Siddha Agastyar
Agastyar è uno dei più famosi santi dell'India e considerato un grande saggio e uno yogi ascetivo oltre che il più antico precettore mai esistito. Egli era conosciuto anche come Kurumuni, che significa "santo basso" a causa della sua statura "nana". Vi sono almeno due leggende che circondano la sua nascita apparentemente miracolosa. Alcune affermano che gli dei Agni e Vayu erano stati maledetti da Indra, re degli dei, per essere nati come esseri umani. Così Agni nacque come il saggio Sri Agastya e Vayu nacque come un altro importante saggio, Vasishta.

Un'altra storia racconta che mentre gli dei Mitra e Varuna stavano eseguendo uno yajna (sacrificio vedico o cerimonia del fuoco) apparve un'Apsara (spirito acquatico femminile) di nome Urvashi. Era così bella che i due dei furono sopraffatti dall'energia sessuale ed entrambi eiacularono in un vaso di argilla. Da questo vaso nacque il maestro Agastyar. Il fatto di essere nato da questo vaso gli valse il nome di Kumbhasambhava (letteralmente nato da un vaso).
Il santo Agastyar, grazie a questa divina genitura, divenne noto anche come Maitra-Varuna e Ourvasiva. Molte testimonianze storiche sembrano indicare che Agastyar fu un personaggio reale, quindi realmente esistito. Aveva una mogli di nome Lopamudrai, un figlio di nome Sagaren e una sorella.
La tradizione tamil narra che, al tempo del matrimonio tra Shiva e Parvati (Shakti), l'assembramento di divinità era talmente elevato che l'equilibrio del piante ne venne turbato. Per questo motivo Shiva chiese ad Agastyar di scendere dal monte Kailash e stabilirsi nel sud dell'India. Durante questo viaggio egli sposò Lopumudrai, figlia del re Vidarbha, ed ebbe il primo incontro con Rama. (2) (3)
Nella seconda parte del suo pellegrinaggio Agastyar si spostò verso sud, a Malakuta, a tre miglia ad est di Badami (Vatapipura), nota anche come Dakshinakasi, nel distretto di Kaladgi della regione di Bombay. Questa nuova residenza dista circa 300 miglia a sud del suo ashram di Nasik. Nel corso di questa fase della sua vita, egli divorò Vatapi e annientò Ilvala.
Durante la terza fase, si raccontano molte storie su di lui a Pothigai, i promontori meridionali dei Ghat occidentali situati nella regione Pandya. Durante questo periodo, nel cuore del Tamil Nadu, si dice che Agastyar abbia fondato la prima accademia tamil, o Sangam, e che abbia scritto una voluminosa grammatica della lingua tamil, oltre a numerosi altri trattati di medicina, farmacia, botanica, alchimia, yoga, filosofia morale e naturale, riti e cerimonie religiose, esorcismo, preghiere, misticismo e magia.
Secondo la tradizione, in altre due fasi del viaggio, egli avrebbe attraversato il mare per recarsi nelle isole indonesiane. Si dice che qui abbia visitato Barhinadvipa (attuale Borneo), Kusa Dvipa e Varaha Dvipa, e che si sia stabilito nella Maha Malaya Hill di Malaya Dvipa (attuale Malesia). Nel quinto periodo, Agastyar arrivo nel Siam e in Cambogia, dove fu costretto a sposare una ragazza del luogo, di nome Yasomati, con la quale generò una discendenza reale. Tra i suoi figli è famoso il re Yasovarna.
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Fonti testuali
Veda
Agastyar è menzionato in tutti e quattro i Veda dell'Induismo ed è un personaggio dei Brahmana, degli Aranyaka, delle Upanishad, dei poemi epici e di molti Purana. Egli è l'autore degli inni da 1165 a 1191 del RigVeda, noti per il gioco verbale e le similitudini, gli enigmi e i giochi di parole e le immagini sorprendenti incorporate nel suo messaggio spirituale.
