Capitolo 8 - Donna dell'Eden

24.05.2025

"Riconosco l'essenza dell'unica Dea,

generatrice di tutte le esistenze:

le sue forme sono infinite,

Ella manifesta se stessa nel nostro amore

e tutti noi siamo suoi amanti..."

(Preghiera alla Dea)


Il prof. Theller era un uomo giovane e particolarmente affascinante, dai lineamenti marcati e la corporatura robusta. Ci attendeva in piedi davanti la porta di casa sotto un grande ombrello nero, ma entrammo di corsa in casa senza molti convenevoli a causa dell'intensa pioggia.

«Max Theller ha comperato il vecchio palazzo dove abita a pochi soldi e lo ha completamente ristrutturato.» mi aveva detto Don Mattia

Lasciammo gli ombrelli e i soprabiti bagnati in un piccolo disimpegno e subito dopo ci accomodammo in una sala enorme. Le mura erano di un rosso scarlatto. Le finestre erano adornate da tende del medesimo colore e al centro della sala c'era una statua a grandezza umana. Era il corpo nudo di una donna, dalle curve sinuose e ben definite, il seno sensuale e il ventre rigonfio indice di una gravidanza. La statua era di una bellezza incantevole ed affascinante.

«Quale altro corpo femminile poteva essere così perfetto?» mi chiesi nell'osservare quella scultura seducente

«Venite, voglio farvi vedere una cosa.» disse il prof. Theller indicando un'enorme dipinto appeso ad una parete.

Mi avvicinai al dipinto per vederlo meglio e un senso di disgusto raccapricciante prese il posto della sensazione di pace provata di fronte alla bellezza della statua.

Il dipinto sulla parete raffigurava il volto smembrato di una donna. La osservai con estrema attenzione. Un occhio era verde, l'altro nero come la pece. Il naso era storto e la bocca aveva un labbro più sottile, quasi invisibile, rispetto all'altro.

«Questo volto rappresenta l'Energia Primordiale Femminile completamente smembrata e fatta a pezzi, la dimensione spirituale e sacra della vita, della natura e della divinità femminile distrutta e persa nei meandri del razionalismo attuale e del materialismo. L'ho dipinto io, modificando l'aspetto originale del volto di una donna e smembrandone le parti. Devi sapere, - proseguì Max Theller mentre mi guardava - che nella società attuale, il concetto di Dea Madre non è più concepito e venerato, come lo era secoli fa. Questo smembramento rappresenta l'allontanamento da un mondo che un tempo ruotava intorno a una Dea, a un principio femminile presente ovunque. In tutto il mondo esistono immagini di Dee smembrate. In India, esisteva il dio Indra che uccise la Dea Indrani e ne disperse le parti del corpo per tutta la campagna. In Babilonia, esisteva l'eroe epico Gilgamesh che uccise la dea Tiamat e ne sparpagliò le membra per creare un nuovo mondo. In Messico, esisteva il dio della guerra Huitzilipotli il quale uccise sua sorella, la Dea della Luna Coyolxauhqui, e ne gettò il corpo fatto a pezzi dalla cima di una montagna per dimostrare la sua supremazia su di lei. Per fortuna, tutti i tentativi di sradicamento del culto della Dea Madre non sono mai andati a buon fine, perché in un qualche modo il Principio Femminino è sempre rimasto vivo. La credenza, infatti, in una forza naturale femminile, quale fonte di fertilità, di potenza generatrice, di longevità, di conoscenza e di manifestazione del divino, era diffusa in una molteplicità di culture.»

Iniziai a guardarmi attorno osservando la sala. Disposti a ferro di cavallo c'erano lunghi banconi chiusi da teche di cristallo contenenti statuette di ogni genere, grandezza e misura. Sembrava di essere nella sala di un museo archeologico.

«In questa sala – continuò il professore - puoi vedere statuette e raffigurazioni rappresentanti la Dea Madre che sono state ritrovate in molte parti del mondo. Come potrai appurare, le dee sono scolpite e mostrate nella loro corpulenza e rotondità, simbolo di maternità e del potere nutritivo della Madre. Nonostante la diversità delle loro rappresentazioni, queste dee dell'antichità avevano una caratteristica comune: seni prosperosi e ventre prominente. Guardati attorno e non esitare a chiedermi spiegazioni. Io sono qui per questo

Mi addentrai nella sala ed iniziai a leggere le targhette poste sotto le statuette: Lilith, Inanna, Ishtar, erano tutti nomi che conoscevo bene. Del resto aveva amato in modo particolare la storia antica e mi ero sempre interessata dell'Egitto e della Mesopotamia.

Nell'epigrafe sotto una piccola statuetta accanto al nome che indicava la Dea Lilith, vi era scritto:

«Nella cultura occidentale Lilith rappresenta la Dea Oscura demonizzata. Si racconta che fu la prima moglie di Adamo, ma rifiutò di sottomettersi a lui e Dio la sostituì con Eva.»

«Conosco molto bene la storia di Lilith.» dissi io ostentando una certa sicurezza

«Fu creata dalla polvere e dall'argilla come Adamo, ma si ribellò perché non voleva farsi sottomettere da lui. Secondo alcuni fuggì verso il Mar Rosso. Secondo altri fu scacciata. C'è chi narra addirittura che divenne la moglie di Satana. In verità, nella sua forma più antica la Bibbia, narra che gli Elohim, i Déi, coloro che diedero origine al mondo, crearono l'uomo e la donna, Adamo e Lilith, nello stesso momento. Il settimo giorno Adamo e Lilith fecero l'amore, cioè Lilith accolse Adamo dentro di se e Adamo si sdraiò sopra di lei. Un giorno, però, Lilith disse a Adamo che era stanca di stare sempre sotto e che voleva scambiarsi di ruolo. Adamo le rispose che non voleva e così Lilith se ne andò senza neppure voltarsi indietro. Adamo si lamentò con gli déi che Lilith lo aveva abbandonato, così gli venne messa accanto Eva, la quale non mise più in discussione il ruolo e la posizione di Adamo. Lilith è in sostanza l'alter ego di Eva. È la prima donna, prima di Eva ed è curioso notare che inizialmente il potere della seduzione femminile viene attribuito a Lilith.»

