conosce affatto. La storia di Yeshua, la sua intera vita è avvolta nel completo e totale mistero perché la gente ha scelto di non conoscere per ignoranza o per paura. In verità, ci sono molte informazioni che la Chiesa ha evitato di divulgare perché sa che se lo facesse, la sua stabilità verrebbe meno. Io credo che Yeshua ci stia chiedendo di fare uno sforzo importante.»

«Che tipo di sforzo?» chiesi io

«Molto probabilmente questo è soltanto l'inizio di qualcosa di ancora più grande che neppure io sono in grado di prevedere!» rispose Don Mattia

«Mi dispiace ma io continuo a non comprendere. Il fatto che abbia avuto la possibilità di vedere un uomo che tra l'altro non mi ha confermato di essere il Gesù che la Chiesa cattolica venera, mi lascia ancora più perplessa. Non so se riesce a capirmi. Quello che stiamo vivendo è a dir poco fuori da ogni logica. Noi stiamo parlando di un uomo vissuto duemila anni fa, che molti ritengono non sia mai vissuto, che molti altri affermano essere morto e non risorto e che noi, invece, vediamo in carne ed ossa. Ho l'impressione di essere entrata dentro un sogno dal quale non riesco ad uscire. L'unica cosa di cui sono certa è che quest'uomo è vero. Guardate!» gli dissi porgendogli la mano destra e facendogli vedere l'anello

«Questo anello è la dimostrazione che io non sono pazza e che non mi sono inventata nulla. La scorsa settimana, mentre stavo pregando nella cappellina, quel ragazzo mi è apparso nuovamente e mi ha detto dove trovare quest'anello. Era nel cassetto del comò di mia nonna, avvolto in un panno e nascosto tra le lenzuola.»

Don Mattia rimase senza parole. Mi guardava allibito, quasi stordito, come avesse visto qualcosa di insolito e nel suo genere.

«Hai detto che lo hai trovato in casa?» mi chiese prendendo fiato e osservandolo meglio

«Sì. L'ho trovato esattamente dove mi aveva detto Yeshua!»

«Ti ha spiegato cosa rappresenta il serpente di quest'anello?»

«No! Mi ha soltanto detto dove trovarlo. Ha una simbologia particolare?»

«Sì, tesoro mio!» disse lui accendendo in fretta il computer

«La simbologia del serpente è molto antica. Esso era associato al potere di generare della donna. L'anello che hai al dito è avvolto su se stesso per tre spire e mezzo. Questo significa che rappresenta la kundalini.»

«Cosa?» chiesi io incuriosita

«Kundalini è l'energia primordiale presente nell'universo che vive latente nel corpo di ogni essere vivente. Essa può essere risvegliata attraverso una pratica spirituale molto particolare. La figura del serpente è particolarmente temuta e disprezzata dalla cultura patriarcale perché rappresenta il potere infinito e incontrollabile della donna.» rispose Don Mattia continuando a cercare sul suo computer

«Perché della donna e non dell'uomo?» gli chiesi io nuovamente

«Perché alla donna è stato dato il potere di generare e di partorire e quello spirituale di accostarsi più facilmente ai poteri divini. Come tutte le donne, anche tu possiedi questo potere! Kundalini allo stato latente, cioè addormentato, è rappresentato come un serpente arrotolato su se stesso per tre spire e mezzo. Kundalini risvegliato è rappresentato come un serpente perfettamente diritto ed è proprio questo il potere della donna. Vieni! Ti faccio vedere!»

Don Mattia aprì una cartella sul suo computer e mi mostrò una serie di immagini. Poi proseguì nel suo discorso.

«Kundalini vive addormentata alla base del coccige e quando si sveglia, risale lungo la nostra colonna vertebrale attraversando i nostri chakra, le ruote corrispondenti alle ghiandole del nostro corpo, rivitalizzandolo e rendendolo perfetto. Attraverso il risveglio di kundalini l'essere umano raggiunge la vetta più alta, che è la conoscenza suprema divina, l'estasi più grande, quella che viene conosciuta come la rivelazione, il nirvana, il samadhi. Io credo che il dono di quest'anello sia veramente importante! Attraverso questo gesto simbolico Yeshua ti sta indicando il percorso che devi seguire!»

Osservai Don Mattia per qualche istante senza riuscire a capire completamente quelle parole. Ero stordita. Guardai l'anello e mi resi conto che le sue affermazioni avevano qualcosa di vero.

«Cosa dobbiamo fare?» gli chiesi

«Io credo, che Yeshua ci stia indicando un percorso ben preciso. Lui mi ha sempre detto che il suo insegnamento sarebbe stato vano e inutile se non avesse avuto accanto Miryae. Mi ha sempre spiegato e ricordato che l'uomo non può vivere senza la donna e la donna è nulla senza l'uomo accanto. Comincio a comprendere il delinearsi del suo insegnamento. Dobbiamo risvegliare il cuore delle donne che si è a lungo addormentato dietro il velo della loro ignoranza. Dobbiamo ricordare all'uomo che la donna, che essa sia compagna, madre, sorella e figlia, è degna di essere considerata al pari dell'uomo. Oggi Dio è considerato nel suo senso maschile del termine, è un Padre. Nella preghiera cristiana si dice «Padre Nostro» e non «Madre Nostra».

Nella preghiera musulmana si dice «Allah», interpretato nel suo senso maschile. Nella preghiera ebrea si dice «Jahvè», interpretato anch'esso nel suo senso maschile. In ogni preghiera delle più grandi e conosciute confessioni religiose si prega un Dio Padre e non più una Déa Madre. La verità è che il ruolo dell'uomo è diventato ormai predominante ed ha surclassato in modo violento la donna e la sua divinità e questo è completamente sbagliato. Guardati attorno! L'uomo viene definito il capo della famiglia, ma alla fine è la donna che porta avanti la casa. Al Governo della maggior parte degli Stati ci sono capi uomini. Nella maggior parte delle confessioni religiose ci sono capi uomini. Nella maggior parte delle organizzazioni e congregazioni ci sono capi uomini. Quello che la gente non sa è che moltissimi anni fa, l'uomo guardava la donna con estrema riverenza perché vedeva manifestarsi in lei gli attributi della Madre divina. Oggi invece, la donna viene relegata ad un angolo della scena e le viene dato un ruolo secondario. Una volta la donna era, non solo la capo-famiglia, o capo tribù ma era anche la sacerdotessa, l'iniziatrice dei grandi misteri della vita. Le antiche religioni contemplavano il culto di una divinità femminile chiamata Dea Madre o Grande Madre e soltanto in seguito fu inserito il culto della divinità maschile. Riflettici un attimo! Fin quando la donna aveva il cosiddetto potere non esistevano guerre e la sessualità era collocata nella vita quotidiana in un modo del tutto naturale. Il nostro compito, tesoro mio, deve essere quello di riportare il giusto equilibrio tra il ruolo della donna e quello dell'uomo.»

All'udire quelle parole mi resi conto che stavo parlando con un uomo straordinario che prima di ogni cosa metteva il rispetto per l'essere umano. Ero ancora molto confusa, ma accanto a lui mi sentivo al sicuro. Feci un cenno di consenso con il capo e rimanemmo in silenzio per molto tempo, l'uno di fronte all'altra.