La sua poesia vedica è particolarmente degna di nota per due temi. In una serie di inni, Agastya descrive un conflitto tra due eserciti guidati dagli dei Indra e Maruts, che alcuni studiosi hanno interpretato come una allegoria di un conflitto tra Arya (Indra) e Dasa (Rudra). Agastyar riconcilia con successo il loro conflitto, fa un'offerta in cui prega per la comprensione e la gentilezza amorevole tra i due. 21 dei 27 inni che ha composto nel Mandala 1 del RigVeda hanno la sua conclusione distintiva, in cui invoca: "possa ogni comunità conoscere ristoro (cibo) e acque vive." (4)
Queste idee lo hanno portato a essere considerato un protettore sia degli Arya che dei Dasa. (5)
Alcuni studiosi interpretano gli stessi inni come un'allegoria per due ideologie o stili di vita in conflitto, perché Agastya non usa mai le parole Arya o Dasa e usa solo la frase ubhau varnav ("entrambi i colori"). (6)
Il secondo tema, famoso nella letteratura induista, è una discussione tra lui e sua moglie Lopamudra sulla tensione umana tra la ricerca solitaria e monastica della spiritualità e la responsabilità della vita di un capofamiglia e della crescita di una famiglia.
Agastyar sostiene che ci sono molte vie per raggiungere la felicità e la liberazione, mentre Lopamudra presenta le sue argomentazioni sulla natura della vita, del tempo e sulla possibilità di entrambi.
Agastyar è menzionato sia negli strati più antichi che in quelli più giovani del RigVeda, come nell'inno 33 del mandala 7. E' menzionanto anche negli altre tre Veda e nella letteratura Vedanta come nei versetti 5.13-114 del Nirukta.
Agastyar e le sue idee sono citate in numerosi altri testi vedici, come la sezione 7.5.5. del Taittiriya Samhita, 10.11 del Kathaka Samhita, 2.1 del Maitrayani Samhita, 5.16 dell'Aitareya Brahmana, 2.7.11 del Taittiriya Brahmana e 21.14 del Pancavimsati Brahmana.
Ramayana
Agastyar è menzionato nel poema epico Ramayana in diversi capitoli, dove viene descritto il suo eremo situato sulle rive del fiume Godavari. Il saggio Siddha e sua moglie Lopamudra sono descritti come viventi nella foresta di Dandaka, sulle pendici meridionali dei monti Vindhya.
L'eroe Rama loda Agastyar come colui che può fare ciò che gli dei trovano impossibile. Agastyar viene descritto come il saggio che chiese ai monti Vindhya di abbassarsi in modo che il Sole, la Luna e gli esseri viventi potessero facilmente attraversarli e che usò i suoi poteri del Dharma per uccidere i demoni Vatapi e Ilwala dopo che avevano ingannato e distrutto 9.000 uomini.
Agastyar, secondo il Ramayana, è un saggio unico, basso e di corporatura robusta, ma vivendo nel sud bilancia i poteri di Shiva e il peso del Kailasha e del Monte Meru.
Agastyar e sua moglie incontrano Rama, Sita e Lakshmana. Egli dona loro un arco e una freccia divini, descrive la natura malvagia di Ravana e li saluta con il consiglio: "Rama, i demoni non amano gli uomini, quindi gli uomini devono amarsi a vicenda". (7) (8)
Mahabharata
La storia di Agastyar è rispecchiata nel secondo grande poema epico indù Mahabharata. Tuttavia, invece di Rama, la storia è raccontata come una conversazione tra Yudhisthira e Lomasa a partire dalla sezione 96 del Libro 3, il Vana Parva (Il Libro della Foresta). (9)
Anche nel Mahabharata Agastyar impedisce alle montagne Vindhya di crescere e le abbassa per uccidere i demoni Vatapi e Ilvala. Il Vana Parva descrive anche la storia di Lopamudra e Agasthyar che si conoscono e poi si sposano e contiene anche la storia mitica di una guerra tra Indra e Vritra, dove tutti i demoni si nascondono nel mare e gli dei chiedono aiuto a Agasthyar. Questi alla fine beve l'oceano, rivelando i demoni agli dei.