«Brava! Molto bene!» disse Max Theller con tono particolarmente accondiscendente.

«La leggenda di Lilith è molto importante perché ci aiuta a comprendere la storia della Genesi biblica. Lilith rappresenta l'energia primordiale. Adamo ha paura di Lilith, la teme perché l'ha conosciuta carnalmente e lei ha conosciuto lui, è penetrato nella sua mente, ha soddisfatto ogni suo bisogno, ha placato ogni senso di solitudine e per questo motivo ha il terrore che possa prendere il sopravvento su di lui. Il turbamento di Adamo è smisurato perché sente che la sua compagna è dotata di una forza enorme e incontrollabile e lui non vuole essere soggiogato. Per questo motivo nega a Lilith di stare sopra di lui. In realtà, il gesto di Lilith è straordinariamente coraggioso. Sia Lilith che Eva trasgrediscono un comando divino ed entrambe le trasgressioni verranno punite, ma Lilith pagherà molto caro il suo affronto al punto da ricavarne la punizione più grande. Viene relegata al rango di demone eclissando completamente nella nebbia dell'oblio e costituendo per se stessa e per tutte le donne che non rispettano la decisione dell'uomo, una vergogna.»

Accanto alla statuetta di Lilith ce n'era un'altra, poco più piccola. Mi avvicinai per guardarla meglio. Don Mattia ed il prof. Theller mi seguirono e si avvicinarono a me.

«Questa è Inanna, la Dea dei Sumeri! Venerata come Vergine e come Madre, Inanna era considerata la Regina della Terra e quindi Madre degli uomini e Regina dei Cieli e di conseguenza Madre degli déi. Conosci la storia dei sumeri?» mi chiese il prof. Theller.

Inanna
Inanna

«Sinceramente non ricordo molto. Ho delle reminiscenze dei miei studi scolastici. So che l'origine del popolo risulta ancora oggi sconosciuta e che si stabilì nel sud della Mesopotamia, tra i fiumi Tigri ed Eufrate, verso la seconda metà del 4000 a.C. I Sumeri furono un popolo di mercanti, artigiani e costruttori. Il loro credo era politeista. Queste forme divine erano le forze che governavano la loro vita, alle quali affidavano il loro destino. Tra le invenzioni e le scoperte attribuite ai sumeri ci sono la scrittura cuneiforme, la ruota e il carro.»

Max Theller mi guardò soddisfatto mentre sciorinavo tutta la mia preparazione sull'argomento.

«Bene. Mi fa piacere constatare che sei abbastanza preparata. C'è ancora molto da raccontare su questo antico popolo, mia cara. I sumeri erano un popolo molto colto e competente. Oltre a questo sistema di scrittura che permise di sviluppare una letteratura e un diritto chiaro e preciso, diedero il via allo studio dell'astronomia e della geometria. Inoltre, dobbiamo a loro il primo codice di leggi, che ispirò il famoso codice di Hammurabi e influenzarono in modo particolare anche i popoli giudei. Numerose immagini del mito del libro della Genesi e della storia del diluvio, infatti, hanno la loro origine nella storia di Sumer.

Nel British Museum di Londra è conservato un sigillo, datato 2500 a.C., che rappresenta un uomo ed una donna, seduti ai piedi dell'albero della vita, con un serpente che si eleva dietro la schiena della donna. Questa immagine anticipa di molto la scena biblica della Genesi, ma con alcune differenze.

Mentre nella storia della Bibbia la presenza del serpente ha un aspetto negativo, nella storia di Sumer, l'unione dell'uomo e della donna, allegoricamente spiegata con un serpente dietro la schiena della donna, ha un aspetto sacro e simbolico dell'ascesa dell'uomo verso la divinità. La dea Inanna rappresentava la Dea sumera per eccellenza. Essa veniva spesso rappresentata con una testa di serpente e tra le braccia il figlio amato ed era percepita come colei che dava origine all'universo

Al sentire quella spiegazione mi tornarono alla mente le parole di Yeshua: "Il simbolismo del serpente è stato completamente rovesciato nel culto del cristianesimo".

«Questa rappresentazione, a mio parere, rievoca la Dea Madre, sotto forma di Kundalini. - proseguì il prof. Theller - Devi sapere che nell'antichità i sumeri adoravano la dea Inanna e ritualizzavano il suo ciclo lunare celebrando ogni mese un Sabbath che rappresentava il suo periodo mestruale. Ritengo che la storia di Inanna sia, nel suo livello più elementare, una metafora mestruale del viaggio della luna attraverso il ciclo mensile di crescita e calo, morte e rinascita.»

Annuii. Ero d'accordo con lui. Personalmente avevo sempre dato molta importanza all'influsso della luna sul corpo della donna. Gli insegnamenti di mia nonna erano stati determinanti per comprendere il mio corpo attraverso le fasi lunari.

"Osserva le fasi della luna e ascolta il tuo corpo! Attraverso le fasi della luna potrai comprendere il tuo corpo e le sue fasi." mi aveva sempre detto nonna Eugenìa.

«Ti consiglio di leggere il poema della "Discesa di Inanna nel mondo inferiore". La storia racconta di come Inanna discende negli inferi per andare a salvare suo figlio Tammuz e riportarlo in vita

«Mi ricorda la storia di Iside che scende negli inferi per ritrovare i pezzi del corpo di Osiride!» osservai ingenuamente.

«Più o meno!» rispose il prof. Theller.

«Il concetto è lo stesso, della risurrezione dopo la morte se non addirittura dopo lo smembramento del corpo. Ma andiamo per ordine. Diciamo che il mito di Inanna verrà ripreso dalla mistica ebraica della Shekhina. Conosci la Shekhina?» chiese Don Mattia

«No! Mi spiace non ne so assolutamente nulla. Devo ammettere che dell'ebraismo conosco pochissimo. Di che si tratta?»

«La Shekina rappresenta il principio femminino, la divinità femminile. Viene definita la "eternamente vergine", dotata di una personalità, di una volontà che le appartiene. È la potenza primordiale della Creazione. Rappresenta infatti l'aspetto materno del Divino, l'elemento femminile essenziale del matrimonio sacro.» spiegò Don Mattia con aria accademica

«Torniamo a parlare di Inanna. La dea simboleggiava il potere di kundalini, che aveva la funzione e la potenza di riportare l'uomo, morto e caduto negli inferi, alla propria divinità. Proprio per questo motivo, la donna sumera nella società in cui viveva, occupava un ruolo molto importante, prendendo persino parte ai riti sacri. La terra di Sumer visse nella pace e nell'abbondanza fino a quando non fu invasa dai popoli semiti ed accadici che stravolsero completamente tutte le sue tradizioni. Una della conseguenze di questa invasione fu una vera e propria infiltrazione degli déi maschili che si sovrapposero al culto della Dea Madre rigeneratrice. Con la fine di Sumer, la Mesopotamia visse un periodo terribile in cui la confusione regnava sovrana e dove le conquiste e le distruzioni si susseguirono numerose.

Gli accadi presero il controllo di Sumer e Babilonia divenne il fulcro centrale della storia antica. Siamo nel periodo di Hammurabi e del codice delle leggi, 1800 a.C. all'incirca. In questo periodo c'è una vera e propria infiltrazione del principio maschile proseguì il professore continuando a camminare in direzione di un'altra statuetta

«Questo bassorilievo rappresenta Tiamat, la Grande Dea babilonese. Gli assiri ed i babilonesi fecero qualcosa di ancora più abbietto, eliminarono del tutto la Grande Dea Tiamat, facendola uccidere da Marduk. Il Dio Marduk, il Re-Dio del popolo assiro, apporterà una nuova religione di carattere esclusivamente maschile, che non accettava la preminenza del culto femminile e relegarono la dea nel mondo degli inferi.

Tiamat
Tiamat

La splendida Dea Tiamat, che per i Babilonesi era la déa dalla quale scaturivano tutte le cose, la Madre degli déi e colei che possedeva le tavole del destino, venne quindi rappresentata come un mostro metà serpente e metà animale, munita di ali. Relegandola negli inferi tutti i figli che partoriva vennero considerati dei démoni.

Per comprendere completamente l'importanza di Tiamat, dobbiamo leggere l'Enuma Elish, un poema babilonese che racconta il mito della creazione e le imprese del dio Marduk. Il poema racconta il combattimento di Marduk con Tiamat, durante il quale la Grande Dea prende le sembianze di un drago terrificante che genera una moltitudine di serpenti dai denti acuminati, con corpi riempiti di veleni.»

«Mi sembra di capire che, anche in questo caso, il serpente assume un ruolo negativo!» intervenni nella conversazione.

«Proprio così. - proseguì Don Mattia - «Il serpente, che fino ad allora era stato utilizzato per rappresentare la Dea Tiamat, divenne il veicolo per rappresentare il terrore, la distruzione e la morte. In completa e totale rottura con il simbolismo generato fino ad allora, questa nuova visione contribuì a trasformare il serpente del libro Genesi in un principio demoniaco.»

«Marduk, - concluse il prof. Theller - il Grande Dio Padre, occupò una posizione di supremazia totale sulla Dea e si trasformò in un Dio senza alcuna controparte femminile.

«La più importante dicotomia rappresentata dalla cosmogonia maschile e femminile, fu eliminata!» dissi cercando di entrare nel discorso e dimostrando così di aver compreso la loro spiegazione.

«Brava! Ed a questa supremazia maschile si ispirarono, in seguito, le tre grandi religioni monoteiste e patriarcali: dapprima l'Ebraismo, poi il Cristianesimo ed infine l'Islamismo. L'elemento femminile della divinità scomparve, lasciando spazio solamente al Grande Padre Unico Creatore, il quale divenne Creatore dei Cieli e della Terra». terminò Don Mattia

«Da qui il Credo dei Cristiani?» chiesi io

«Non solo! - rispose il prof. Theller - In verità, l'assassinio della Dea provocò uno sconvolgimento nella coscienza dell'uomo e trasformò in modo radicale il destino spirituale della civiltà. Dopo lunghi ed accurati studi degli scritti che ci sono pervenuti, oggi possiamo affermare con sicurezza che la Bibbia fu compilata tardivamente, quando gli Ebrei si erano già spostati dalla Mesopotamia. Alcuni storici pensano che gli ebrei siano discendenti dei sumeri e che da loro si siano divisi quando Abramo, con la sua famiglia e un gruppo di persone, partì da Ur alla ricerca della famosa Terra Promessa.»

«Sappiamo anche che molte storie della Bibbia, a cominciare dalla nascita di Adamo ed Eva e dal diluvio universale, furono largamente ispirati dai miti assiri e da quelli babilonesi.» proseguì Don Mattia.