Testi tamil
Nelle tradizioni Tamil, Agasthyar viene considerato il padre della lingua Tamil e il compilatore della prima grammatica Tamil, l'Agattiyam.
Agasthyar è stato un eroe culturale nelle tradizioni Tamil e appare in numerosi testi Tamil. Egli imparò la lingua Tamil dal dio Murugan quando arrivò nel paese Tamil meridionale dall'india settentrionale. (10)
Il Tirumantiram descrive Agastyar come un saggio ascetico, che venne dal nord e si stabilì nelle montagne meridionali di Pothigai perché Shiva glielo chiese. Egli viene descritto come colui che perfezionò e amò sia la lingua sanscrita che quella tamil, accumulando conoscenza in entrambe, divenendo così un simbolo di integrazione, armonia e apprendimento, invece di essere in opposizione a entrambe.
I CONTRIBUTI ALLA SCIENZA
Diversi sono i trattati in diverse branche, attribuiti a Agasthyar. Tra questi troviamo trattati di medicina, chimica, farmacia, astronomia e chirurgia.
Una letteratura scritta poco meno due secoli fa per catalogare la letteratura medica dei Siddha, elenca una serie di manoscritti attribuiti a Agasthyar.
- Vytia Vaghadum Ayrit Anyouroo (Vaidya Vahadam): trattato medico scritto in 1500 versi in lingua tamil.
- Tunmundrie Vaghadum (Dhanvanthari Vahadam): opera medica originalmente scritta da tunmundrie in sanscrito e tradotta in versi tamil da Agasthyar. Consiste in 2000 versi. I manoscritti si trovano a Palayamkottai.
- Canda Pooranum: opera, in 1000 strofe, sulla storia antica originalmente scritta in versi sanscriti da Agasthyar e in seguito tradotta in lingua tamil da Cushiapa Braminy.
- Poosavedy: tratta dei riti religiosi e delle cerimonie degli hindu. Fu scritto da Agashyar e consiste di 200 versi. I manoscritti possono essere reperiti a Tanjore e a Madras.
- Deekshavedy (Deeksha Vithi): l' opera si occupa di magia e di incantesimi, dell'impiego e delle virtù del rosario e dell'educazione dei giovani: è composto di 200 versi. I manoscritti sono reperibili a Tanjore e a Madras.
- Pernool (Peru Nul): opera medica, scritta da Agasthyar, in lingua tamil. I 16.000 versi di cui è composta l'opera trattano ogni tipo di malattia. I manoscritti si possono trovare a Palayamkottai.
- Poorna Nool: questo libro conta 200 versi. Fu scritto da Agasthyar e si occupa principalmente di esorcismo. Contiene anche molte forme di preghiera.
- Poorna Soostru: opera che tratta delle diverse forme di devozione e dell'intuizione religiosa. Si occupa anche di materia medica e di alimentazione. Consiste di 216 versi. Si possono trovare i manoscritti a Madras e a Palani e sono stati anche pubblicati.
- Curma Candum (Karma Kandam): trattato medico scritto in versi tamil. Contiene 300 strofe e sembra sia stato tradotto dal sanscrito da Durmuntrie. Tratta delle malattie che vengono inflitte all'umanità a causa degli eccessi e dei vizi in cui essa indulge. I manoscritti sono reperibili a Tanjore e a Madra. Anche questi manoscritti sono stati pubblicati.
- Agasthyar Vytia Ernoot Unjie: trattato di medicina e chimica, composto di 205 versi in lingua tamil. I manoscritti sono reperibili a Palani.
- Agasthyar Vytia Nootieumbid: opera scritta in versi tamil. Consiste in 150 strofe e tratta della purificazione, o vanificazione, di 64 differenti tipi di veleni (animali, metallici e vegetali) allo scopo di renderli atti all'impiego medico. I manoscritti sono reperibili a Palani e anche questi sono stati pubblicati.
- Agasthyar Vytia Vaghadum Napotetoo: trattato medico in 48 strofe, scritto in versi tamil, sulla cura della gonorrea.