«A questo punto, appare ai nostri occhi un nuovo ordine, non più fondato su una Dea universale generatrice e protettrice, ma basato su una rottura tra Creatore, potente ed indiscusso, e l'uomo impotente ed incapace di reagire il quale non fa più parte di un tutto armonioso, della natura in cui vive.» disse il prof. Theller cercando di mantenere un filo logico dell'argomento

«A questo punto, mi pare ancora più evidente che l'uomo, assume sulla Terra un ruolo diverso da quello iniziale continuò Don Mattia

«Che è quello di dominarla, soggiogarla e sottometterla. Il rispetto per la Madre Terra, quale grembo da cui nasce la vita e la preserva, scompare del tutto e il serpente, che rappresenta il potere benefico della Madre, diviene il simbolo del male.» completò il discorso Max Theller

«A questo punto Dio, il Dio biblico Yahvé, scaccia l'uomo e la donna dall'Eden, dove si trova l'Albero della Vita e li punisce. Allegoricamente l'Albero della Vita non è altro che la colonna vertebrale della donna e il serpente è la kundalini. Aberrante!» sentenziai ricordandomi delle parole di Yeshua.

«In tutta questa storia la donna perde il suo status di dea e la sua totale dignità. Solo ora mi rendo conto di quello che è accaduto. La forza della donna, la forza divina della donna, rappresentata dal serpente kundalinico, viene soppressa. L'immagine del serpente viene distorta a tal punto da divenire un concetto maligno.»

Sentivo ribollire il sangue dalla rabbia. Rammentai nuovamente le parole di Yeshua: «Il serpente è soltanto un'allegoria per spiegare la potenza e la forza spirituale della donna».

«Comprendo cosa provi!» mi disse Don Mattia mettendomi una mano sulla spalla.

Osservai Don Mattia in silenzio. I suoi occhi sembravano volessero dirmi qualcosa che non aveva il coraggio di esprimere. Notai che stava nuovamente osservando lo scollo della camicia.

«Venite, voglio farvi vedere qualcosa che ha dello straordinario!» ci chiamò il Prof. Theller

Ci avvicinammo a lui. Max Theller aveva tra le mani un rotolo enorme che stese su una teca.

«Questo è la foto di un bassorilievo assiro che si trova nel Museo Britannico di Londra. Osservate bene il disegno al centro. A mio parere questo rappresenta l'Albero della Vita.»

Rimasi estasiata di fronte a quella rappresentazione. Quattro uomini, due su ogni lato sembrava stessero in contemplazione, rivolti verso un albero centrale. Don Mattia ebbe un sussulto. Poi ci guardò come se volesse dirci qualcosa.

«Io!» disse lui tentennando

«Io, penso di aver già visto questo disegno, da qualche altra parte!»

Osservai meglio il disegno. Avevo l'impressione di aver compreso la reale rappresentazione di quella tavoletta. Il tronco raffigurava la colonna vertebrale.

«Dove diavolo hai trovato questa ragazza!» chiese sussurrando il prof. Theller a Don Mattia

«Ha ereditato la cascina della nonna alla fine del paese. Si è trasferita nella cascina qualche mese fa! Ci siamo conosciuti per caso, mentre camminava per le campagne alla ricerca dei terreni che la nonna le ha lasciato. Poi ti racconto il resto rispose Don Mattia non curante del fatto che potessi ascoltare le loro parole

«Guarda che non sono stupido! Ho capito che c'è qualcosa di strano e diverso in lei, altrimenti non l'avresti mai portata qui! Di che si tratta? Dimmi!» chiese il professore

«Ora non posso dirti nulla! Ne parliamo dopo!» rispose Don Mattia osservandosi attorno come stesse cercando qualcosa con gli occhi.

«Beh! Che facciamo ora?» chiesi io

Theller ci chiese di seguirlo. Lo raggiungemmo e ci fece vedere una statuina di una bellezza indescrivibile.

«Vi presento Astarte, la Dea della fertilità e dell'amore. Nel mondo antico questa Dea è stata oggetto di una venerazione particolare. Il suo culto è stato praticato in quasi tutto il Mediterraneo, da Cartagine a Malta, passando per la Sicilia e per la Sardegna, fino ad arrivare in Spagna. Viene spesso raffigurata nuda con un tamburello in mano o una colomba e rappresenta la prostituta sacra.»

Rimasi estasiata di fronte alla bellezza di quella statuina. Aveva i seni prosperosi e il ventre gonfio, a voler simboleggiare la fecondità della donna. Attorno al suo corpo era avvolto un serpente.

«Perché viene considerata prostituta?» chiesi al professore

«Perché la sua figura è legata a quella di Eva.»

Un brivido corse lungo tutta la schiena.

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«Facciamo un passo indietro nella storia degli ebrei. La Bibbia racconta che gli israeliti occuparono la terra promessa nel 1300 a.C. circa. Devi sapere che quando gli israeliti entrarono in quel territorio, già abitato da altre popolazioni, trovarono delle pratiche religiose incentrate su due figure femminili: Ashera, la Madre degli Déi e sua figlia Astarte. Il nome Astarte, che significa «utero, lo ritroviamo anche nella Bibbia, con il termine Ashtoret ma venne erroneamente tradotto con il termine «vergogna». In seguito la chiesa tradusse la dea della fertilità come una dea demone, un'emissaria di Satana e stravolse completamente il rito della fertilità con un rito demoniaco. Devi comprendere che in tutti i miti precedenti le traduzioni, la creazione del mondo ha inizio dalla Terra o dall'Acqua, vale da dire da un elemento primordiale femminile. Anche nella Genesi ritroviamo questo principio. Adamo, che deriva dalla parola ebraica adamah, terra, il primo uomo, nasce da una Dea Madre Terra. Questo mito, purtroppo, fu inevitabilmente stravolto dalla misoginia e dalla tradizione maschilista di una creazione del mondo ad opera di un solo Dio Padre concluse il professore.

«Questo vuol dire che anche Eva era una Déa?» chiesi ingenuamente

«Non solo! Oltre ad essere la prima Dea, Eva era considerata la Grande Madre!» rispose Don Mattia osservandosi attorno come se stesse cercando qualcosa

«Esatto!» proseguì il prof. Theller

«Eva era considerata fino ad allora, la Madre della Terra e delle Acque, e la Grande Prostituta. Nella lingua ebraica ci sono due concetti che si somigliano: kaddosh e kaddeshà. Kaddosh, significa sacro e kaddeshà vuol dire prostituta. Quello che si ignora oggi è che all'epoca la prostituta sacra era anche la protagonista di tutta una serie di riti per richiamare la fertilità!» concluse il professore spostandosi di qualche metro.

«Questa è Tanit, la dea di Cartagine e vicino vedete Cibele!» proseguì lui indicando tutte le statuette messe l'una accanto all'altra.

«Cibele è originaria dell'Anatolia ma il suo culto si è esteso a tutto l'Impero Romano e il Vicino Oriente con nomi diversi. L'origine del suo nome è molto particolare. Inizialmente si chiamava Kumbaba. Sapete cosa significa kumba in sanscrito?» 

«No!» rispondemmo all'unisono Don Mattia ed io

«Il nome kumba, in sanscrito significa "vaso che contiene le acque primordiali". Esso è un altro termine per definire il concetto di kundalini!»

Don Mattia cominciò a ridere di cuore.

«Fantastico!» esclamò lui divertito

Cibele
Cibele

«Tutto ci riporta sempre allo stesso concetto, all'energia primordiale, alla vibrazione creativa!» proseguì Don Mattia

Mi avvicinai per osservarle meglio e fra tutte riconobbi subito lei, la déa per eccellenza, la grande dea egizia, Iside. Adoravo la storia di Iside e Osiride e la nascita di Horus. Il prof. Theller mi seguì silenziosamente e attese un mio cenno. Mi voltai verso di lui.

«La Grande Iside! La riconoscerei tra mille!» affermai.

«È inconfondibile! Non c'è dubbio! Sai che c'è addirittura chi afferma che sia vissuta veramente?»

Iside alata
Iside alata

«Si! - risposi - C'è anche chi afferma che fondò una scuola dei misteri.»

«La scuola dei Figli e delle Figlie della Luce, conosciuta anche con il nome di Sacerdotesse dell'Ordine delle Colombe Bianche!» proferì Don Mattia

«Una scuola talmente antica che è conosciuta in diverse epoche ed in diversi luoghi del mondo, a cominciare dall'Africa e dall'India!»

«Che c'entra l'India? - chiesi incuriosita - Non capisco. Questa mi manca!»

Il prof. Theller si lasciò andare a una risata prorompente.

«Eh! Eh! Don Mattia è un pozzo di conoscenza. Attingi continuamente da questo pozzo e non smettere mai di abbeverarti.» disse lui con tono intrigante

«Dietro la storia di Iside ed Osiride e la nascita di Horus, è nascosta la storia di Miriam Anna, conosciuta con il nome di Mirjana e Giuda di Gamala e la nascita straordinaria di Yeshua. E dietro la storia di Mirjana e Giuda di Gamala e la nascita di Yeshua, è nascosta la storia di Miryae e Yeshua e la nascita straordinaria di Tamar e Yeshua.»

Don Mattia guardò la mia faccia inebetita con la bocca spalancata.

«Mi sa che dobbiamo andare con calma, vero?» mi disse facendomi l'occhiolino.

«Aspetta un attimo, Padre!» gli dissi io quasi indispettita.

«Sono giorni che parliamo di Miryae e Yeshua. Ora mi parli di Mirjana e Giuda di Gamala. Spiegami chi sono. Altrimenti non mi muovo di qui! Mi hai incuriosita!» esclamai io

Don Mattia sapeva che desideravo conoscere qualcosa di più sull'argomento, ma lui continuò a fare il misterioso.

«La storia dei Vangeli racconta che Maria, giovane ragazza e promessa sposa di Giuseppe, fosse rimasta incinta per opera dello Spirito Santo. La storia che conosciamo noi è un po' diversa. Ma ne parleremo in un altro momento

Il prof. Theller proseguì nella sua spiegazione.

«Ciò che Iside ha insegnato alle donne iniziate, è che esse sono essenzialmente Figlie della Madre Terra, nel senso che devono portare come una Madre, nella loro anima e coscienza, l'Umanità intera, manifestando tutte le qualità relative alla Madre: generosità, altruismo, dolcezza e tolleranza. Gli appellativi dati a Iside erano numerosi tant'è che era chiamata la Dea dai mille nomi, la Myrionymos. Quelli più conosciuti sono, la produttrice e dispensatrice di vita, colei che abbraccia la terra, colei che tutto ode e tutto sa, colei che concede il latte della vita, la madre dei re, la stella del mattino, colei che ha la sapienza!»

iside che allatta Horus
iside che allatta Horus

«La Stella del Mattino?» chiesi io interrompendo il professore.

«Sì, certo. Era chiamata anche la dea tutte le dee, colei che ha potere su tutto, la Regina della Pace, la Signora degli incantesimi, la Signora della terra delle donne.»

Mentre il prof. Theller proseguiva nell'elencazione degli epiteti mi venne in mente la litania che avevo imparato da bambina, quando si pregava la Madonna e cominciai a ridere.

«Non è possibile! La Chiesa potrebbe essere accusata di plagio!» esclamai

Don Mattia scoppiò a ridere e con lui il prof. Theller.

«Hai proprio ragione, mia cara. L'unica differenza sta nel fatto che il culto di Iside è nato molto prima del culto alla Madonna e che le preghiere degli egizi si elevavano alla dea, molti secoli prima che nascesse il cristianesimo. Iside era, per eccellenza, la Dea dei serpenti e delle acque primordiali, la Dea dell'Albero della Vita, colei che donava sostentamento e l'acqua dell'immortalità. Denominata anche la Signora della Gioia e dell'Abbondanza, nonché Regina della Terra e dei cieli, Iside era anche la Signora della Vita e dell'Amore.