- Agasthyar Vytia Padinarroo: trattato medico scritto in lingua tamil e composto di 16 versi che tratta delle malattie della testa e dei loro rimedi.
- Agasthyar Vytia Eranoor: trattato medico scritto in lingua tamil e composto di 200 versi. Si occupa di chimica e di alchimia. I manoscritti sono reperibili a Palayamkottai e sono stati pubblicati.
- Calikianum: trattato di teologia scritto in lingua tamil e composto di 200 strofe.
- Moopu: trattato medico scritto in lingua tamil e composto di 50 strofe. Si occupa dei 18 differenti tipi di lebbra e della loro cura. I manoscritti sono reperibili a Thirupathi.
- Agasthyar Vytia Ayrit Eranoor: trattato medico scritto in lingua tamil, composto di 1200 strofe. Si occupa di botanica e di materia medica. I manoscritti sono stati pubblicati.
- Agasthyar Vytia Ayrnouroo: trattato di medicina scritto in lingua tamil e composto di 500 strofe. Tratta in modo esauriente molti tipi di malattia e contiene una grande varietà di formule utili.
- Agasthyar Vytia Moon-noor: trattato di farmacia scritto in lingua tamil e composto di 300 strofe. I manoscritti sono reperibili a Palayamkottai e pubblicati.
- Agasthyar Vydeyakh Moonooro: si occupa principalmente dell'arte di fabbricare varie polveri medicinali ed è composto di 300 versi.
- Agasthyar Auyerutty Annooroo: Trattato di 1500 versi sulla medicina. I manoscritti sono reperibili a Tanjore, Madras e Palani.
- Agasthyar Aranooroo: composto di 600 versi. I manoscritti sono reperibili a Tanjore e a Palani.
- Agasthyar Moopoo Anbadoo: composto di 50 versi.
- Agasthyar Goonnoovagadam Moonoor: composto di 300 versi. I manoscritti sono reperibili a Tanjore, Thirupathi, Palani e Palayamkottai e sono stati anche pubblicati.
- Agasthyar Dundakum Nooroo: sono varie opere che trattano di chimica e fisica, ma anche di teologia e dei mezzi più adatti per rafforzare il corpo umano, per un totale di 100 versi. I manoscritti sono reperibili a Tanjore e a Madras.
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(1) cfr. Ramaiah 1968 pag. 108
(2) cfr. Pillai 1979 pagg 254-257
(3) Nel Ramayana, mentre percorre la strada che porta all'ashram di Agastyar, Rama racconta al fratello Lakshman come Agastyar avesse salvato il mondo da un terribile serpente. Rama narra anche la storia della morte di Vatapi in una versione differente da quella riportata dal Mahabharata: sembra che la regione di Dandakaranya sia divenuta praticabile dall'uomo soltanto in seguito alla sconfitta, ad opera di Agastyar, degli asura (demoni) che la occupavano.
(4) cfr. "Il RigVeda" di Jamison Stephanie e Joel P. Brereton, Oxford University Press, 2014 - ISBN 978-0-19-937018-4
(5) cfr. "Il pensiero indù classico: un'introduzione" di Arwind Sharma, Oxford University Press, 2000, pag. 135
(6) cfr. "Fondamenti della cultura indiana." vol 2 - di GC Pande, Motilal Banarsidass, 1990 pagg. 184-186 ISBN 978-81-208-0712-9
(7) cfr. "I miti e gli dei dell'India: l'opera classica sul politeismo indù" di Alain Danielou, 1991, dalla collana Princeton Bollingen
(8) cfr. "Ramayana" di William Buck, 2000, University of California Press
(9) cfr. "Il Mahabharata" vol. 2, libro 2, Il Libro dell'Assemblea, Libro 3, Il Libro della Foresta , University of Chicago Press.
(10) cfr. "Tradizioni Tamil su Subrahmanya-Murugan" di Kamil Zvelebil, 1991, Istituto di Studi Asiatici, pag. 23
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