Il figlio Horus, nato dal fallo d'oro di Osiride, è raffigurato seduto sulle ginocchia di Iside. Questa immagine sarà ripresa per rappresentare la Madonna e Gesù Bambino. La Grande Iside era definita la Grande Dea, la Madre dell'Universo, quale grande protettrice con le sue giganti ali, di tutti i suoi figli. La Dea Iside trascende la morte e dona la vita, da lei emana il soffio che permette a Osiride di recuperare la vita.

Iside è rappresentata sotto forma di serpente cosmico, quale costante universale nel simbolismo della Dea. Era di origine egiziana ma i suoi numerosi attributi ne fecero una Dea universale. Accettata dal popolo romano nel III sec. d.C., questa déa riuniva gli attributi di Cibele, Demetra e Atena. Il suo culto fu purificato di alcuni elementi orgiastici che offuscavano la sua bellezza e infine sostituita dalla Vergine Maria. Persino la festa di Iside, celebrata con una vastità particolare, fino alla fine del V sec. d.C., fu sostituita dal culto della Vergine Maria, non sapendo che Iside e la Vergine Maria hanno la stessa simbologia. In verità, la maggior parte della gente non sa o non vuole comprendere e accettare, che il culto della Grande Madre egizia Iside è stato assorbito dal culto di Miryae e Yeshua disse Don Mattia.

«Devi sapere che Iside era considerata l'iniziatrice, colei che deteneva il segreto della vita, della morte e della resurrezione. La stessa Miryae ha assorbito il culto di Iside poiché portatrice degli attributi della Dea, quindi considerata Madre, Regina e Iniziatrice ai Misteri. E prima di lei, anche Mirjana, che è stata iniziatrice di Miryae, aveva studiato alla scuola di Iside. In questa scuola si apprendevano i misteri stessi della vita, della nascita e della morte. Le donne che avevano l'onore di accedere a questo tipo d'istruzione, studiavano le leggi della natura e della vita attraverso il ciclo di nascita-vita-morte-rinascita.»

Dopo quella lunga spiegazione sembrava quasi non ci fosse più nulla da dire.

Yeshua mi aveva accennato al fatto che avrei dovuto dimenticare tutti gli insegnamenti ricevuti fino a quel giorno su Dio e la creazione. Ma questo mi sembrava veramente troppo. Peraltro Don Mattia mi stava dando una versione del vangelo completamente diversa e da me totalmente ignorata.

Passammo velocemente davanti ad altre statuine, ma non riuscivo più a provare interesse dopo quella spiegazione. Tuttavia, il prof. Theller continuò nella sua lezione e me ne indicò altre.

«Con la conquista dell'Egitto da parte di Alessandro il Grande, il culto di Iside diventerà parte integrante del mondo greco e sarà ellenizzato. Iside sarà identificata con Demetra e sarà costruito un tempio in suo onore. Il nome Demetra deriva dalla parola Deamaéthrion che vuole dire «Terra Madre». La parola "Da" significa dea terra e "mhéthr", significa madre: quindi il nome Demetra allude alla divina maternità della terra. L'immagine di Demetra possiede una particolare originalità perché era collegata ai misteri di Eleusi. Una caratteristica di questa Dea è di generare al di fuori del matrimonio. Demetra, infatti, non ha mai un uomo, un marito o un compagno accanto a sé. Questo indica chiaramente un esempio di verginità e di partenogenesi e di totale disinteresse per il vincolo coniugale. La storia di Demetra è affascinante e abbastanza intricata. Come molte altre dee, anche Demetra è costretta a sottostare alla violenza di una divinità maschile violenta. In un caso è inseguita dal fratello Poseidone, oppure rincorre l'altro fratello Ade che ha rapito la figlia Persefone

Statua di Demetra
Statua di Demetra

«Che cosa sono i misteri di Eleusi?» chiesi io interrompendolo nella spiegazione e consapevole della mia lacuna sull'argomento in questione

«Oh, mia cara!» proruppe nella scena Don Mattia

«I misteri di Eleusi sono il culto misterico più conosciuto e affascinante della storia antica! Si trattava, in sostanza, di una festa del raccolto che comprendeva la sepoltura di un seme, consacrato a Demetra, un periodo di festa durante il quale si svolgevano dei riti e delle celebrazioni che consentivano a coloro che si sottoponevano all'iniziazione, di entrare nell'oscurità della morte, di vincere la morte e di risalire alla luce della vita. Questi misteri si svolgevano in due periodi diversi, durante i quali si celebravano i misteri minori, da metà febbraio a metà marzo e i misteri maggiori, da metà settembre a metà ottobre.»

Rimasi impalata ad ascoltare Don Mattia. Era veramente un pozzo di conoscenza.

«Basta così! Starei ore e ore a raccontarti della storia di Eleusi e dei Mysteria. Vedo di trovarti un buon libro da leggere!»

Il prof. Theller ci fece cenno di seguirlo nuovamente e raggiungemmo un angolo della sala.

«Venite! Voglio mostrarvi altre due Grandi Madre: Atena ed Era! La dea Era, il cui nome deriva dal sanscrito svar, cielo, è la Dea Madre, la Vergine Celeste, completamente e totalmente indipendente dal dio Zeus.

Atena
Atena
Era
Era

La mitologia racconta che Era si sposò con Zeus dopo trecento anni di corteggiamento, sull'isola di Samo, dove era nata. Quale conseguenza del matrimonio Era perse la sua dimensione cosmica e la sua completa indipendenza. Il nome Era significa «Signora, Regina degli Dei». Essa ha un rapporto primario ed essenziale con la vita femminile: assiste le donne al parto ed è strettamente collegata alla fecondità anche se presenta la doppia natura di vergine e di sposa. Un particolare rito che si ricollega ad Era è lo hieros gamos, le nozze sacre, appunto fra Zeus ed Era che avevano come fine il raggiungimento della fertilità. I simboli sacri che rappresentano Era sono il melograno ed il giglio, simboli che sono associati alla fertilità ed alla femminilità. Atena sarà la divinità femminile che sostituirà Era ed assumerà una considerevole importanza nell'alveo delle mitologie greche. Essa riprenderà gli attributi cosmici di Era e diverrà la Grande Dea, occupando assieme a Giove il pantheon divino.

Atena è figlia di Zeus, concepita solamente da lui, senza la compartecipazione di una donna. Il suo concepimento e la sua nascita, indicano la superiorità del dio maschile sulla Dea Madre. Allo stesso tempo, da un punto di vista più strettamente spirituale, la nascita di Atena rappresenta un'immagine divina per eccellenza: l'innalzamento della kundalini sino alla fontanella e la nascita dalla testa di Zeus.

Atena rappresenta, pertanto, la prima figura di Vergine e di Immacolata Concezione. Atena è anche Madre e nella sua qualità, dirige le cerimonie del matrimonio, che è considerato quale unione dell'anima a Dio. Atena è la protettrice, la giustiziera e colei che dona nutrimento. Si prende cura dei figli dell'umanità intera, preservando l'armonia nella natura e proteggendo i campi ed il raccolto.

Più in la c'è la raffigurazione in miniatura di Ishtar, la dea babilonese, conosciuta anche con il nome di Zarpanit. Il suo nome significa letteralmente "splendore argenteo". Questa dea era detta "creatrice di tutte le creature" o "dea della saggezza". In un antico inno è indicata come la "dea del desiderio", in un altro inno è definita come l'amorosa Dea-Madre al cui fianco nessun Dio si accostava. La dea Ishtar, sembra sia stata la divinità più importante nel pantheon delle divinità assire e babilonesi. Con il tempo ha assorbito tante di quelle divinità che per un lungo periodo è divenuta la divinità suprema per eccellenza.»

Ishtar
Ishtar

Mi guardai nuovamente attorno. L'enorme sala era riempita di raffigurazioni e statuine di ogni diversa cultura, di diversa altezza e diversa forma. All'improvviso vidi una forma che mi affascinava. Mi avvicinai per guardarla meglio. Aveva un bellissimo copricapo bianco e il suo corpo era di una bellezza sconvolgente.

«Questa donna di bellezza ineguagliabile è Tara, la Dea Madre buddista. Secondo una leggenda sarebbe nata da una lacrima di Avalokiteshvara, il più grande bodhisattva del buddhismo. Secondo il buddhismo, infatti, la dea Tara incarna la divinità femminile in assoluto.

Devi sapere che il nome Tara è usato come appellativo di molte altre dee, che rappresentano diverse forme della stessa dea Tara. Vi sono ventuno forme di questa dea che si differenziano e distinguono secondo il colore, la posizione del corpo e gli attributi. La dea più adorata è la Dea Tara Verde, che è considerata la protettrice dell'umanità, infatti il suo nome significa «colei che salva». Questa che vedi è la Dea Tara Bianca. Vieni, voglio farti vedere la Dea Madre per eccellenza!»

Tara Bianca
Tara Bianca

Seguii ancora una volta il prof. Theller nella grande sala e mi ritrovai di fronte a una statua dalla bellezza inesprimibile. Rimasi a bocca aperta di fronte alla statua senza riuscire a dire nulla mentre il prof. Theller sorrideva compiaciuto.

«Questa è la manifestazione più bella della donna! È la raffigurazione della Dea Shakti!»

Guardai il prof. Theller inebetita, poi osservai nuovamente la statua.

«La dea Shakti?» chiesi io

«Esattamente!» rispose lui

Shakti
Shakti

«Con il termine Shakti, s'intende la forza intelligente vibratoria, l'incantatrice del mondo, la femminilità seduttrice, la madre misericordiosa che spezza i vincoli della prigione del corpo, portandolo alla più grande realizzazione divina, all'illuminazione interiore. Se desideri veramente la più grande delle manifestazioni divine, devi affidarti alla Dea Madre Shakti. Se lo farai, sarà lei stessa ad illuminarti la vita, nel corpo, nel cuore, nello spirito e nella tua coscienza

Solo in quell'istante mi resi conto che Don Mattia si era allontanato ed ero rimasta sola con il prof. Theller.

Improvvisamente udimmo un colpo sordo. La porta della sala era spalancata e Don Mattia era scomparso. Il prof. Theller si diresse velocemente verso la porta e mi urlò.

«Corri!»

Il mio cuore iniziò a battere a mille. Non sapevo cosa stesse accadendo. Il terrore che potesse essere accaduto qualcosa a Don Mattia mi fece inorridire. Iniziai a correre nella direzione della porta.

«Mattia! Mattia!» urlava il prof. Theller.

«Mattia! Dove sei?»

«Don Mattia?» iniziai a urlare anch'io.

«Signore, Mio Dio!» esclamai spaventata per la paura che potesse essergli accaduto qualcosa di grave.

«Il Signore non c'entra nulla!» rispose Don Mattia.

Il prof. Theller alzò la testa verso l'alto e si mise una mano sulla fronte. Don Mattia era in bilico su una scala di legno.

«Tu sei pazzo! Potevi cadere e farti veramente male!» disse il professore incollerito e spaventato

Don Mattia era attaccato alla scala della libreria alla ricerca di chissà quale libro e per non perdere la presa aveva fatto cadere a terra un volume. Il tonfo era stato talmente forte che c'eravamo spaventati. Il mio cuore non smetteva di palpitare per la paura di quel che sarebbe potuto accadere. In quell'istante mi resi conto quanto fosse importante per me, quell'uomo. Iniziai a piangere come una bambina. La paura del momento mi aveva fatto stare male.

Don Mattia scese dalla scala e mi abbracciò forte cercando di farmi calmare. Poi mi sorrise e mi asciugò delicatamente il viso con le sue mani. Lui mi guardò negli occhi e per un brevissimo istante ci sentimmo a disagio l'uno dei confronti dell'altra. Il mio corpo iniziò a fremere. Un tremito smosse la mia stabilità fisica e provai una sensazione strana al fondo della schiena. Sembrava che il serpente kundalinico volesse risvegliarsi.

«Che diavolo ci facevi lassù?» chiese il prof. Theller interrompendo quel momento

«Volevo prendere un volume di storia antica!» rispose Mattia cercando di togliere lo sguardo dal mio viso.

«S'è fatto tardi!» proseguì il prof. Theller guardando l'orologio. Mi resi conto che avevamo trascorso quasi due ore nella sala.

«Andiamo a prendere un thè caldo. Con questo freddo ci riscalderemo e Micaela si riprende dallo spavento. Seguitemi.» disse Max Theller

Il prof. Theller si avviò verso un ampio corridoio e noi lo seguimmo. Sui lati del corridoio c'erano piccoli piedistalli e su di essi erano posati delle statue di circa cinquanta centimetri mentre sui muri c'erano dipinti raffiguranti donne.

Mi fermai a leggere l'epigrafe sotto un quadro: «Beltane, la Dea Madre Celtica.»

Accanto ad essa un altro quadro rappresentava «Belisama, la molto brillante» e poi «Cerridwen, la Dea Bianca

Ogni quadro era di una bellezza divina. Mentre osservavo quei dipinti il mio cuore si colmò di una particolare forma di devozione. Osservavo quei dipinti estasiata.

Mi sembrava di essere entrata in un mondo a parte, uno di quei luoghi che esistono solamente nella fantasia. Il prof. Theller aveva realizzato un vero e proprio mausoleo in onore alla Déa. Le dee erano talmente tante che mi sembrava di essere entrata in un dipinto. A seguire c'era "Brigida, la Dea potente, custode della conoscenza" e poi "Frigg, la protettrice della vita", e "Freya la beneamata".

Don Mattia mi prese la mano e mi chiese di seguirlo.

Il contatto con la sua mano calda mi fece trasalire nuovamente. Max Theller ci fece accomodare nella sala da pranzo. Su un tavolinetto in stile inglese era posato un vassoio coperto da un tovagliolino di carta rossa e tre tazze da thè. Don Mattia ed io ci sedemmo su un lungo divano e il prof. Theller si allontanò per un attimo. Quando tornò, aveva in mano una bellissima teiera di porcellana. Versò il thè fumante nelle tazze e tolse il tovagliolino di carta dal vassoio mostrando pasticcini, muffin e biscottini fatti in casa.

«Prendine uno!» mi disse Max Theller sorridendo

Non me lo feci ripetere una seconda volta. Addentai un muffin con gran piacere. Adoravo quei dolcetti. Mentre lo mangiavo, ricordai il profumo della cucina di nonna Eugenìa che si riempiva del profumo dei muffin appena sfornati. Un calore stranamente familiare invase il mio cuore. Sorseggiai il thè in silenzio, mentre il prof. Theller e Don Mattia continuavano a parlare tra loro. Il volto di Max Theller si fece inaspettatamente enigmatico.

«Chi è questa ragazza? - chiese lui a Don Mattia - Perché l'hai portata qui da me?»

«L'ha visto anche lei! E le ha parlato, la sta già istruendo, gli sta già spiegando molte cose.» rispose Don Mattia senza mezzi termini

«Sei sicuro di quello che dici?» chiese Theller

«Certo che ne sono sicuro! Lui me lo ha confermato e poi … i lineamenti sono gli stessi, le parole sono le stesse, gli insegnamenti sono gli stessi. Tutto combacia. Ho intenzione di portarla da Nonna Marta. Sono convinto che lei la riconoscerà!»

«Come fai a dirlo con certezza. Non ci sono grandi segni, almeno apparenti. E se non fosse lei?» chiese il prof. Theller

«Mia madre è convintissima che sia lei! E lo penso anch'io!» rispose Don Mattia

Sapevo che stavano parlando di me con grande interesse. Avevo capito che c'era qualcosa che non volevano dirmi. Terminai di bere il thè e attesi in rispettoso silenzio che terminassero quella conversazione a dir poco ridicola. Parlavano di me davanti a me, non curanti del fatto che li stessi ascoltando.

«Il tempo lo dirà. Per adesso non possiamo fare altro che aiutarla a comprendere alcuni punti fondamentali del suo cambiamento!» rispose Don Mattia

All'improvviso si voltarono entrambi verso di me e mi sorrisero. Mi sentii in difficoltà. Avevo l'impressione che mi stessero osservando dentro.

Don Mattia comprese il mio disagio e mi prese la mano come per tranquillizzarmi. Il calore della sua mano m'invase il cuore. Riuscivo a guardarlo con occhi diversi. Davanti a me c'era un uomo di una bellezza incomprensibile. Era un sacerdote, un «uomo di Dio». Eppure io avevo il desiderio profondo di toccarlo, di accarezzarlo e di essere accarezzata. Come se avesse compreso quello che stavo provando mi accarezzò il viso con il tocco della sua mano e chiusi per un istante gli occhi.

Ero stanca! Troppo stanca. Tutta la mia vita stava cambiando e io cambiavo con essa. Non ero più la stessa e un po' me ne vergognavo. Sapevo che l'uomo che avevo di fronte mi stava aiutando a trovare il giusto equilibrio. Sapevo, allo stesso tempo, che lui non sarebbe stato in grado di risolvere alcune matasse che solo io avrei potuto districare. La giornata volgeva al termine. Il sole era tramontato già da qualche tempo. Ci congedammo dall'abitazione di Max Theller con un caloroso abbraccio.

«La mia porta è aperta. Puoi venire a trovarmi quando vuoi. Ho una biblioteca immensa di libri che puoi consultare liberamente.» disse lui guardandomi con dolcezza

Lo ringraziai e seguii Don Mattia che s'incamminava verso il taxi, fermo davanti al cancello aperto.